BUFFO MA NON TROPPO – Teatro della Grancia

BUFFO MA NON TROPPO – Teatro della Grancia
Teatro della GranciaSabato 30 agosto, ore 19.00 BUFFO MA NON TROPPO Mezzosoprano Silvia BeltramiBaritono Marco Filippo RomanoPianoforte Elisabetta Sepe Musiche di Gioachino Rossini, Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Gaetano Donizetti Fuochi d’artificio di belcanto in un concerto che a pagine del repertorio comico vede accostati brani di carattere semiserio o addirittura drammatico. La dimostrazione di come la voce cantata, più dell’espressione parlata, possa efficacemente e contemporaneamente esprimere sentimenti contrastanti, passioni brucianti e delusioni amorose, esaltazioni patriottiche e ansie di vendetta. Un gran finale pirotecnico affidato alle invenzioni musicali di compositori che hanno segnato in maniera indelebile la grande stagione del...

COSI’ FAN TUTTE -Teatro Comunale di Bologna – 10 giugno 2014

COSI’ FAN TUTTE -Teatro Comunale di Bologna – 10 giugno 2014
Teatro Comunale di Bologna – 10 giugno 2014   “COSI’ FAN TUTTE” W.A.Mozart – Lorenzo da Ponte   Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Comunale di Bologna Allestimento Teatro Lirico di Cagliari   Fiordiligi                     Yolanda Auyanet Dorabella                    Anna Goryachova Despina                      Giuseppina Bridelli Ferrando                     Dmitry Korchak Guglielmo                   Simone Alberghini Don Alfonso                Nicola Ulivieri   Direttore                     Michele Mariotti Regia                          Daniele Abbado Scene e costumi         Luigi Perego Luci                             Claudio Coloretti/Daniele  Naldi Assistente alla regia   Boris Steka Maestro del Coro       Andrea Faidutti     BELLE o BRUTTE, COSI’ FAN TUTTE (…e belli o brutti ci cascan tutti)   Nel 1770  Mozart soggiornò a Bologna, dove ospite del Conte Gian Luca Pallavicini, conobbe addirittura Farinelli ed ebbe anche l’occasione di prendere lezioni di contrappunto da Padre Martini. Venti anni dopo al Burgtheater di Vienna, la prima di “Così fan tutte, ossia la scuola degli amanti” ed ora  con  spirito omaggiante al grande compositore si è ascoltata e vista la messa in scena dell’allestimento del Lirico di Cagliari con coro e orchestra del  Comunale di Bologna. La lettura registica di Daniele Abbado ormai ha una ventina d’anni, ma i molti inserimenti di azione scenica in platea sia con i solisti che con il coro e gli allievi attori della Scuola di Teatro Alessandra Galante Garrone ed alcune ‘pensate’, hanno decisamente ravvivato e coinvolto il pubblico. La scena pressoché fissa è un susseguirsi di boccascena con effetto profondità; Luigi Perego oltre alle scene ha disegnato i  costumi con classicità pertinente all’idea di allestimento, ma con la  brillante intuizione di un semplice camicione da giardiniere per Despina –dottore. Le luci disegnate da Coloretti e riprese da Daniele Naldi sono risultate  interessanti, salvo qualche proiezione di non immediata efficacia.   I cantanti sono stati tutti bravi ed insieme hanno realizzato un cast di ottimo livello. Yolanda Ayuanet è una deliziosa Fiordiligi dalla voce cristallina e poeticamente armoniosa che si  muovei frizzantemente  sul palco con la tranquillità della protagonista. Anna Goryachova è  il buon mezzosoprano dalle tinte ambrate  che interpreta Dorabella, ammiccante e tentatrice; nei duetti le due interpreti hanno reso con partecipata consapevolezza, offrendo un piacevole ascolto. Simpatico l’aver essenzializzato le scene, lasciando alle interpreti il compito di visualizzare e far visualizzare. Il mezzosoprano Giuseppina Bridelli, con voce ferma e ben articolata ha reso con vivacità Despina strappando ben più di una risata, interpretando un giardiniere con pompa per il verderame  spruzzato nell’aria, piuttosto che il solito dottore che estrae boccettine di sali ed essenze miracolose. Dmitry Korchak  agilmente è Ferrando; con chiaro fraseggio ed accenti di tenorile duttilità è stato simpaticamente innamorato prima, deluso poi, riacciuffato al finale.. Il bass-bariton Simone Alberghini crea un Guglielmo ammiccante,  astuto ma prudente,  con la ben nota voce scura, ma fresca, agile e convincente. Il basso Nicola Ulivieri  per accattivarsi Despina le passerà lo smalto sulle unghie dei piedi tanto che questa sta seduta sul palchetto vicino alla barcaccia, mentre alla conclamata vittoria della scommessa si mangerà una mela rossa a fondo palco, mentre osserva gli accapigliamenti degli amanti. Dal punto di vista vocale non è una sorpresa essere subito coinvolti dal timbro caldo e passionale; L’età del suo personaggio – Don Alfonso-,  certifica la conoscenza del mondo e con ironia Ulivieri diventa irriverente e saggiamente presuntuoso. Interessanti gli interventi del coro diretto da Andrea Faidutti e degli attori che rappresentano giusta integrazione ai canti d’insieme  (fino a sei voci) ed ai recitativi di qualità. L’orchestra del Comunale è stata in simbiosi diretta dal giovane talentuoso e sensibile Michele Mariotti, attento spasmodicamente...

