la mia recensione emozionale n. 300!

la mia recensione emozionale  n. 300!
Signore e signori, state leggendo di giorno? allora buongiorno! State leggendo dopo l’imbrunire? Allora  buonasera! Qualche anno fa un amico mi chiese di scrivere ‘liberamente’ e da neofita una recensione ad un suo concerto! La cosa mi divertì e continuai quel percorso. Da allora ho commentato emozionalmente diversi lavori per il teatro d’opera, prosa, musical, concerti, arte in genere; considero questa la mia recensione emozionale  n. 300! Ci tengo sempre a precisare “emozionale”  per il fatto che non sono musicista, regista, scenografo, coreografo, ligth designer, drammaturgo, librettista, ma semplicemente un amante della bellezza e  della verità, ovvero del teatro e dell’arte in ogni sua forma. Nell’epoca dell’apparire senza calibrate fondamenta cognitive e strutturali, troppi si attribuiscono qualifiche che non possiedono: per questo dichiaro costantemente che il mio motore propulsore è fatto solo di interesse,  emozioni, volontà  e passione. Si vocifera (ma sono un po’ sordo e magari non ho ben inteso) che il teatro sia solo finzione, ma non dimentichiamo però che ogni scrittore – anche quello di teatro – si ispira alla vita reale e talvolta non fa che raccontare esclusivamente quella ed a teatro cadono le barriere dell’ipocrisia, delle opportunità tortuose, delle finzioni calcolate, del camaleontismo funzionale e potrei andare all’infinito, ma il palcoscenico parla da sé raccontando di maschere, ma più che d’accompagnamento al posto, di maschere pirandelliane! Il teatro è scuola: scuola di vita! Insegna ad andare oltre alle apparenze,  a cogliere i dettagli, le sfumature della creazione e vivere le sole emozioni che trasmette, liberandosi da inutili  preconcetti e sovrastrutture psicologiche! Perché ho pensato alla recensione emozionale  dei miei interessi? Beh avrei trovato difficile  individuare la numero 300, perché nel mio animo è un traguardo importante e non intendo privilegiare, ai miei occhi,  una produzione piuttosto che un’altra. In questo tempo di scrittura e commenti ho conosciuto meravigliosi addetti agli Uffici Stampa, ho incontrato personaggi che appartengono al mondo dell’arte, dello spettacolo, direttori d’orchestra, artistici, sovrintendenti, attori,cantanti, artisti in genere, organizzatori, addetti al back stage,  ricchi di grande carica umana, indispensabile per riuscire umilmente ad offrirsi quotidianamente   al giudizio del pubblico.  Anche questo è un ‘mondo’ difficile, ma è molto meglio frequentato di altri mondi, che appaiono più potenti, più patinati e nella realtà ben più contorti e meschini. Nel tragitto ho incontrato editori, curatori, redattori stupendi in Italia e nel mondo,  ho incontrato nuovi amici ricchi di sensibilità e portatori sani di affetto. Vorrei chiudere questa chiacchierata, ma non so come fare … sarebbe bello elencare tutti, ma sicuramente dimenticherei qualcuno, quindi credo che forse un unico grande abbraccio di ringraziamento  a tutti quelli che in qualche modo mi hanno regalato degli attimi di emozione, gioia, compagnia, benessere, relazione,  cordialità, amicizia ed evidente affetto … forse è davvero l’unica semplice, autentica e sentita   conclusione! Grazie! Renzo...

LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA – Teatro Coccia- Novara 24 febbraio 2019

LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA – Teatro Coccia- Novara 24 febbraio 2019
Arrivati ad una certa età si crede di averle ormai sentite tutte e capito (quasi) tutto, poi arrivano gli Oblivion, cantanti, attori, ballerini, fantasisti ed un po’ saltimbanchi che allegramente  ti raccontano la Bibbia da un punto di vista diverso da quello che ci hanno insegnato! Ed allora l’unica alternativa qual’è? DIVERTIRSI ! LA BIBBIA RIVEDUTA E SCORRETTA Uno spettacolo scritto da Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli Musiche di Lorenzo Scuda Interpretato da Gli OBLIVION (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli) Regia Giorgio Gallione Produzione AGIDI S.r.l. Foto ©Paolo Galletta     “Anno domine 1455..”  ed immersi in un rosso acceso ha inizio il racconto della Bibbia riveduta e scorretta! Tra roghi pronti a bruciare streghe e false credenze popolari, Johann Gutenberg introduce la stampa a caratteri mobili, crea l’editoria e inaugura di fatto l’Età Moderna. Fin qui tutto chiaro anche per Gutenberg che ha la netta percezione dell’enormità della scoperta, ma una domanda sorge spontanea: quale deve essere il primo libro da stampare e consegnare all’umanità? Ovviamente individuare la risposta crea uno stato confusionale nella sua mente e vive l’ansia da prestazione editoriale, ma … a quel punto bussa alla porta della prima stamperia al mondo nientemeno che  il Signore Iddio con, su una carriola argentea e luccicante, le lastre di pietra manu scolpite. Dio chiede a Gutenberg di stampare la Bibbia, trasformarla in un best seller e fare di lui il più grande scrittore di tutti i tempi.  Succederà di tutto  e tra una discussione e l’altra tra Dio e Gutenberg (con un libro sempre sul capo) prende il via la lotta eterna tra il Potere Divino ed il Quarto Potere, perché come anche riportato: “ puoi essere anche Dio sceso in terra, ma se non hai un buon ufficio stampa non sei nessuno” Esilaranti i racconti del vecchio Abramo senza figli, della “vera” lotta tra Caino ed Abele circa la cucina abituale con carni ecc e la cucina vegetale, fino alla farsesca descrizione della circoncisione rappresentata da svolazzanti foulards. La Bibbia deve restare  nella storia ed allora bisogna anche stupire con effetti speciali ed ecco allora il diluviouniversale con Noè circondato da pupazzetti di animali e con ARKEN tutta da montare con quattro pezzi di legno, un foglietto di istruzioni ed una brugola, parodiando con fin troppa evidenza la celebre Ikea. Non manca neppure un grande salmo che diventa un salmone… Comicissima la rappresentazione del battesimo ‘io battezzo te e tu battezzi me’ con San Giovanni Batista con già un piatto attorno al collo, pronto per la decollazione. Il conflitto generazionale non manca tra Padre e Figlio e poi arriva pure lo Spirito Santo a  creare confusione di ruoli ed ad ingarbugliare tutto pure Babbo Natale che diventa il distributore ufficiale del prodotto Bibbia, con l’unica necessità di consegnare tutto in una notte. Giorgio Gallione ha realizzato una regia dinamica e scattante, ricca di elementi senza intasare e confondere la scena, ma simboleggiando le varie sezioni le ha rese di immediata fruizione. Circa le luci sono stato colpito dalla efficacia nella totale semplicità. I costumi vivaci e brillanti nei più svariati colori, non fanno che contribuire alla riuscita della produzione. Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli ovvero gli Oblivion, si incontrano nel 2003 a Bologna e da quel momento diventano una realtà su internet, in teatro, in televisione e su palchi prestigiosi. Sono davvero bravi! In cinque tengono uno spettacolo con ironia, gestualità, agilità, espressione, canto...

