Pietro il Grande, Kzar delle Russie – Teatro Sociale Bergamo 1 dicembre 2019

Pietro il Grande, Kzar delle Russie – Teatro Sociale Bergamo 1 dicembre 2019
Pietro il Grande, Kzar delle Russie Teatro Sociale Bergamo 1 dicembre 2019   Melodramma burlesco di Gherardo Bevilacqua Aldobrandini Musica di Gaetano Donizetti Prima esecuzione: Venezia, Teatro San Samuele, 26 dicembre 1819 Edizione critica a cura di Maria Chiara Bertieri ©Fondazione Donizett   Direttore Rinaldo AlessandriniRegia, macchinari e scene Ondadurto Teatro – Marco Paciotti e Lorenzo PasqualiCostumi K.B. ProjectLighting design Marco AlbaAssistente alla regia Adriana Laespada Orchestra Gli originaliCoro Donizetti OperaMaestro del coro Fabio Tartari Pietro il Grande Roberto De CandiaCaterina Loriana CastellanoMadama Fritz Paola GardinaAnnetta Mazepa Nina SolodovnikovaCarlo Scavronski Francisco BritoSer Cuccupis Marco Filippo RomanoFirman-Trombest Tommaso BareaHondedisky Marcello NardisNotaio Stefano Gentili Nuovo allestimento e produzione della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo La storia del giovane zar Pietro I il Grande, che si è recato in incognito in Europa    ha avuto  grande fortuna nel mondo dell’opera; oltre a diverse altere realizzazioni il solo Donizetti ha utilizzato l’argomento per  Il falegname di Livonia e ne Il borgomastro di Saardam. L’opera era stata commissionata al giovane Donizetti dalla direzione del teatro Samuele , e la prima rappresentazione, che ebbe luogo il 26 dicembre 1819 per l’apertura della stagione del carnevale 1819-1820. Proprio dal carnevale mi piace iniziare, infatti la totale realizzazione proposta nell’ambito del progetto Donizetti 200, è un tuffo nel carnevale, per luci, variopinti costumi, luci e proiezioni  in movimento che danno una nuova dimensione divertente all’opera. La partitura in sé non è particolarmente illuminata e riferisce di diverse influenze in particolare rossiniane, per cui grande merito va a chi ha sapientemente e contemporaneamente offrire questa divertente visione: regia, macchinari e scene Ondadurto Teatro – Marco Paciotti e Lorenzo Pasquali, Costumi K.B. ProjectLighting design Marco Alba, assistente alla regia Adriana Laespada. I colori e disegni clowneschi  dei costumi, dei trucchi, delle parrucche rileggono l’opera e la fanno diventare molto divertente, anche se temporalmente avulsa  dal libretto. Rinaldo Alessandrini  ha diretto con grande impegno volto ad elevare la partitura e riservando grande attenzione al canto. Opera discretamente lunga, in particolare il primo atto di 1 ora e 40, in cui Alessandrini ha dovuto  profondere grande energia per sostenere anche la lunghezza. Nel ruolo del titolo Roberto de Candia, ha offerto una prova d’eccellenza carismatica e stilistica con sempre un bel colore e gradevolezza d’emissione.  Il Magistrato sir Cuccupis, personaggio buffo dell’opera, è stato interpretato da una grande  buffo dell’opera italiana nel mondo, ovvero Marco Filippo Romano che si è confermato brillantemente. Francisco Brito, con bel tono ha interpretato vivacemente Carlo il falegname, cui ha impresso personalità anche dal punto di vista vocale. Paola Gardina nella parte di Madama Fritz esprime spigliatezza  vocale ed abilità nell’uso dello strumento; la stessa spigliatezza viene usata attorialmente, caratterizzando il personaggio. Annetta, divertentemente accorata è interpretata da Nina Solodovnikova, la quale riesce bene nella parte con toni brillanti. Loriana Castellano ha il breve ruolo di Caterina, cui comunque imprime adeguata scioltezza interpretativa. Con ruoli minori, ma certamente ben risolti ricordiamo Firman-Trombest Tommaso Barea, Hondedisky Marcello Nardis ed il Notaio Stefano Gentili. Un plauso, oltre all’orchestra Gli Originali, che ben è risultata con la direzione di Alessandrini, va sicuramente al Coro del Donizetti Opera con la magistrale direzione di Fabio Tartari. La Musica vince sempre. Renzo...