CONCORSO INTERNAZIONALE SCALIGER0

CONCORSO INTERNAZIONALE SCALIGER0
Una grande opportunità per chi nel campo del canto lirico, vuol tentare il salto di...

Maestro GUIDO MARIA GUIDA

Maestro GUIDO  MARIA GUIDA
 Gentilissimo Maestro Guida   Dopo aver ascoltato la sua ultima direzione  presso la Sala del Conservatorio di Torino con l’Accademia Corale Stefano Tempia, son rimasto talmente soddisfatto che mi è sorto il desiderio di porle qualche domanda.  Lei ha diretto famose  orchestre e celeberrimi cantanti;  quali diverse emozioni le suscitano la direzione della sola orchestra e dell’orchestra più il canto?  Dirigere un’orchestra è sempre una grande emozione, a maggior ragione quando il tessuto sinfonico viene completato da una melodia vocale o da un contrappunto corale: il direttore viene investito da vibrazioni indescrivibili  Quando dirige un’orchestra di giovani, lei ha un gesto particolare che fa intuire il suo desiderio di far crescere i giovani musicisti: è così ?  Con un’orchestra di consumata esperienza il direttore può concedersi “virtuosismi” gestuali purché non siano fini a sé stessi e soprattutto che siano espressivi. Con un’orchestra giovanile il gesto deve essere ancora più chiaro in modo da compensare l’eventuale inesperienza degli orchestrali in erba. Voglio sottolineare tuttavia due cose importanti:  al giorno d’oggi, generalmente, i giovani hanno un  livello di competenza e preparazione  tali da non essere troppo lontani da colleghi più anziani ed esperti; seconda cosa, la tecnica direttoriale deve essere sempre al servizio della musica e dell’orchestra senza nulla concedere ad inutili estetismi buoni solo per le signore della prima fila. Ovviamente i giovani vanno guidati con precisione, cura e intelligenza  Conosciuto ed affermato a livello internazionale, ha riscosso particolare successo in Messico e dal 1996 al 1998 è stato direttore principale dell’ Opera di Bellas Artes a Città del Messico: quali ricordi e quali desideri ha nei confronti di quella terra?  Sento grande amore per quella terra e per i messicani,  provo gratitudine per tutto l’affetto, collaborazione e dedizione che in Messico ho incontrato. Con l’Orchestra dell’Opera di Bellas Artes ho vissuto momenti di autentica magia ed emozione per tutte le produzioni che ho fatto in quel Teatro (forse più di 30, ho perso il conto); ma non posso dimenticare altre Orchestre con cui ho condiviso momenti importanti, penso alla Filarmonica di Città del Messico, all’OFUNAM, all’Orchestra di Xalapa che adoro, alla Filarmonica di Guadalajara per la quale sento un particolare affetto, senza dimenticare la prima Orchestra che ho diretto in Messico per il Festival Internacional Cervantino, ossia l’Orchestra di Guanjuato. Recentemente ho collaborato con due altre Orchestre che mi hanno appassionato, la Sinfonica di Monterrey e quella di Culiacan. Il desiderio più intenso che sento è quello di poter continuare a lavorare in quel paese, magari potendo accettare in futuro qualche direzione artistica. A parte l’intenso periodo come direttore principale dell’Opera, negli anni recenti ho diretto moltissimo in Messico, ma sempre come ospite. Ho ricevuto in svariati casi la richiesta di presentare la mia candidatura come direttore artistico o principale. Purtroppo non ho mai potuto garantire una continuità di presenza necessaria a svolgere quel ruolo. Chissà, magari in futuro, se avrò meno vincoli in Italia, potrò prendere in considerazione un’opportunità di questo tipo, cosa che mi affascina.   Fino al 1994 ha lavorato con l’indimenticabile Giuseppe Sinopoli:  cosa è rimasto di quel momento che immagino proficuo?  ‘E rimasto ovviamente moltissimo: nei 12 anni di apprendistato e collaborazione con lui ho potuto imparare tanto, sperimentare me stesso, lavorare in realtà estremamente importanti e complesse cimentandomi con esse, ho appreso come si debba lavorare con cantanti di rango internazionale. Ho studiato con lui opere e repertorio sinfonico di quella particolare area culturale in cui, credo, mi sono abbastanza specializzato, ossia quella che...