LE NOZZE DI FIGARO Teatro Coccia Novara 15.febbraio 2019

LE NOZZE DI FIGARO Teatro Coccia Novara 15.febbraio 2019
La trilogia Mozartiana con i libretti di Lorenzo da Ponte è veramente molto rappresentata, anche per la facilità all’ascolto e per il riamato riascolto. Certo è, che come per tutte le opere molto rappresentate, diventa difficile mantenere classicità ed innovazione al tempo stesso. Nel caso dell’edizione di cui vado a raccontare anche il cast di tutto rispetto ha giovato alla riuscita!   LE NOZZE DI FIGARO Teatro Coccia Novara 15.febbraio 2019 Opera lirica in quattro atti Musica di Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Lorenzo da Ponte Regia Giorgio Ferrara Direzione d’orchestra Erina Yashima Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” Scene Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo – Costumi Maurizio Galante Coro San Gregorio Magno Produzione Fondazione Teatro Coccia Coproduzione con Ravenna Festival, Festival dei Due Mondi di Spoleto l Conte di Almaviva VITTORIO PRATO La Contessa di Almaviva FRANCESCA SASSU Susanna LUCREZIA DREI Figaro SIMONE DEL SAVIO Cherubino AURORA FAGGIOLI Marcellina ISABEL DE PAOLI Bartolo ION STANCU Basilio JORGE JUAN MORATA Don Curzio RICCARDO BENLODI Barbarina LEONORA TESS Antonio JONATHAN KIM La splendida ouverture riconduce l’animo al divertissement operistico e la direzione della giovane Erina Yashima  appare subito vivace e briosa grazie all’impeto impresso ed al gesto chiaro ed efficace, che ben si attaglia al sorriso costante della direttrice, in simbiosi con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, cui va un plauso sincero ed in particolare a Maria Silvana Pavan, maestro al clavicembalo. Simone del Savio, protagonista di Figaro appare molto ‘comodo’ nel ruolo che risolve con caratterizzazioni attoriali ed un bel timbro vocale esposto con esuberante facilità. La storia è cosa nota e forse per questo Giorgio Ferrara, con la regia ripresa da Patrizia Frini ha scelto di non estrinsecare molto movimento, forse anche per lasciare spazio al canto. Le scene classiche di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo  con grande sipario alzato dipinto, raggiungono  il momento clou con i due troni dorati illuminati con gran risalto dell’oro e dei costumi particolari e di gran rilievo creati da Maurizio Galante. Il Coro di San Gregorio Magno è ormai avvezzo alle produzioni operistiche ed è valido punto di rilevanza nel complesso della realizzazione. Il Conte di Almaviva è Vittorio Prato, baritono affermato nei più importanti teatri d’opera del mondo; ha  studiato anche con Luciano Pavarotti ed oggi La Stampa dice di lui “L’Opera può essere sexy”, in  virtù anche del fato che è testimonial di Missoni. Venendo al ruolo di Conte d’Almaviva lo ha interpretato con nobile piglio,  emissione sicura e bel fraseggio che affascina. La Contessa di Almaviva incontra Francesca Sassu anch’essa interprete affermata che infonde un carattere fermo al personaggio espresso con voce interessante e bel colore. Lucrezia Drei, è la dolce, ma non troppo, Susanna che rappresenta con limpida estensione di  voce, con brillantezza e facilità negli acuti resi con fermezza e squillanti. Cherubino, ovvero  Aurora Faggioli è abbigliato in modo un po’ circense e questo tratteggia il personaggio un po’ al di fuori di quanto risulta dalla scrittura di Mozart e di Da Ponte; in ogni caso le agilità fisiche e vocali manifestano esuberanza ed allegrezza. Isabel de Paoli interpreta Marcellina  in coppia con Bartolo, Ion Stancu ed entrambi risultano gradevoli, come Jorge Jaun Morata in don Basilio. Leonora Tess è la scattante Barbarina, che disegna con voce decisa e facile agli acuti; Riccardo Benlodi è interessante caratterista e bella voce  in Don Curzio. Jonathan Kim chiude la carrellata degli interpreti con il personaggio del giardiniere Antonio. La Musica vince sempre. Renzo...

UNO ZIO VANJA – Teatro Coccia Novara – 2 febbraio 2019.