LUCREZIA BORGIA – Teatro Sociale Bergamo – 24 NOVEMBRE 2019

LUCREZIA BORGIA – Teatro Sociale Bergamo – 24 NOVEMBRE 2019
In un tempo di pericolosi veleni di massa, creati da una società distratta dai valori e buoni sentimenti e governata da  interessi di pochi a scapito di troppi, risulta storicamente  quasi più umano e ricco di sentimenti  il giro di veleni ed antidoti in Lucrezia Borgia e quindi approntiamoci a gustare le bellissime arie di Donizetti. Dopo la felice intuizione dell’Elisir d’amore (1832), la verve compositiva di Gaetano Donizetti scaturisce nel 1833 in Lucrezia Borgia, dove pare udir qualche dolcezza musicale d’Elisir… LUCREZIA BORGIA – Teatro Sociale Bergamo – 24 novembre 2019 Don Alfonso Marko MimicaDonna Lucrezia Borgia Carmela RemigioGennaro Xabier AnduagaMaffio Orsini Varduhi AbrahamyanJeppo Liverotto Manuel PierattelliDon Apostolo Gazella Alex MartiniAscanio Petrucci Roberto MaiettaOloferno Vitellozzo Daniele LettieriGubetta Rocco CavalluzziRustighello Edoardo MillettiAstolfo Federico Benetti   Direttore Riccardo Frizza Regia Andrea BernardScene Alberto BeltrameCostumi Elena BeccaroMovimenti coreografici Marta NegriniLighting design Marco AlbaAssistente alla regia Tecla Gucci  Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro del Teatro Municipale di PiacenzaMaestro del coro Corrado Casati Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo in coproduzione con la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, la Fondazione Teatri di Piacenza e la Fondazione Ravenna Manifestazioni. Storia intricata e decisamente macchiata di intrighi, veleni, sangue e tradimenti trova una realizzazione sufficientemente descrittiva ed al tempo stesso essenziale (non si ha più voglia di troppe ridondanze) grazie alle scene di Alberto Beltrame che con la regia efficace di Andrea Bernard e l’assistente Tecla Gucci, tiene quale fil rouge il simbolo della culla per tutta l’opera, variando minimamente le scene e le luci ben disegnate da Marco Alba. Vengono movimentate le masse che interagiscono con i protagonisti della vicenda e sono davvero tanti!   Il sipario si alza su una nobile casa dove tenera e dolcemente materna Lucrezia accudisce il figlioletto che le sarà sottratto e lei delirerà alla scoperta della culla vuota, anzi con all’interno un fagotto di stracci per illudere ed umiliare ! Carmela Remigio imprime al personaggio tutte le variabili di Lucrezia, tenera e amorevole con il figlio, caparbia e voluttosa con il duca e terribilmente sanguinaria con chi si mette sul suo cammino ! Vocalmente è squillante e di forte temperamento, trasmettendo durante tutta l’opera le emozioni di un vissuto complicato, come solo una vera artista sa fare: superba !  Riccardo Frizza dirige con piglio sicuro che tende alla ricerca di sfumature sin dall’introduzione Bella Venezia all’accorato finale Era desso mio figlio, lavorando in buon accordo con l’Orchestra giovanile Cherubini. Il coro è molto importante in un’opera come Lucrezia e qui il Coro del Teatro Municipale di Piacenza non delude certamente sotto la direzione di Corrado Casati. I coristi sono anche ottimi attori e rendono molto bene il clima di dissolutezza che pervade le feste e gli incontri. I costumi disegnati da Elena Beccaro sono classici, ma non sfarzosi, quindi ben attagliati al globale disegno. Gennaro il figlio rapito alla madre, ritrovato adulto, ucciso dalla stessa madre  per errore è decisamente un ruolo impegnativo, ma Xabier Anduaga ha risolto con bel timbro, estensione e partecipazione, vedasi anche nei duetti con Remigio, oltre che buon attore. Ad un certo punto appaiono mazze da golf e tiri da golfisti, che per quanto significativi lasciano un minimo di perplessità per un inserimento non di facile intuizione.  Bella invece l’idea, cui ho già accennato, delle culle in palcoscenico che intervengono nel racconto quale fil rouge dalla nascita alla morte di Gennaro ed il suicidio della madre Lucrezia. La Borgia, che ha visto sfregiato il suo stemma (da Borgia in Orgia) ha un marito altrettanto autorevole e ben poco compassionevole, Don Alfonso, interpretato da Marko Mimica con la sicurezza interpretativa necessaria, esprimendo belle cifre di vocalità, colorazioni e...

