L’ILLUSIONISTA : Luca Bono Teatro Giacosa – Ivrea 7 dicembre 2019

L’ILLUSIONISTA : Luca Bono Teatro Giacosa –  Ivrea 7 dicembre 2019
In fondo un po’ sognatori lo si resta per tutta la vita, indipendentemente dalle esperienze  vissute e dagli  anni che si sono accumulati; ecco quindi che diventa stuzzicante e curioso il voler assistere ad un lavoro teatrale autobiografico con un messaggio forte: mai smettere di sognare ed inseguire i propri sogni, sempre! L’ILLUSIONISTA : Luca Bono Teatro Giacosa –  Ivrea 7 dicembre 2019 Con Sabrina Iannece Regia di Arturo Brachetti L’Illusionista propone la grande magia rivisitata da un artista appena ventisettenne, ex corridore di go kart che a seguito di un incidente, e incuriosito dal fratello maggiore Davide, si avvicina al mondo magico scoprendo un universo artistico e culturale impensato. Quasi inconsapevolmente, in pochissimi anni, Luca Bono passa  dal sottoscala del circolo magico torinese alle grandi platee internazionali. Lo spettacolo che propone in questo tour inizia con una colomba che esce dallo schermo e poi carte che volano, tessuti che diventano conigli, coinvolgendo il pubblico stando in mezzo ad esso o facendo salire persone del pubblico sul palcoscenico. Non tutto sognante, ma quasi concreto, Luca Bono, racconta la sua vita e passo a passo interviene con esercizi di magia decisamente attraenti, raccontando mentre dissemina di illusioni! Lo spettacolo è contemporaneo in quanto si avvale di telecamera che trasmette in diretta e grande uso dello schermo di proiezione. Bono è simpatico e simpaticamente si racconta con autoironia e con grande abilità: sorprendente con il Cubo di Rubik che in pochi secondi, con una mano sola e dietro alla schiena ricompone perfettamente, oppure quando solo toccandoli allinea allo stesso modo due cubi scomposti  prima da due spettatori. Stupefacente con le carte e molto poetico al finale con ‘Alla luna’ di Giacomo Leopardi, mentre lui gioca con la luna. In scena anche Sabrina Iannece, artista ed assistente che da qualche  anno lavora al fianco di Luca Bono e che in questo spettacolo è valida co-protagonista. La regia dello spettacolo è curata dal celebre trasformista Arturo Brachetti, che ha voluto con sé nei propri spettacoli e per oltre 400 volte Luca Bono di cui ora è direttore artistico. In alcuni momenti lo spettacolo si avvale di filmati e proiezioni su grande schermo, così da permettere al pubblico di seguire i dettagli delle illusioni, “senza trucco e senza inganno” dove la grande tecnica ed abilità la fanno da padrone. Spettacolo che diverte bimbi e nonni, insomma tutti quanti ! Renzo...

AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019

AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019
Un ridente albergo immerso nelle montagne fa da sfondo all’intreccio amoroso della proprietaria Gioseffa, innamorata di un avvocato. Leopoldo, primo cameriere, ama Gioseffa, non corrisposto. Una lite commerciale per una questione di mutande permetterà all’avvocato di innamorarsi della figlia dell’industriale Petronio Bottazzi che inventò le ‘mutande Maranello’, la parte avversa della causa. Questa è la sintesi della trama de ‘Al Cavallino Bianco’ l’operetta più rappresentata a mondo, dopo La Vedova allegra. Tra i titoli della fertile stagione del Coccia, brilla anche questo! AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019 Operetta in due atti di Ralph Bénatzky Corpo di ballo Novecento – Orchestra Cantieri d’Arte, diretta da Stefano Giaroli Scene e costumi Artemio Cabassi Coreografie Salvatore Loritto Regia Alessandro Brachetti Produzione Fantasia in Re Leopoldo | Antonio Colamorea Gioseffa | Susie Georgiadis Sigismondo Cogoli | Alessandro Brachetti Claretta Hintzelmann | Silvia Felisetti Piergiorgio Bellati | Domingo Stasi Ottilia Bottazzi | Elena Rapita Petronio Bottazzi | Fulvio Massa Prof. Hintzelmann | Marco Falsetti   Soria più unica che rara quella di ‘Al Cavallino Bianco’: infatti ancorchè firmata da Ralph Benatzky è in realtà frutto del lavoro di ben cinque compositori e forse da questo deriva lo sfavillio di questa  operetta.  Lo stesso Benatzky cantò il “Cavallino bianco” sul Wolfgangsee, nella parte in cui l’imperatore Francesco Giuseppe appare come Deus ex machina. La rappresentazione novarese è curata da Produzione Fantasia in Re con la briosa regia di Alessandro Brachetti, anche capocomico e brillante  interprete di Sigismondo, affettato dandy che attende di più alla  cura del proprio sopracciglio che a tutto il resto, senza però trascurare di ‘fare il filo’ e condurre poi a giunte nozze Claretta, Silvia Felisetti,  nonostante evidente difetto di pronuncia; entrambi ottimi interpreti sia dal punto di vista vocale che   d’attore. La messa in scena è davvero semplice, ma coerente con lo stile delle operette e la sua linearità paga, così come i costumi ideati dallo stesso scenografo Artemio Cabassi. Il primo cameriere Leopoldo è interpretato da Antonio Colamorea, valido e simpatico interprete dello sfortunato (fino a cinque minuti dal lieto fine) perché non riamato da Gioseffa, Susie Georgiadis: voce squillante e spigliatezza da protagonista. La storia ingarbugliata vede anche l’apprezzabile  Domingo Stasi nei panni dell’avvocato Piergiorgio Bellati il quale finirà per far innamorare Ottilia Bottazzi interpretata con dolce vivacità da Elena Rapita; il padre di Ottilia è l’industriali Petronio Bottazzi, Fulvio Massa,  il quale  ha positivamente colpito fin dalle prime batture per solidità vocale e soprattutto interpretativa. Buon caricaturista Marco Falsetti nel ruolo del prof. Hintzelmann sfortunato inventore che per trascorrere qualche giorno di villeggiatura deve contrattare sul prezzo. Con la tipicità della messa in scena delle operette anche qui troviamo le danze eseguite dal Corpo di ballo Novecento con sei ballerine e due ballerini che parafrasano l’aria di Leopoldo per passare poi alle danze tirolesi con vivacità e dinamicità in virtù della coreografia di Salvatore Loritto. Esprimendosi ancora una volta a suo favore, il Teatro Coccia si avvale di musica dal vivo ed in questo caso l’Orchestra Cantieri d’Arte, diretta da Stefano Giaroli: buona esecuzione in spirito con la realizzazione che sta tra l’operetta ed il musical, con accenti da opera comica in alcuni passaggi musicali. Direzione attenta e di stile che affronta egregiamente i virtuosismi della partitura. Riporto quale chiosa un’annotazione dal libro di sala, che pur riferendosi alla prima del 1930, ben si addice anche a questa spumeggiante  produzione: Il 10 novembre 1930, recensendo la prima mondiale de Al Cavallino Bianco, il Berliner Tageblatt...