LA SONNAMBULA – Teatro Regio di Torino – 14 aprile 2019

LA SONNAMBULA – Teatro Regio di Torino – 14 aprile 2019
Pazzia, tradimento, sonnambulismo sono temi tra i prediletti delle opere liriche: sia per quelle tragiche che per quelle più amene o addirittura assimilabili ad un quasi vaudeville. “Sonnambula” rientra proprio in quest’ultimo caso ed a tratti è divertente, mentre in altri c’è apprensione e partecipazione. In ogni caso per gli amanti del bel canto è certamente un trionfo di voci in un rincorrersi di variazioni ed agilità La sonnambula Melodramma in due atti Libretto di Felice Romani Musica di Vincenzo Bellini   Personaggi Interpreti Amina, orfanella raccolta da Teresa, fidanzata a Elvino soprano Ekaterina Sadovnikova   Elvino, ricco possidente del villaggio tenore Antonino Siragusa   Il conte Rodolfo, signore del villaggio basso Nicola Ulivieri   Lisa, ostessa, amante di Elvino soprano Daniela Cappiello   Teresa, molinara mezzosoprano Nicole Brandolino Alessio, contadino, amante di Lisa baritono Gabriele Ribis Un notaro tenore Alejandro Escobar Direttore d’orchestra Renato Balsadonna Regia Mauro Avogadro Scene Giacomo Andrico Costumi Giovanna Buzzi Luci Andrea Anfossi Regista collaboratore Ola Cavagna Movimenti mimici Anna Maria Bruzzese Assistente ai costumi Maria Antonietta Lucarelli Maestro del coro Andrea Secchi   Orchestra e Coro del Teatro Regio Allestimento Teatro Regio in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia   L’allestimento  che propone in cartellone il Teatro Regio di Torino, non profuma certamente di nuovo e di fresco, ma è la ripresa di una produzione vista nel 1998, che ha comunque un suo perché e nelle scene di Giacomo Andrico, risulta addirittura contemporanea per le scelte dei colori con il grigio chiaro prevalente spaccato dalle sapienti luci disegnate da Andrea Anfossi , che nell’insieme amplificano la profondità e la tridimensionalità. La regia di Mauro Avogadro –regista collaboratore Ola Cavagna- non ha colpi di scena, ma privilegia le scene d’insieme abbastanza statiche che favoriscono i cantanti nell’emissione. I costumi di Giovanna Buzzi sono in linea con l’idea realizzativa ed ancor più con le scene, sostenendo l’idea del colore non appariscente, ma che crea omogeneità.  Un accento positivo va messo sul coro del Regio che è sempre preciso, puntuale e scenicamente valido. Renato Balsadonna, sconosciuto alla maggior parte del pubblico torinese, dirige con sufficiente piglio ed attenzione alla buca parimenti al palco. Diversi sono i volti e le voci nuove (a mia memoria) per il Regio di Torino, ma questo rende più interessante l’approccio con la produzione ed infatti vengono particolarmente apprezzate le voci del mezzosoprano Nicole Brandolino nel ruolo della molinara Teresa cui imprime sufficiente carisma con il timbro bello e sicuro. Altrettanto interessante nel ruolo di Lisa è il soprano Daniela Cappiello, vivace e brillante con brillio lirico. Ekaterina Sadovnikova interpreta la protagonista  Amina/Sonnambula con voce chiara e luminosa che ben fa esplodere  le variazioni ed agilità, tanto da immaginarla anche nella Lucia donizzettiana. I nomi noti ai palcoscenici internazionali non hanno certo deluso: Nicola Ulivieri  con voce profonda e scura ha reso il conte con sapiente esperienza e lungo sodalizio con l’opera, così come il coprotagonista Elvino ha trovato nell’affermato e solido Antonino Siragusa  un interprete di grande livello e facile in ogni ruolo belcantistico. La Musica vince sempre. Renzo...