FUEGO – Teatro Regio Torino – 16 novembre 2019

FUEGO – Teatro Regio Torino – 16 novembre 2019
Lo spettatore che entrando al Teatro Regio di Torino si attendeva un balletto stile intrattenimento in crociera o al villaggio turistico su qualche costa spagnola, sarà tornato certamente deluso dalla assoluta mancanza di colori sgargianti, e nacchere a profusione; lo spettatore che invece si attendeva l’autenticità del flamenco nella più rigorosa coreografia del grande Antonio Gades ha applaudito con gioia!    FUEGO – Teatro Regio Torino 16 novembre 2019 COMPAÑÍA ANTONIO GADES Direttore artistico: Stella Arauzo Antonio Gades e Carlos Saura soggetto, coreografia e regia Gerardo Vera scene e costumi Antonio Gades, Carlos Saura e Dominique You luci Antonio Gades, Antonio Solera e Ricardo Freire composizione e arrangiamenti dei canti popolari   Corpo di ballo Mayte Chico, Silvia Vidal, María Nadal, Ana del Rey, Virginia Guiñales, Ana Pardo, Alejandra de Castro, Jairo Rodríguez, Antonio Ortega, Pepe Vento, Benjamín Leiva, Ángel Navarro, Álvaro Brito   Musicisti Cantante di flamenco: Sara SaladoCantanti di flamenco: Alfredo Tejada, Enrique Pantoja, Aser GiménezChitarristi: Antonio Solera, Basilio García   Miquel Ortega direttore d’orchestra Orchestra Teatro Regio Torino   Balletto di Antonio Gades e Carlos Saura Musica di Manuel de Falla tratto da El amor brujo (L’amore stregone) di Manuel de Falla Prima rappresentazione assoluta: Parigi, Théatre du Chatelet, 26/01/1989   Tratto da El Amor Brujo (l’amore stregone) di Manuela de Falla è stato qui rappresentato nella magistrale versione di Gades e Saura, immergendo il pubblico in un bagno di autenticità fatta di gesti, canto, suoni, danza e colori come in un qualsiasi posto ‘da flamenco’ di Madrid o Granada e l’attesa ha condizionato talmente la mia opinione che con difficoltà ho capito che sul palco non c’era Antonio Gades, come l’avevo visto anni fa!   Il balletto narra di un amore contrastato dalla presenza dello spirito del marito defunto di lei interpretato da  Miguel Ángel Rojas , che appare a lei,   Candela, danzata da Esmeralda Manzanas , delle intrusioni della fattucchiera, la danzatrice Raquel Valencia e da lui, l’amore del presente  Carmelo, agilmente, virtuosisticamente e superbamente interpretato da Álvaro Madrid.   La narrazione parte da una lotta maschile corpo a corpo con alla fine l’uccisione di un uomo, Josè, il marito  di Candela. Si canta e danza poi tra i panni stesi e Candela danza con il nuovo amore Carmelo, ma lo spettro di Josè, che solo Candela può vedere, appare e la confonde!   Lo spettro continuerà ad apparire ed a turbare l’animo di lei, ma alla fine l’amore prevale ed il sogno d’amore si corona: certamente una delle danze più sensuali è proprio il flamenco e qui la sensualità prorompe, con le movenze e la gestualità La messa in scena è rispettosa della tradizione e storicità della danza e l’orchestra del Regio è  diretta con passione da Miquel Ortega che segue perfettamente  i tempi della danza, traendo variegati colori e brillantezze emozionali. Ad un tratto appare un rimando a Bejard, che incastonato come una perla impreziosisce la scena. La Musica vince sempre Renzo...

