IDOMENEO – Teatro alla Scala 1 giugno 2019

IDOMENEO – Teatro alla Scala 1 giugno 2019
Tornare alla Scala dopo qualche mese di assenza, è sempre un tuffo al cuore ed una gioia dell’anima! La bellezza del Teatro e le atmosfere intrise di storie e passioni mi avvolgono in un abbraccio protettivo che mi aiuta a capire la bellezza dell’essere! IDOMENEO – Teatro alla Scala 1 giugno 2019 Wolfgang Amadeus Mozart Coro, Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala Nuova Produzione Teatro alla Scala   Direttore  Diego Fasolis Regia  Matthias Hartmann Scene  Volker Hintermeier Costumi Malte Lübben Luci Mathias Märker Drammaturgo Michael Küster Coreografo Reginaldo Oliveira   CAST Idomeneo Bernard Richter Idamante Michèle Losier Arbace Giorgio Misseri Ilia Julia Kleiter Elettra Federica Lombardi Gran Sacerdote Krešimir Špicer Voce di Nettuno Emanuele Cordaro Due Cretesi Silvia Spruzzola, Olivia Antoshkina Due Troiani Massimiliano Di Fino, Marco Granata   Sebbene la sera della prima, il 29 gennaio del 1781,  fu lanciata una coscia di fagiano da un palchetto in direzione di Mozart che dirigeva l’orchestra, Idomeneo, al debutto,fu molto applaudito, ma dopo l’acclamato esordio dovette attendere qualche anno per venire replicato. Tutt’oggi è opera poco rappresentata seppur includa dei paesaggi musicali di tutto rispetto e richieda voci ferme, sicure e timbricamente rilevanti. La messa in scena alla Scala è veramente degna della sacralità del luogo che la ospita ed il cast stellare soddisfa i sensi preposti all’ascolto ed all’intimo piacere dello stesso. La regia di Matthias Hartmann  con la drammaturgia di Michael Küster è curata in ogni dettaglio fino all’infinitesimale: non c’è spazio per la staticità ed ogni attimo è un attimo di descrizione e narrazione con la fluidità delle danze del favoloso Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, coreografate ecletticamente da Reginaldo Oliveira: uniformi nei costumi  di Malte Lübben  e con i corpi dipinti in argento  vanno  a confondersi con le tinte della struttura scenica da cui emergono con lo strisciare e con una sorta di butoh che si espande in contemporanee gestualità. Grandi volute di fumo avvolgono il palco ed invadono la platea, la quale resta   calamitata dalle nebbiose e tormentate atmosfere, trafitte  dalle luci di Mathias Märker in un evolutivo percorso di affascinamento. La scena  di Volker Hintermeier è scena unica girevole con un enorme relitto di nave ed una possente testa di toro ad evocare il mito del minotauro in Creta, isola in cui si svolge l’opera. Idomeneo ritorna a casa dalla guerra e che per aver salva la vita promette a Nettuno un sacrificio umano: “ucciderò il primo uomo che incontrerò appena toccata terra”, ma il primo uomo che incontra è l’amato figlio Idamante. Per scongiurare il sacrificio-delitto Idomeneo è contrastato dai fantasmi della sua mente e ha paura dell’orrore lasciato dalla guerra!  Bernard  Richter è appunto un Idomeneo molto umano, pieno di timori e sconvolto dal suo giuramento che eviterà dopo mille tormenti; la voce di  Richter vola sicura e flessibile con colorature affascinanti e con timbro lirico pieno e caldo; alla duttilità vanno aggiunte la forte presenza scenica e  la grande abilità di attore, che unite, rendono  il personaggio autenticamente sofferente e umano: un Idomeneo che resterà impresso ! Certamente facilitati dalla vigorosa e soffice direzione polarizzante di Diego Fasolis tutti i cantanti hanno dato il meglio di se ed una gradevole nota è sicuramente  la prassi esecutiva con fortepiano. Elettra figlia di Agamennone trova in Federica Lombardi una impetuosa ed irosa interprete che sente traditi i suoi affetti e che riesce a fluidificare gli impeti tramutati in dolcezza sobria come in ‘Soavi zeffiri’; valida interprete che sfoggia...

TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019

TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019
La grande Musica riesce sempre a ‘fregare’ anche il più incallito e duro ascoltatore. Traviata, seppur titolo abusato ed ascoltata innumerevoli volte, riesce sempre a commuovere: anche quando si cerca un atteggiamento distaccato, arriva poi “l’addio al passato” e qui casca anche il più insensibile degli ascoltatori ! TRAVIATA – Teatro Coccia Novara – 5 maggio 2019. Opera in tre atti Musica di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio Direttore Matteo Beltrami Regia Renato Bonajuto Orchestra della Fondazione Teatro Coccia con Orchestra del Conservatorio “Cantelli” di Novara Scene Sergio Seghettini – Costumi Matteo Zambito  Produzione Fondazione Teatro Coccia Allestimento del Teatro Goldoni di Livorno Violetta Valéry KLÁRA KOLONITS Flora Bervoix CARLOTTA VICHI Annina MARTA CALCATERRA Alfredo Germont DANILO FORMAGGIA Giorgio Germont ALESSANDRO LUONGO Gastone / Giuseppe BLAGOJ NACOSKI Barone Douphol / Commissionario ROBERTO GENTILI Marchese d’Obigny CLAUDIO MANNINO Dottor Grenvil ROCCO CAVALLUZZI   Cast complessivamente buono con i vari interpreti in ruolo e da veri artisti, tutti quanti molto semplici ed alla mano. Klara Kolonits è risultata una Violetta decisamente interessante, con luminosità e facilità nelle agilità, da cui traspare la solida tecnica, che fa approcciare il personaggio con umiltà rendendolo poi con scintillante ed intensa  passione! Carlotta Vichi è indubbiamente una efficace Flora Bervoix, così come Marta Calcaterra piace in Annina sia per vocalità che attorialità, ruolo in cui peraltro è di riferimento. Danilo Formaggia arrivato in soccorso veramente all’ultimo minuto, causa indisposizione dei previsti interpreti, risolve Alfredo in un crescendo di solidità e offrendo una interpretazione più che gradevole. Alessandro Luongo man mano che la vicenda si svolge acquista timbricità e colore, facendo si che papà Germont abbia il peso che ha nella vicenda. Gastone e Giuseppe sono interpretati da Blagoj Nacoski, che vanta un curriculum di tutto rispetto e qui oltre alla prestanza fisica esibisce un bel tono e timbricità accattivante oltre al meraviglioso golden retriver che con lui appare all’inizio del secondo atto suscitando tutte le simpatie del pubblico, così come al finale a ricevere gli applausi con Blagoj. Roberto Gentili, Claudio Mannino e Rocco Cavalluzzi, hanno ben reso i loro ruoli con fermezza e caratterizzazione. Trattandosi di una produzione del Teatro Coccia, vale la pena (oltre che doveroso) spendere qualche parola su gli ‘attori realizzatori’. Corinne Baroni direttrice del teatro che ama, ha creato una sorta di anteprima ed infatti prima della rappresentazione con il direttore musicale ed il segretario artistico, raccontano l’opera in platea; dal primo esperimento di qualche mese fa ad oggi il pubblico presente è aumentato in modo esponenziale a significare quanto la vicinanza con il pubblico sia pagante per entrambe le parti. Trattandosi dell’ultima opera in cartellone di stagione la signora Baroni è apparsa sul palco ante ouverture per ringraziare il pubblico ed invitarlo alle produzioni future. Il teatro ha un suo pubblico e svolge veramente il ruolo di ‘teatro di tradizione’, con una buona azione complessiva di marketing e comunicazione di Serena Galasso. Il direttore musicale ed in questo caso anche direttore d’orchestra Matteo Beltrami ha diretto con consapevolezza e passione preservando le magiche atmosfere intrise di poesie che la partitura racchiude; attento ad ogni dettaglio vive la direzione con l’orchestra ed il palco in simbiosi perfetta, dedicando fedeltà alla scrittura ed amore alla realizzazione. Le Scene di  Sergio Seghettini  sono davvero eccellenti e realizzate con la semplicità quasi contemporanea della regia. I costumi di  Matteo Zambito rispecchiano esattamente l’epoca in cui si è riambientata la vicenda e di  grande impatto ed efficacia le luci di Ivan...