Stresa Festival 2023 – Schubert – Arpeggione – Chiesa dei SS. Ambrogio e Theodulo 29 agosto

Stresa Festival 2023 – Schubert – Arpeggione – Chiesa dei SS. Ambrogio e Theodulo 29 agosto
Il meteo in questo fine agosto 2023 è pura l’instabilità, passando da un torrido caldo ad uragani distruttivi; il solo filo conduttore stabile, che nella vita ci accompagna, è la “bellezza” che a volte prende anche il nome di ‘Musica’ Stresa Festival 2023 – Schubert – Arpeggione – Chiesa dei SS. Ambrogio e Theodulo 29 agosto F. Schubert, Sonata n. 1 in re magg. per violino e pianoforte op. 137 n. 1 D 384 (Sonatina) F. Schubert, Sonata in la min. D 821 “Arpeggione“ L. Desyatnikov, “Wie der alte Leiermann” per violino e pianoforte (Omaggio a Schubert)  F. Schubert, Rondo brillante per violino e pianoforte in si min. op. 70 D 895 Sergey Malov, violino e violoncello da spalla Flóra Fábri, fortepiano Programma a tutto Schubert, quello che viene proposto in questa serata e quanto non è stato scritto da Schubert gli è stato dedicato e gli interpreti sono davvero un ‘unicum’ da ascoltare. La star di questa sera è Sergey Malov, considerato uno dei più eclettici e virtuosi del panorama violinistico attuale e lo dimostra con naturalezza e comunicatività e non accontentandosi di presentare il solo programma violinistico, propone anche un arpeggione, ovvero un violoncello da spalla, che sta tra un violino ed un violoncello ed esprime un suon particolare che sta appunto tra i due strumenti; si narra che Johann Sebastian Bach suonasse le sue Suite per violoncello, proprio su un arpeggione. Nelle sue evoluzioni musicali viene accompagnato al fortepiano da Flóra Fábri, abile anche al cembalo ed all’organo strumenti presenti nelle sue varie incisioni e che l’accompagnano nella sua attività d’insegnante. L’insieme di due interpreti eccezionali fa si che il pubblico resti estasiato e per quanto mi riguarda ho apprezzato molto il brano, per la sua originalità e contemporaneità, per violino e pianoforte che L. Desyatnikov ha dedicato a Schubert. La Musica vince sempre. Renzo...

TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019

TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019
La grande Musica riesce sempre a ‘fregare’ anche il più incallito e duro ascoltatore. Traviata, seppur titolo abusato ed ascoltata innumerevoli volte, riesce sempre a commuovere: anche quando si cerca un atteggiamento distaccato, arriva poi “l’addio al passato” e qui casca anche il più insensibile degli ascoltatori ! TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019. Opera in tre atti Musica di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio Direttore Matteo Beltrami Regia Renato Bonajuto Orchestra della Fondazione Teatro Coccia con Orchestra del Conservatorio “Cantelli” di Novara Scene Sergio Seghettini – Costumi Matteo Zambito  Produzione Fondazione Teatro Coccia Allestimento del Teatro Goldoni di Livorno Violetta Valéry KLÁRA KOLONITS Flora Bervoix CARLOTTA VICHI Annina MARTA CALCATERRA Alfredo Germont DANILO FORMAGGIA Giorgio Germont ALESSANDRO LUONGO Gastone / Giuseppe BLAGOJ NACOSKI Barone Douphol / Commissionario ROBERTO GENTILI Marchese d’Obigny CLAUDIO MANNINO Dottor Grenvil ROCCO CAVALLUZZI   Cast complessivamente buono con i vari interpreti in ruolo e da veri artisti, tutti quanti molto semplici ed alla mano. Klara Kolonits è risultata una Violetta decisamente interessante, con luminosità e facilità nelle agilità, da cui traspare la solida tecnica, che fa approcciare il personaggio con umiltà rendendolo poi con scintillante ed intensa  passione! Carlotta Vichi è indubbiamente una efficace Flora Bervoix, così come Marta Calcaterra piace in Annina sia per vocalità che attorialità, ruolo in cui peraltro è di riferimento. Danilo Formaggia arrivato in soccorso veramente all’ultimo minuto, causa indisposizione dei previsti interpreti, risolve Alfredo in un crescendo di solidità e offrendo una interpretazione più che gradevole. Alessandro Luongo man mano che la vicenda si svolge acquista timbricità e colore, facendo si che papà Germont abbia il peso che ha nella vicenda. Gastone e Giuseppe sono interpretati da Blagoj Nacoski, che vanta un curriculum di tutto rispetto e qui oltre alla prestanza fisica esibisce un bel tono e timbricità accattivante oltre al meraviglioso golden retriver che con lui appare all’inizio del secondo atto suscitando tutte le simpatie del pubblico, così come al finale a ricevere gli applausi con Blagoj. Roberto Gentili, Claudio Mannino e Rocco Cavalluzzi, hanno ben reso i loro ruoli con fermezza e caratterizzazione. Trattandosi di una produzione del Teatro Coccia, vale la pena (oltre che doveroso) spendere qualche parola su gli ‘attori realizzatori’. Corinne Baroni direttrice del teatro che ama, ha creato una sorta di anteprima ed infatti prima della rappresentazione con il direttore musicale ed il segretario artistico, raccontano l’opera in platea; dal primo esperimento di qualche mese fa ad oggi il pubblico presente è aumentato in modo esponenziale a significare quanto la vicinanza con il pubblico sia pagante per entrambe le parti. Trattandosi dell’ultima opera in cartellone di stagione la signora Baroni è apparsa sul palco ante ouverture per ringraziare il pubblico ed invitarlo alle produzioni future. Il teatro ha un suo pubblico e svolge veramente il ruolo di ‘teatro di tradizione’, con una buona azione complessiva di marketing e comunicazione di Serena Galasso. Il direttore musicale ed in questo caso anche direttore d’orchestra Matteo Beltrami ha diretto con consapevolezza e passione preservando le magiche atmosfere intrise di poesie che la partitura racchiude; attento ad ogni dettaglio vive la direzione con l’orchestra ed il palco in simbiosi perfetta, dedicando fedeltà alla scrittura ed amore alla realizzazione. Le Scene di  Sergio Seghettini  sono davvero eccellenti e realizzate con la semplicità quasi contemporanea della regia. I costumi di  Matteo Zambito rispecchiano esattamente l’epoca in cui si è riambientata la vicenda e di  grande impatto ed efficacia le luci di Ivan...