I PESCATORI DI PERLE – Teatro Regio Torino 20 ottobre 2019

I PESCATORI DI PERLE – Teatro Regio Torino 20 ottobre 2019
Per una volta, mi sia concesso un ricordo dell’infanzia; abitavo in un casa singola contornata da prati e alberi e non si usava andare in città per assistere alle opere liriche, ma mio nonno che ne era appassionato le ascoltava alla radio e mio papà aveva dei 33 giri con alcune opere intere ed altri con romanze celebri: qui ho scoperto “I pescatori di Perle”… Je crois entendre encore nell’interpretazione mi pare di ricordare di Beniamino Gigli oltre alla bellissima romanza di Leila. La poco rappresentata opera giovanile di Bizet inaugura la stagione del Regio di Torino 2019/2020 ottima scelta ! I PESCATORI DI PERLE – Teatro Regio Torino 20 ottobre 2019  (Les Pêcheurs de perles) Personaggi Interpreti Leïla                     Hasmik Torosyan  Nadir                    Kévin Amiel Zurga                    Fabio Maria Capitanucci Nourabad              Ugo Guagliardo Direttore d’orchestra    Ryan McAdams Regia, scene, costumi, coreografia e luci Julien Lubek e Cécile Roussat Direttore dell’allestimento Pier Giovanni Bormida  Maestro del coro Andrea Secchi Orchestra e Coro Teatro Regio Torino Nuovo allestimento Teatro Regio Torino La scelta di inaugurare la stagione con un’opera poco rappresentata è sicuramente pregevole, anche se negli ultimi tempi fortunatamente  pare che l’opera giovanile di Bizet riscuota maggior interesse che non in precedenza. Il libretto è abbastanza fragile e quindi anche la storia, ma la bellezza unica della musica composta da Bizet prima ancora di aver compiuto i 25 anni, salva veramente libretto e storia! Le varie romanze, le parti del coro sono commoventi e la musica penetra nel più profondo recesso del cuore: Ryan Mc Adams dirige con sicurezza una partitura già frequentata  ed in questo caso all’ultima rappresentazione; la sua direzione esprime buon piglio e ricercatezza di espressione dopo attenta ricerca di timbricità e liricità soffuse o prorompenti che ingemmano la scrittura. Venendo alle voci direi che pur senza la luminosità di Sirio o Antares sono ascoltabili con piacere. Nourabad viene interpretato dal basso Ugo Guagliardo che ben entra nel ruolo connotandolo anche con il tono ed il timbro. Zurga è cantato dal baritono Fabio Maria Capitanucci reduce da una recente indisposizione, ma cio’ nonostante acquista fermezza di emissione e temperamento.   Kévin Amiel interpreta Nadir con voce omogenea seppur con qualche fatica sul fraseggio compensata dal buon volume. Leïla    è interpretata da una dolce Hasmik Torosyan, soprano armeno, che porge il suo canto e la sua meravigliosa romanza Oh Dieu Brahma con sensualità particolare e morbidezze che arricchiscono notevolmente il personaggio. Il coro diretto da Andrea Secchi  è sempre superlativo e talvolta, come in questo caso, supplisce e maschera a certe semplicità realizzative quali la regia, scene, costumi, coreografia e luci di Julien Lubek e Cécile Roussat. E’ chiara l’intenzione favolistica della realizzazione, ma purtroppo ne risulta una infantilizzazione del tutto. La scena è rappresentata da una roccia lucida con barbaglio di brillantini natalizi al bordo, a delimitare la spiaggia dal mare in un tutt’uno dove ballerini ed interpreti (il più delle volte in ombra) danzavano e camminavano sulle acque. Non contemporanea e ormai desueta l’incorniciatura arabeggiante della scena ed un po’ eccessivi i cambi luci dai colori troppo intensi come l’improvvisa  apparizione di un bel fragola acceso. I costumi sono colorati e gradevoli  e le scene d’insieme fanno si che il popolo diventi parte integrante della scena. E’ vero che ‘Opera’ è tutto l’insieme delle varie arti dello spettacolo, ma in questo caso preferisco rilevare il maggior merito alla musica ed al canto. La Musica vince sempre. Renzo...