UNO ZIO VANJA – Teatro Coccia Novara – 2 febbraio 2019.
Al teatro Coccia di Novara va in scena ‘Uno zio Vanja’: perché ‘uno’? Dopo averlo visto è comprensibile. ‘Uno’ perché è indubbiamente uno dei modi di portare in scena una delle  più grandi, tra le opere di Cechov ed in questo caso è la contemporaneizzazione di  un malessere che si perpetua nel  tempo, che si acuisce allorquando la società si imbruttisce e impoverisce. UNO ZIO VANJA  di Anton Čechov Con Vinicio Marchioni, Francesco Montanari, e con Lorenzo Gioielli, Milena Mancini, Alessandra Costanzo, Nina Torresi, Andrea Caimmi, Nina Raia Luci Marco Palmieri – Scene Marta Crisolini Malatesta – Costumi Milena Mancini e Concetta Iannelli Musiche Pino Marino Regia Vinicio Marchioni Produzione Khora Teatro       Zio Vanja (Djadja Vanja) è un dramma dell’autunno 1896 o 1897 di Anton Pavlovič Čechov. È considerata una delle sue opere più importanti, la seconda dopo “Il gabbiano”. In questa regia dello stesso protagonista Vinicio Marchioni, la visione della società odierna è impietosa, ma puntuale e veritiera nella descrizione della perdita di valori, confusa e disorientata da situazioni governate da forze occulte, ma potenti; emerge l’insoddisfazione, l’insicurezza , l’inadeguatezza e l’opportunismo. I conflitti d’interesse e la volgare gestione della natura e della sua bellezza influisce sulla vita sempre più grigia della società che si sta imbarbarendo. La scena di Marta Crisolini Malatesta, talvolta appare come una quadro verista ed i colori dominanti sono opachi, senza troppa speranza, salvo alcuni bagliori di rosso tra i costumi perfettamente adeguati di Milena Mancini e Concetta Iannelli;  dietro un sipario datato, ma che per il colore viola  contrasta con le credenze teatrali di un tempo, sullo sfondo  si staglia un cumulo di macerie non ancora rimosse dopo il terremoto. Sopra alle macerie si erge un albero (forse un rimando al giardino dei ciliegi?) ricco di fiori al primo atto, ma che si sguarnisce al secondo, restando spoglio, così come spogliati di volontà e fiducia sono i personaggi che si muovono tra le note calzanti delle musiche di Pino Marino. Veniamo agli interpreti: Vinicio Marchioni, zio Vanja,  è un mattatore che affronta il ruolo con convinzione e forte immedesimazione e trasmette le stesse motivazioni alla compagnia che dirige con il piglio sicuro del solido professionista; Il suo ruolo non è compito facile, ciò nonostante sa rendere molto bene l’amarezza di un uomo frantumato ed impossibilitato ad amare che non può rinnegare il difficile tempo passato ed il rimpianto di una vita vissuta a metà. Troviamo  un ottimo  Francesco Montanari nel ruolo del medico  frastornato tra un amore impossibile ed il conflitto tra il desiderio di vivere in un mondo pulito e verdeggiante e la realtà inconfutabile.  In quel back stage di teatro reso poetico dalle luci  disegnate da Marco Palmieri con efficacia pittorica, Elena, interpretata con carattere ed eleganza da Milena Mancini, vive sospesa nel deserto di noia come questo che interrompe lasciandosi andare a furtivi ed illusori baci con il medico.   La commedia inizia con la voce da una radio che commenta i devastanti postumi di un terremoto con cantieri non partiti, macerie non rimosse dove esiste una nebbia crescente al posto dei desideri; Marina, l’anziana domestica e  sarta cuce con un verismo impressionante e la sua interprete Nina Raia è efficace in ogni momento della narrazione. Lorenzo Gioielli è perfettamente calato nel ruolo del vecchio professore lamentoso e malandato che però tiene un occhio agli affari cercando di volgerli a suo favore, con un vago sostegno da parte della madre della prima moglie interpretata con classe  da Alessandra Costanzo.  Il povero Telegin...

CONCORSO LETTERARIO ‘JACOPO DURANDI’ Città di Santhià 2019

CONCORSO LETTERARIO ‘JACOPO DURANDI’ Città di Santhià 2019
E’ con grande piacere che pubblico l’iniziativa del Concorso Letterario ‘Jacopo Durandi’ Città di Santhià 2019, invitanto scrittori e scrittrici, poeti e poetesse a partecipare!  VI APSETTIAMO ...