Credo sia meritevole riscoprire i classici della nostra storia artistica e letteraria e riuscire a rielaborarli in altra forma d’arte diversa dalla precedente, prolungandone la vita; questo percorso tutela e salvaguardia il nostro patrimonio culturale che viene portato alla fruizione anche dalle nuove generazioni. MISERIA e NOBILTA’ – Teatro Carlo Felice Genova – 24 febbraio 2018 di Marco Tutino Opera in due atti liberamente tratta dalla commedia di Eduardo Scarpetta, soggetto, sceneggiatura e libretto di Luca Rossi e Fabio Ceresa. Regia, Rosetta Cucchi Assistente alla regia, Stefania Panighini Scene, Tiziano Santi Assistente alle scene, Alessia Colosso Costumi, Gianluca Falaschi Assistente ai costumi, Nika Campisi Luci, Luciano Novelli Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice e Teatro Verdi Salerno. Direttore d’orchestra, Francesco Cilluffo Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice Maestro del Coro Franco Sebastiani Personaggi e interpreti principali: Bettina Valentina Mastrangelo Peppiniello Francesca Sartorato Gemma Martina Belli Eugenio Fabrizio Paesano Cameriere/Contadino Nicola Pamio Felice Sciosciammocca Alessandro Luongo Don Gaetano Alfonso Antoniozzi Ottavio Andrea Concetti Mimi DEOS: Luca Alberti, Luisa Baldinetti, Filippo Bandiera, Emanuela Bonora, Dario Greco, Erika Melli, Davide Riminucci, Francesca Zaccaria. Credit photo: Bepi Caroli Ispiratosi alla vicenda scritta da Edoardo Scarpetta, Marco Tutino scrive la partitura per questa nuova opera in prima mondiale ed in allestimento con Genova e Salerno. La curiosità è forte soprattutto dopo il successo de ‘La Ciociara’ sempre di Tutino: le attese non vanno deluse neppure al Carlo Felice, già al primo ascolto della gradevole composizione che utilizza anche il valzer ed alcune dotte citazioni da arie operistiche e canzoni napoletane. Fin dalle prime battute si entra in sintonia con la musica dolce e vigorosa al tempo stesso, affidata all’appassionata direzione del giovane direttore Francesco Ciluffo che imprime forza descrittiva e poesia. Gli elementi scenici riconducono al verismo cinematografico e la vicenda si svolge in una Napoli dell’immediato dopoguerra, nei giorni del referendum per scegliere tra monarchia e repubblica! I mestieri di muratore, barbiere, lavandaia e stiratrice vengono ovviamente tutti svolti in strada a far da naturale fondale scenico alla miseria che ha segnato quegli anni. Gli spaghetti fumanti sono attesi dal pubblico come la marcia trionfale nell’Aida e gli spaghetti arrivano, fumanti e tanti, pronti a sfamare, almeno per un giorno, i diseredati per cause politiche o sociali. Nel momento della ‘spaghettata’ la musica si fa ampia e porta alla naturale commozione. Il secondo atto si svolge invece nell’abitazione di Don Gaetano e tra sostituzioni di persona e ritrovamenti di madre e figlio si giunge al lieto fine che conclude l’opera. La regia di Rosetta Cucchi è attenta ai particolari e fa muovere i personaggi con grande realismo. Le scene di Tiziano Santi rimandano alla classicità, escludendo ovvietà ed i costumi di Gianluca Falaschi anche in questo caso sono studiati in ogni dettaglio e calibrati ai ruoli. Apprezzato anche il coro diretto da Franco Sebastiani. Venendo al cast, si può a buon diritto dichiarare che è di buon livello. Nei panni di Felice Sciosciammocca troviamo Alessandro Luongo con buona presenza scenica e voce arrotondata dai colori ambrati. Valentina Mastrangelo nei panni di Bettina trae voce squillante ed armoniosa, così come Martina Belli che nel ruolo di Gemma sfodera agilità e facilità negli acuti. Peppiniello è affidato al mezzo-soprano Francesca Sartorato che si esprime con vivacità e bel colore. Fabrizio Paesano interpreta il ruolo di Eugenio con scioltezza e buona intonazione e Nicola Pamio da vita prima al contadino e poi al cameriere con grande sicurezza. Andrea Concetti non delude mai con i bei colori scuri...
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