INTERVISTA al maestro FRANCESCO PASQUALETTI

INTERVISTA al maestro  FRANCESCO PASQUALETTI
INTERVISTA al maestro  FRANCESCO PASQUALETTI  – Bar La Borsa – Pisa il 12.02.2017 Ciao Francesco, come stai? E’ un po’ che non ci si vede, ma seguendo il tuo percorso artistico vedo che sei in piena attività: Eh si, sta proseguendo tutto bene: a giugno e per la terza volta,  vado  due mesi a Aukland e Wellington  per dieci recite di Carmen, cinque  per ogni città;  appena prima  avrò una Traviata al Comunale di Firenze per il Maggio Musicale Fiorentino e notizia proprio dell’ultima ora a  settembre sarò di nuovo a Firenze dove dirigerò Butterfly. Dopo aver firmato il contratto per la ‘New Zealand Opera’ mi sono arrivate diverse proposte interessanti da Zurigo, Cipro ed altri  validi teatri,  oltre alla Presidenza di un concorso, ma capirai che ho dovuto necessariamente non accettare! Non sarei riuscito a fare il pendolare dalla Nuova Zelanda in Europa ogni settimana! In ogni caso sono molto onorato e soddisfatto di tornare per la terza volta in quella terra così lontana, ma così affascinante: il livello artistico è  molto interessante anche per la formazione di tipo anglosassone che hanno, le orchestre sono paragonabili a quelle della BBC di Manchester per esempio, dove ad un matinée nel 2011 ebbi una delle  più belle esperienze della mia vita con la direzione della ‘Seconda’ di Rachmaninov; era l’ultimo anno del Maestro Gianandrea Noseda quale direttore principale. Un Maestro dal quale ho imparato moltissimo. Francesco, tanto per contraddire un detto comune, tu sei profeta in patria, ovvero ‘Pisano a Pisa, stai dirigendo nel teatro della tua città. Con una enorme soddisfazione sto infatti dirigendo il “Cappello di paglia di Firenze”, idea del teatro Verdi di Pisa dopo 16 anni dall’ultima volta che fu qui rappresentata nel 2001, quando dirigeva il maestro Piero Bellugi. In quel periodo ero al terzo anno di studio in  direzione d’orchestra (il mio primo concerto lo diressi a 18 anni). In quella occasione andai a seguire qualche prova di quel “Cappello di Paglia” ed ora dopo 16 anni mi ritrovo a dirigerla io in questo fantastico progetto di LTL Opera Studio. Francesco, uno dei motivi che mi ha portato a Pisa per “Cappello..” è proprio questo: vedere come i giovani, e con un giovane direttore, potevano insieme affrontare e costruire una così bella realizzazione. Opera fantastica ed anche più difficile di quello che sembra: è come se ci fossero molte opere in una. Rota mette insieme tanti stili, mescolandoli con ironia. Appaiono a tratti i caratteri di Rossini e di Prokofiev, l’operetta di Hoffenbach e Strauss, con una strizzatina d’occhio  al jazz. In alcuni momenti anche il classico cantabile del verismo italiano si fa sentire ma sempre un po’ ironicamente sopra le righe. Ed essendo composta con vari stili, anche con l’orchestra bisogna variare continuamente carattere, interagendo costantemente con il cast che ha svolto un lavoro encomiabile, soprattutto se si pensa che per alcuni artisti si e’ trattato del debutto in un Teatro di tradizione, se non del debutto assoluto (non dimentichiamo che si tratta di opera studio). Si, il lavoro è stato lungo e impegnativo, ma alla fine la soddisfazione ha ripagato e sta ripagando tutti. Per questa produzione ‘opera studio’ avete fatto molte prove? Gli assiemi con l’orchestra sono stati ridotti al limite, mentre il grosso del lavoro è stato fatto nelle prove di sala con pianoforte. Gli artisti dell’Orchestra Giovanile Italiana si sono dimostrati seri e ricettivi ed hanno dimostrato impegno, professionalità ed entusiasmo nell’affrontare il lavoro in buca. C’è tanto bisogno...