ERNANI – Teatro Coccia Novara inaugurazione 18 novembre 2019

ERNANI – Teatro Coccia Novara inaugurazione 18 novembre 2019
Dopo quasi 100 anni al Coccia di Novara torna Ernani di Giuseppe Verdi e spopola con ripetuti applausi a scena aperta !!!  Si narra di una donna Elvira e tre innamorati che si contendono il suo amore: Carlo, Silva ed Ernani; come nelle migliori opere la situazione è molto ingarbugliata ed amore, odio, vendetta e morte anche in questo caso si coniugano sulle  imponenti note verdiane! ERNANI – Teatro Coccia Novara inaugurazione 18 novembre 2019 Dramma lirico in quattro atti di Giuseppe VerdiLibretto di Francesco Maria Piave Direttore Matteo BeltramiRegia Pier Francesco MaestriniScene e costumi Francesco Zito Orchestra Fondazione Teatro Coccia in collaborazione con il Conservatorio “G. Cantelli”Coro Sinfonico di Milano Giuseppe VerdiMaestro del coro Dario Grandini Nuovo Allestimento del Teatro Coccia,recupero storico dell’allestimento del Teatro Massimo di Palermo Coproduzione Fondazione Teatro Coccia con Teatro Verdi di PisaErnani MIGRAN AGADZHANYANElvira ALEXANDRA ZABALACarlo ENKHBAT AMARTUVSHIN Silva SIMON ORFILADon Riccardo DIDIER PIERIGiovanna MARTA CALCATERRA   Il Coccia riapre le porte alla nuova stagione, inaugurando con Ernani, recuperando l’allestimento storico in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo  ed il Verdi di Pisa. L’idea di Ernani pare sia stata parecchio in gestazione ed alla fine ha trovato la luce con un cast davvero ecellente. Il direttore Matteo Beltrami è evidentemente attratto da questo compito che assapora attimo per attimo con una sorta di dedizione religiosa; con la bacchetta vive ogni nota, infondendo entusiasmo al palco ed  all’orchestra della Fondazione Teatro Coccia in collaborazione con il Conservatorio G.Cantelli. Dopo il preludio e l’introduzione è subito la volta del coro sinfonico di Milano  ‘Giuseppe Verdi’ che soprattutto nella versione maschile è prepotentemente determinante per questa opera e con  Evviva ..Beviamo! si impone superbamente, con un plauso a Jacopo Facchini, suo direttore che li conduce fino al conclusivo Oh, come felici gioiscon gli sposi!.   Trattandosi di allestimento storico non si attendono ovviamente guizzi di contemporaneità, anzi si evidenzia la meticolosa attenzione alle annotazioni di Verdi e la ricerca di puntualità e  fedeltà. La regia di Pier Francesco Maestrini si snoda pertando con qualche staticità, come consuetudine anni fa; i sontuosi costumi e le scene architettoniche sono create da Francesco Zito e le luci; che privilegiano sovente il buio proprio a caratterizzare la cupezza della vicenda, sono disegnate da Bruno Ciulli.   Ernani appare subito in scena con il coro e dopo il recitativo propone immediatamente la cavatina Come rugiada al cespite  ed il bel colore in aggiunta a fermezza interpretativa ed ampiezza vocale  l’interprete   Migran Agadzhanyan  piace anche per la cura della parola chiara e perfettamente comprensibile. Alexandra Zabala ha accettato di sostituire il soprano Courtney Mills ed è risultata ottimamente nel ruolo espresso altresì con voce altamente duttile che scorre su raffinate sete così come accorata ed appassionata spazia dai toni più bassi alle vette degli acuti; si esprime grazie ad una robusta tecnica e lunga esperienza. Man mano che la narrazione procede è sempre più emozionante e commovente Ernani!  Ernani involami ! Enkhbat Amartuvshin, già apprezzato al Coccia e poi in Arena nel ruolo di Nabucco, veste qui i panni di Carlo sfoderando i bei toni baritonali colorati e timbrati che imprimono possanza al ruolo espresso con forte partecipazione e coinvolgimento. Nel duetto con Elvira Da quel dì che t’ho veduta prorompe pura emozione. Al finale dell’atto primo compare il vecchio Silva interpretato dall’affermato basso Simon Orfila il quale porge il canto dapprima con cuore passionale amalgamato con colori bruniti e sfumature ambrate, per giungere poi ai toni dell’odio e della vendetta. Sicuramente ricco di larga esperienza  si propone con autorevolezza...