Les PECHEURS des PERLES -Teatro Comunale ‘Luciano Pavarotti’ – Modena

Les PECHEURS des PERLES -Teatro Comunale ‘Luciano Pavarotti’ – Modena
LES PECHEURS DE PERLES (I pescatori di perle) Georges Bizet  su libretto di Eugène Cormon e Michel Carré Léïla Nino Machaidze Nadir Jesus Leon Zurga Vincenzo Taormina Nourabad Luca Dall’Amico Direttore Patrick Fournillier Regia Fabio Sparvoli Scene Giorgio Ricchelli Costumi Alessandra Torella Luci Jacopo Pantani Coreografie Annarita Pasculli Maestro del coro Martino Faggiani Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e Coro del Teatro Regio di Parma Coproduzione Fondazione Teatro Regio di Parma Fondazione Teatro Comunale di Modena Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste   Il genere umano per vivere e sopravvivere tra i flutti delle intemperie che la vita inevitabilmente propone e propina,  necessita  di fantasia, di immaginarie illusioni, di storie impossibili, possibilmente con un  lieto fine. “Le pecheurs des perles” va ad inserirsi proprio in quegli anfratti mentali che si schiudono per offrire una via di evasione, un illusorio mondo fantastico… ed è appunto tra miti, fantasia e faticose realtà che  si snoda la vicenda narrata nell’opera di George Bizet. Il testo non è particolarmente lirico, ma in compenso la partitura è incredibilmente bella e  ricca di sfumature poetiche e vibrazioni accorate. La lettura che è stata conservata  nel complesso dell’allestimento è quella da fin siècle che si apre ad un nuovo mondo. Patrick Fournillier propone infatti una lettura armoniosa, lineare ed omogenea, seguendo la filosofia madre dell’opera. La messa in scena curata da Giorgio Ricchelli è semplice  ma efficace attraverso  l’inserimento di elementi scenici descrittivi ben valorizzati dalle luci disegnate da Jacopo Pantani. La regia di Fabio Sparvoli crea  movimenti fedeli all’idea primaria dell’opera distinguendo la vita reale da quella immaginaria. Il balletto diretto da Annarita Pasculli è sulla stessa lunghezza d’onda con movenze da danza tribale o sinuosità sognate  nell’immaginario collettivo. Di Alessandra Torella sono i filologici  e ricchi i costumi. Martino Faggiani è il bravo direttore del coro del Teatro Regio di Parma, protagonista  apprezzato anche in altre recenti produzioni quali  “I  Pagliacci”,  sia per limpidezza  corale che per la ricerca di interpretazione sfumata di  emozioni. Molto belli i duetti ed il terzetto che costellano il rigo ed apprezzato il chiaro fraseggio degli interpreti. Freschi e coinvolti, gli interpreti infondo delicatezza  o vigore nei vari sentimenti che caratterizzano l’opera: amore quasi fraterno, passione di sentimenti e di carne,  vendetta e perdono. Nelle rappresentazioni modenesi il ruolo di Nadir è affidato al giovane tenore messicano Jesus Leon che ha offerto una prova di qualità, apprezzata da un  pubblico che ha ancora nel cuore la voce di Pavarotti. In particolare  nell’aria “Je crois entende” è risultato limpido e diamantino, riuscendo  ad infondere gran sentimento partecipativo e comunicativo. Leila è stata interpretata da Nino Machaidze con limpidezza e corposa rotondità vocale; interessanti le duttili agilità e l’emissione sicura e brillante, su un velluto di lineare omogeneità. Luca dall’Amico è il basso che da voce al sacerdote Nourabad: la parte non è certamente estesa ma sufficiente per esternare  profondità timbrica . Zurga è stato  interpretato dall’imponente (sia nel fisico che nella voce) Vincenzo Taormina  che ha realizzato il ruolo con grande attenzione vocale e prestanza attoriale; il bel colore brunito della voce si è arrotondato nei momenti di tenero sentimento, ha delineato l’autorevolezza del capo  ed abilmente si è irrobustito nelle scene di gelosia.  La sua forte presenza scenica trova esaltazione  al finale quando resta solo sul palco, ricco del perdono concesso.                   La Musica vince sempre.      Renzo Bellardone Essere melomani si rivela ogni volta una grande fortuna! Oltre che riscaldare il cuore ed alleggerire lo spirito, l’ascolto dal vivo della musica e...