La nuova stanza per la musica di Stresa Festival si chiama Catapulta. È la camera acustica tutta in legno, disegnata da Michele De Lucchi. Questa realizzazione è uno scrigno trasportabile di suono prezioso, a contatto con la natura e la bellezza del territorio e questa sera è sull’Isola Bella, incastonato nel paesaggio lacustre al tramonto e poi di notte: emozioni in libertà
Vision String Quartet
Florian Willeitner, violino
Daniel Stoll, violino
Sander Stuart, viola
Leonard Disselhorst, violoncello
programma:
E. Bloch, Prélude B. 63
F. Mendelssohn, Quartetto n. 2 in la min. op. 13
A. Dvořák, Quartetto per archi in sol magg. op. 106
Il programma è stato decisamente interessante ed il Vision String Quartet è sicuramente una garanzia di qualità, vivacità e grande serietà interpretativa.
Ma inconsuetamente partiamo dal finale ovvero dai due bis concessi, brani scritti dal quartetto ed a tema folk jazz, con una carica di ritmo e temperamento decisamente brioso e trascinanti come lo sono certe danze irlandesi.
Il resto del programma ha previsto Prelude di Bloch, brano breve ma molto coinvolgente per passare poi al Quartetto in la minore di F. Mendelssohn. L’esplosione di agilità performante, originalità interpretativa e carica emotiva ha raggiunto l’apice con il quartetto d’archi di A. Dvořák che seppur scevro da evidenti rimandi alla danze boeme ed al ricordo dell’esperienza americana, si palesa come una scrittura successiva all’approccio al Nuovo Mondo, che gli ha lasciato una impronta definita.
L’interpretazione è vivacissima e partecipata che riesce a catturare il pubblico travolgendolo con i dialoghi tra i pizzicati ed i mastellati.
Ormai attivo da una decina di anni il quartetto ed esattamente un anno dopo la loro esibizione allo stresa festival all’Isola Madre tornano ad affascinare con eleganza un pubblico entusiasta!
La Musica vince sempre
Renzo Bellardone
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