Per gli appassionati di una qualsivoglia arte o disciplina risulta sempre gratificante scoprire nuovi aspetti e nuova luce sull’argomento che loro interessa. Il Donizetti Opera Festival compie la brillante opera di riproporre opere non conosciute al pubblico contemporaneo, che dopo una quasi irreale passeggiata a Bergamo Alta entra nell’unicum del Teatro Sociale e gode delle scoperte. DITTICO – Teatro Sociale Bergamo 3 dicembre 2017 Che originali! farsa per musica di Gaetano Rossi, musica di Giovanni Simone Mayr prima rappresentazione Venezia, San Benedetto, 1798 edizione secondo la versione originale a cura di Maria Chiara Bertieri © Fondazione Donizetti Don Febeo – Bruno De Simone Donna Aristea – Chiara Amarù Don Carolino – Leonardo Cortellazzi Donna Rosina – Angela Nisi Biscroma – Omar Montanari Celestina – Gioia Crepaldi Carluccio – Pietro Di Bianco Pigmalione scena lirica in un atto da Antonio Simeone Sografi musica di Gaetano Donizetti prima rappresentazione dell’inedito Bergamo, Teatro Donizetti, 13 ottobre 1960 nuova edizione a cura di Alessandro Murzi © Fondazione Donizetti Pigmalione – Antonino Siragusa Galatea – Aya Wakizono Direttore – Gianluca Capuano Regia – Roberto Catalano Scene – Emanuele Sinisi Costumi – Ilaria Ariemme Luci – Alessandro Andreoli Orchestra – Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala Nuovo allestimento e produzione della Fondazione Donizetti Decisamente interessante risulta la proposta della Fondazione Donizetti 2017 ‘Dittico’ che inizia con ‘Che Originali’ ovvero una Farsa per musica di Giovanni Simone Mayr, uno dei maggiori operisti in Europa tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento il quale durante la sua attività in Italia, fu maestro di Gaetano Donizetti in quel di Bergamo. La narrazione racconta di Don Febeo, dilettante appassionato di musica, che a causa della sua passione fa letteralmente impazzire chi lo frequenta , complicando loro la vita. Nella rappresentazione bergamasca la regia di Roberto Catalano è vivace e brillante e mantiene la caratterizzazione della classica farsa; i costumi di Ilaria Ariemme si rifanno a sprazzi alla commedia dell’arte, mentre le scene di Emanuele Sinisi rimandano alla contemporaneità ed al futuro: contemporaneità quando il fondale è una tela tagliata con evidente richiamo alle opere di Fontana, mentre quando, caduto il fondale, la scena si apre sull’allestimento dell’opera successiva ‘Pigmalione’ si viene a creare una sorta di filo conduttore tra le arti in questione, prima la musica e poi la scultura, in una sorta di omaggio all’avanguardia artistica americana della seconda metà del Novecento appena trascorso. Ritornando a ‘Che Originali’ di Mayr un commento positivo va al direttore Gianluca Capuano ed all’Orchestra dell’Accademia della Scala che sanno mantenere il sapore dell’epoca della scrittura. Venendo agli artisti il protagonista Don Febeo incontra Bruno de Simone ben avvezzo ai ruoli brillanti ed in effetti sa esprimere un bel colore ed una certa incisività. Chiara Amarù mezzosoprano frequentatrice di Rossini sa rendere con vivacità e brillantezza Aristea, ‘Chi dice mal d’amore’ ed è subito piacevolezza. Leonardo Cortellazzi interpreta Don Carolino, ma in effetti ricopre ben più di un ruolo a causa dei continui travestimenti: voce piacevole dai toni sicuri con fraseggio accurato ed allegra presenza scenica (recentemente apprezzato alla Scala in ‘Il Trionfo del tempo e del disinganno). Angela Nisi giovane soprano pugliese ha carisma ed anche un bel timbro, con facilità alle repentine variazioni tonali. Omar Montanari affermato baritono si muove con estrema spigliatezza ed il bel colore della voce fa apprezzare in pieno il ruolo. Gioia Crepaldi interpreta Celestina ‘ Marito mi chiede..’ , mentre Pietro di Bianco veste i panni di Carluccio: entrambi risultano a loro...
Commenti recenti