Pergolesi? Il parere di Pulcinella… Palacongressi Stresa 5 settembre 2019

Pergolesi? Il parere di Pulcinella… Palacongressi Stresa  5 settembre 2019
Giovan Battista Pergolesi, scomparso prematuramente nel 1736 all’età di 26 anni, è una figura carismatica nell’ambito del primo Settecento italiano. La sua breve stagione compositiva non gli ha impedito di influenzare la scuola musicale napoletana, la cui fioritura è costantemente frutto di riscoperte sensazionali, al punto da creare una sovrapposizione di lavori di altri autori che hanno pubblicato a suo nome a scopo di lucro. Se oggi si arriva a mettere persino in dubbio ciò che fino a poco tempo fa era attribuito con una certa sicurezza a Pergolesi, ecco che lo stimolante programma ideato da Antonio Florio con la Cappella Neapolitana offre un florilegio del “falso” Pergolesi, avvalendosi anche della straordinaria voce di Pino Di Vittorio, prezioso interprete di una tradizione che non sembra conoscere interruzioni.   Pergolesi? Il parere di Pulcinella… Palacongressi Stresa  5 settembre 2019 Francesca Boncompagni, sopranoDaniela Salvo, altoGiuseppe De Vittorio, tenoreCappella NeapolitanaAntonio Florio, direttore   Le musiche attribuite al mito pergolesiano G.B. PERGOLESI, Concerto per flauto e archi in sol magg. (attr.)G.B. PERGOLESI, “In coelestibus regnis” per alto e archiG.B. PERGOLESI, Salve regina per alto soprano e archi (attr.) (Fond. Levi Venezia)ANONIMO, Canto dei Carrettieri (tradizionale)G. PAISIELLO, Aria di Pulcinella (da Il Pulcinella Vendicato)N. GRILLO, Cantata in lingua napoletana “Sosutose ‘no juorno de’ dormire”G.B. PERGOLESI, Salve Regina in la min. per soprano e archi (attr.)G.B. PERGOLESI, Concerto per traversiere e archi in re magg. (attr.)ANONIMO, Salve Regina per soprano alto e archi (Bibl. S.Pietro a Majella-Na) Ecco un altro caso in cui Cultura  si coniuga con divertimento ed allegria, risultato di studio, ricerca e professionalità Il programma è di assoluta piacevolezza e stimola i sensi del buonumore; Florio, grande esperto di quel periodo musicale e grande interprete riporta brani di Pergolesi, attribuiti  al medesimo o addirittura di anonimi, con tre Salve Regina di delicata bellezza. Interessante la voce scura di Daniela Salvo, che modula con grazia e deferenza, così come è gradevole il soprano Francesca Boncompagni che fa volare la voce con colorazioni sfumate.  Florio è direttore attento, preciso e sempre in perfetta sintonia con la Cappella Neapolitana e con il solista Alessandro Ciccolini, fuoriclasse  senza ombra di dubbio. Il mattatore della serata è Giuseppe di Vittorio che canta, interpreta, quasi danza ed evoca il teatro di Pulcinella con rispetto e cura: grande attore e raffinato interprete porta avanti una tradizione senza fine….  La Musica vince sempre Renzo...