I PAGLIACCI – Teatro Regio di Torino 15 gennaio 2017

I PAGLIACCI – Teatro Regio di Torino 15 gennaio 2017
I PAGLIACCI  Dramma in un prologo e due atti Musica e libretto di Ruggero Leoncavallo Personaggi Interpreti Nedda Erika Grimaldi Canio Francesco Anile Tonio, Roberto Frontali Peppe Juan José de León Silvio, Andrzej Filończyk Primo contadino Vladimir Jurlin Secondo contadino Sabino Gaita Direttore d’orchestra Nicola Luisotti Regia Gabriele Lavia Scene e costumi Paolo Ventura Luci Andrea Anfossi Assistente alla regia Anna Maria Bruzzese Maestro dei cori Claudio Fenoglio   Orchestra e Coro del Teatro Regio Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Nuovo allestimento   Nulla di nuovo sotto il cielo! Seguendo i vari media del giorno d’oggi la cronaca pullula di tradimenti che culminano in delitti passionali e violenze maturate nell’odio, nell’incapacità di comprendere. Ispirata ad un fatto di cronaca l’opera mette in scena un femminicidio per gelosia! La nota vicenda de ‘I Pagliacci’ non necessita di essere raccontata, ma certamente alcune considerazioni sono ineludibili. La messa in scena proposta con un nuovo allestimento dal teatro Regio di Torino è di sapore neorealista ed è  curata  in ogni dettaglio registico, grazie alla mano di Gabriele Lavia ed anche  scenico per la  cura di Paolo Ventura. L’ambientazione è una piazza povera del sud Italia con un piccolo e sgangherato palco al centro per la rappresentazione “alle 23”; tutto è curato nei dettagli: i costumi  ed i colori degli stessi, le luci di Andrea Anfossi, i rocamboleschi saltimbanchi, gli attori sui trampoli, i giocolieri! Tutti gli elementi del teatro itinerante sono rappresentati e tutti concorrono a creare l’atmosfera apparentemente gioiosa dello spettacolo, che cela però il dolore del tradimento! Nicola Luisotti rivela signorilità nei comportamenti con la buca ed il palcoscenico ed affronta la partitura con piglio sicuro traendo momento di grande sinfonia, quanto di vibrante  passionalità tragica: bel gesto e conclamata esperienza. A sipario chiuso un bimbo cammina lungo il bordo del palco ed in costume da pagliaccio, quando arriva al centro e di fronte al direttore dà a questi l’attacco per iniziare   l’ouverture.  Il Coro è preponderante sulla scena e la massa cantante è di forte impatto, ancor più in considerazione dell’ottima prestazione offerta, grazie anche alla preparazione di Claudio Fenoglio.  Per una improvvisa indisposizione il tenore Fabio Sartori non può essere Canio, ma viene brillantemente sostituito nel ruolo  da Francesco Anile che rivelando  bel timbro e bel colore esalta la celebre aria ‘Vesti la giubba’ e da li in poi non fa che raccogliere consensi. Il baritono Roberto Frontali è calato nella parte ed affronta con piglio ed accattivante modulazione il personaggio di Tonio cui imprime tutta la forza negativa che ‘il rifiutato’ ha, lasciandolo nella sua mediocrità. Simpatico e vivace il Peppe di  Juan José de León  che nei panni di Arlecchino fa la sua apparizione dalla platea, così come è risultato più che apprezzabile per colore ed interpretazione Andrzej Filończyk nella parte dell’amante Silvio.  Validi nei rispettivi ruoli di primo e secondo contadino Vladimir Jurlin e Sabino Gaita, ma una menzione speciale va senz’altro al soprano  Erika Grimaldi nel ruolo di Nedda. Nell’ultima sua apparizione al Regio di Torino il soprano astigiano  era in attesa di Esther, nata circa un mese fa. Ora, in perfetta forma fisica e vocale,  la Grimaldi ha incantato per i colori e gli arrotondamenti impressi al suo canto che si è librato con facilità fino ai più impervi acuti ad esprimere i forti sentimenti che albergano nell’animo del personaggio. Il teatro nel teatro ha sempre il suo fascino! La Musica vince sempre. Renzo...