Improvvisare all’organo Chiesa di S.Ambrogio Stresa 3 settembre 2019

Improvvisare all’organo Chiesa di S.Ambrogio Stresa 3 settembre 2019
Il programma di sala recita: L’organista, pianista e direttore d’orchestra inglese Wayne Marshall ha velocemente raggiunto una fama mondiale grazie alle sue capacità tecniche e interpretative che ne hanno fatto uno dei maggiori artisti consacrati alla musica americana del XX secolo. Ha collaborato con le migliori orchestre europee e americane e in qualità di organista si è esibito nei luoghi più prestigiosi del mondo. L’impaginazione del suo recital parte da Bach passando per Rossini e altri autori contemporanei per arrivare anche a sue composizioni, che dimostrano l’ecletticità di questo straordinario musicista. L’organo Tamburini del 1965 della Chiesa di Sant’Ambrogio di Stresa è tra i migliori esemplari del Lago Maggiore ed è stato restaurato nel 2006 da Saverio Anselmo Tamburini. Improvvisare all’organo Chiesa di S.Ambrogio Stresa 3 settembre 2019 MARSHALL, Intrada ImproviseeG. ROSSINI, Preludio Religioso (daPetite Messe Solonnelle) arr. MarshallJ.S. BACH, Preludio e fuga in do magg. BWV 545F. SCHMIDT, Toccata in doE. BOSSI, Ave MariaC.M. WIDOR, Sinfonia n. 6 in sol min.W. MARSHALL, Improvisee!   Difficilmente si puo’ ascoltare  un concerto d’organo di tale livello: tecnica e sensibilità interpretativa si incontrano per celebrare l’immensità della musica. La decisione di installare la proiezione del concerto in diretta è stata sicuramente  una ottima scelta volta ad  una fruizione  ed assaporamento totale. Interessantissime le sue composizioni e davvero eclettiche le variazioni su ogni tema proposto.  Immediatamente si comprende l’abilità di questo grande artista, ma quando attacca Bach ci si ritrova in una dimensione quasi irreale e di grandissima spiritualità;  le evoluzioni alle tastiere ed ai pedali diventano rocambolesche e da queste sa trarre sonorità inconsuete  fino ad arrivare in altri momenti a suoni che paiono sintetizzati , esulando completamente dalle conosciute sonorità organistiche. L’organo è ritenuto strumento che può sostituire una intera orchestra, ma con Marshall si entra in un nuovo mondo di complessi suoni che ipnotizzano. Al primo bis con “Summer time” viene esaltata l’emozione più intima intrisa di un sapore afro  molto lirico, che raggiunge le più intime corde emotive, lasciando la ninna nanna originale per raggiungere in un solo brano l’essenza di tutta l’opera Porgy and Bess. Serata di grande successo da ricordare! La Musica vince sempre Renzo...

AKIKO SUWANAI ALL’EREMO DI SANTA CATERINA

AKIKO SUWANAI ALL’EREMO DI SANTA CATERINA
Akiko Suwanai è una delle più autorevoli violiniste oggi in attività. A Stresa Festival presenta due serate per violino solo (4 e 6 settembre nella serie Bach nostro contemporaneo) che offrono un suggestivo confronto tra uno dei capolavori della lettura violinistica di tutti i tempi – Sonata n. 1 e Partite nn. 1, 2, 3 di Bach – e altrettanto suggestive composizioni del Novecento. Nella prima serata la celebre Sonata di Bartok è affiancata a Incantation di André Jolivet, mentre nella seconda si ascolteranno la Sonata di Ervin Schuloff, autore ceco vittima dell’Olocausto, e l’Etude♯3 dell’argentino Astor Piazzolla. Due occasioni da non perdere nella preziosa cornice dell’Eremo di Santa Caterina del assSo, luogo esclusivo con apertura straordinaria, ideale per una fruizione meditata delle due serate. AKIKO SUWANAI ALL’EREMO DI SANTA CATERINA Il Kantor tra Fracia e Ungheria – 4 settembre 2019  J.S. BACH, Sonata n. 1; Partita n. 3A. JOLIVET, IncantationB. BARTÓK, Sonata per violino solo Il Kantor tra jazz e tango 6 settembre 2019   J.S. BACH, Partita n.1E. SCHULHOFF, Sonata per solo violinoJ.S. BACH, Partita n.2A. PIAZZOLLA, Tango Etude #3 Le meravigliose dissonanze di Bach si espandono sotto la volta affrescata della chiesa dello strabiliante Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno. Dopo il viaggio in battello da Stresa all’Eremo si sale la scalinata in pietra con vista sul lago limpido e ricco di luci,  ma l’incanto totale è entrare nella misticità del luogo ed ascoltare le note che salgono dallo Stradivari 1714 suonato da Akiko Swanai. In entrambe le serate l’emozione è palpabile ed il virtuosismo della violinista incanta  attraversando agilità ed impervie scritture. Nella prima serata degne di rilievo sono certamente l’interpretazione di Jolivet ricca di sonorità complesse vibranti ed accese che si spengono poi in un tenue afflato e la sonata di Bartok dove il dialogo vivace emerge brillante, con suoni sommessamente graffianti che giungono da profondità nascoste. Nella seconda serata ho vissuto molto più la seconda parte con la sensazione che anche Suwanai si commuovesse con Bach e che vibrasse insieme alla vibrazioni ed i pizzicati di Schulhoff. La Musica vince sempre      Renzo...