EUGENIA BURGOYNE – intervista

EUGENIA BURGOYNE – intervista
Eugenia Burgoyne, nata a Valencia e diplomatasi a Wien, ha un bel percorso musicale anche in Italia; dopo la Scala, il Rof di Pesaro ed altri ben importanti teatri d’opera italiani, ora si appresta ad inaugurare la prestigiosa stagione della Corale Stefano Tempia di Torino, sotto la direzione del Maestro Guida, cantando nientemeno che la “Scena di Berenice” di F.J.Haydn su testo del Metastasio.   INTERVISTA   Eugenia, il tuo repertorio vanta autori appartenenti a varie epoche fino a giungere a Ravel e Rossini: quali sono le scritture che senti più vicine al tuo modo di essere e di vivere… All’inizio della mia carriera ho cantato tutti i generi del repertorio, soprattutto classici e romantici sia in Lied come in opera. Da qualche anno, la mia voce ha trovato la sua identità con la musica barocca e ha sentito una grande compenetrazione con questo stile. Nonostante la mia voce continui a svilupparsi, sto aggiungendo repertorio classico cosi come ruoli belcantisti, di Rossini in particolare.  Il teatro d’opera, come tutte le realtà italiane sta vivendo un momento poco brillante dal punto di vista finanziario, mentre lo vedo molto vivace sotto l’aspetto delle iniziative e delle produzioni. Oltre al concerto con il Maestro Guida, a breve hai in programma altri concerti o opere in Italia o in Europa? Si, prossimamente farò dei concerti in Spagna con “L’Accademia Barocca Italiana” che dirige Stefano Molardi, tornerò a Mosca con un programma di musica barocca spagnola con l’ensemble “Questa Musica” che dirige Philipp Chizhevskiy e andrò in tourné con il ruolo di Ramiro dell’opera Motezuma di Vivaldi.  Di te hanno scritto: “si è certamente distinta non solo per la freschezza con cui ha affrontato il suo ruolo, ma anche e sopratutto per l’eleganza del legato con cui ha dato espressione alle tenere melodie del migliore patetismo cimarosiano” e poi ancora “..Magnífica la linea musical de Eugenia Burgoyne”, ma tu come definisci il tuo canto? Io cerco di fare in modo  che il mio canto sia un canto fedele. Un canto fedele alla musica e alle intenzioni del testo. Cerco sempre di curare l’emissione, e nel caso della Scena di Berenice, cerco ogni tipo di risorse vocali ed espressive per dare vita alle numerose sfumature che richiede il testo di Metastasio. In questo caso gli effetti sono molto contrastati poiché si  tratta di un recitativo disperato, un’aria con una melodia delicata e dolce, per concludere con un Allegro pieno di estremi di tessitura ed acrobazie vocali per mostrare l’ angoscia e  il desiderio di Berenice di morire per evitare la sofferenza.  Certamente si giunge a cantare con la tua completezza stilistica dopo molto impegno ed attenzione sensibile…… Molto, moltissimo impegno, molto lavoro e molta perseveranza. È una continua ricerca per consolidare la tecnica e per curare stilisticamente ogni interpretazione, sempre osservando l’evoluzione naturale della voce per scegliere il repertorio giusto in ogni momento.   Di tutta evidenza la tua partecipazione emotiva quando canti e questo ti rende onore, in quanto è un  impreziosimento della salda tecnica Una volta un direttore di orchestra mi disse che quando ascolta un cantante in un teatro, non vuole avere la sensazione che sta bevendo un bicchiere di acqua, ma  invece vuole sentire che sta godendo di  un bel bicchiere di vino! Cioè che aveva bisogno di vibrare e di sentire un’ agitazione che lo porta ad un’altra dimensione. Quella definizione mi è piaciuta tanto. Affinché un artista ottenga questo, è necessario una grande padronanza della tecnica che  permetta di offrire una ottima interpretazione per  aggiungere poi quell’emozione della quale mi parli, innata nell’artista. Il mio desiderio in un concerto, è sempre  che succeda qualcosa di speciale, che il pubblico vada a casa con...

BUFFO MA NON TROPPO – Teatro della Grancia

BUFFO MA NON TROPPO – Teatro della Grancia
Teatro della GranciaSabato 30 agosto, ore 19.00 BUFFO MA NON TROPPO Mezzosoprano Silvia BeltramiBaritono Marco Filippo RomanoPianoforte Elisabetta Sepe Musiche di Gioachino Rossini, Georg Friedrich Händel, Wolfgang Amadeus Mozart, Gaetano Donizetti Fuochi d’artificio di belcanto in un concerto che a pagine del repertorio comico vede accostati brani di carattere semiserio o addirittura drammatico. La dimostrazione di come la voce cantata, più dell’espressione parlata, possa efficacemente e contemporaneamente esprimere sentimenti contrastanti, passioni brucianti e delusioni amorose, esaltazioni patriottiche e ansie di vendetta. Un gran finale pirotecnico affidato alle invenzioni musicali di compositori che hanno segnato in maniera indelebile la grande stagione del...