FRANCESCO CALCAGNINI – Intervista

FRANCESCO CALCAGNINI – Intervista
    Oggi in omaggio a Francesco Calcagnini, propongo un articolo che lo riguarda ed un’intervista gentilmente rilasciatami nell’agosto 2014  a Pesaro dopo una recita di ‘Barbiere di Siviglia, realizzata dall’Accademia delle Belle Arti di Pesaro-Urbino           Caro Francesco, parafrasando l’inizio del secondo capitolo dei Promessi Sposi “Carneade che era costui?”, pur essendo tu ben più famoso di quel Carneade ti chiedo: Francesco Calcagnini, chi è costui?” Uno scenografo! Sono nato con il Rossini Opera Festival, ora alla sua trentacinquesima edizione. Ho iniziato a guardare come lavoravano Gae Aulenti, i Maestri Pier Luigi Pizzi, Emanuele Luzzati, Enrico Job (per parlare solo di scenografi) e rubare da loro il rubabile. Da anni con l’Accademia di Belle Arti di Urbino, scuola nella quale insegno, e il Rossini Opera Festival abbiamo una convenzione molto interessante che ha dato non poca soddisfazione. Demetrio e Polibio per la regia di Davide Livermore (2010) ripreso al Teatrino di Corte di Palazzo Reale, Napoli  nel maggio 2013, Il signor Bruschino per la regia del Teatro Sotterraneo ed ora con Il barbiere di Siviglia” pensato come un sogno, un sogno teatrale. Ieri sera ho infatti assistito alla rappresentazione di questo Barbiere sognato…. Se ogni volta che si parla di Rossini si approda al concetto di altrove è anche perché egli restituisce un mondo parallelo, inesistente, bellissimo, facilmente destinato ad impazzire. Approfittando della forza di questo assioma proviamo a pensare un teatro che sogna il Barbiere. Abbiamo preparato una serie di appuntamenti che sottolineano l’utilizzo della sala e del palcoscenico come un’enorme scenografia precostituita dentro la quale far accadere il Barbiere. Prima di noi al Festival: Squarzina, Ronconi e una fortunata edizione in cui venne eseguito in forma di concerto. Noi stiamo giocando un’altra partita, è uno spettacolo semiscenico privo di budget ma questo non assolve, non semplifica e non giustifica. Non corrisponde a un “semicantante”, “semipubblico”, a un “semisguardo”. L’altrove è uno di quei posti dove Rossini lo si incontra più facilmente e non là dove la didascalia lo addita. L’altrove è irrappresentabile.                                       Chiedo perdono se parlo di soldi, ma un progetto del genere deve essere costato parecchio… Questo ufficialmente è un progetto a budget zero. Ma vorrei vedere questa cosa dei soldi da un’altra prospettiva. Scommettere su una scuola dove degli allievi studiano l’opera e stendono un progetto che poi viene realizzato da loro stessi non corrisponde ad un’economia ma ad un investimento prezioso ed inestimabile che due enti proteggono con lungimiranza. Il pubblico, alla recita cui ho assistito, ha dimostrato di gradire ed ha tributato un forte applauso anche a tutti voi… Si, ne siamo molto soddisfatti e con qualche punta di euforia. Ma Francesco Calcagnini non è solo Rof, ricordando ad esempio il recente Otello di Verdi Nel maggio scorso ho progettato scene e costumi per questo spettacolo andato in scena al Teatro di Erfurt, con la regia di Guy Montavon. Lavoro molto bene con il Maestro Montavon: è rapido e sintetico quando decide le cose e ha il dono meraviglioso di essere molto chiaro su quello che desidera e che chiede. Lui dirige il Teatro di Erfurt che è un piccolo gioiello di efficienza.   Andreina Bruno ha scritto un libro su di te “La scenografia di Francesco Calcagnini” È una donna molto paziente oltre che bravissima. E tu stesso hai scritto “La Fabbrica del Vento” Non è esattamente vero. Il direttore dell’Accademia Umberto Palestini, il vero artefice di questo...

Scuola di Scenografia Urbino

Scuola di Scenografia Urbino
direttamente dal sito che invitiamo a visitare! Per i giovani e per il nostro paese  una grande opportunità per un futuro dinamico evolutivo. Scuola di Scenografia La scuola di scenografia di Urbino, geograficamente nel cuore di una rete di teatri, tende a preparare i suoi allievi per l’officina reale della scena, favorendo un percorso didattico che comprende conoscenze e competenze su tutte le fasi dell’allestimento dello spettacolo. Gli allievi possono così modellarsi un ingresso preferenziale nella domanda di lavoro espressa dal sistema teatrale....

R.O.F. 2014 – BARBIERE di SIVIGLIA

R.O.F. 2014 – BARBIERE di SIVIGLIA
ROSSINI OPERA FESTIVAL 2014    –  14 AGOSTO  Teatro Rossini IL BARBIERE DI SIVIGLIA Commedia di Cesare Sterbini Edizione critica Fondazione Rossini/Casa Ricordi, a cura di Alberto Zedda Direttore GIACOMO SAGRIPANTI Ideazione, progettazione, elementi scenici, movimenti di regia, video e costumi ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO Interpreti Il Conte d’Almaviva JUAN FRANCISCO GATELL Bartolo PAOLO BORDOGNA Rosina CHIARA AMARÙ Figaro FLORIAN SEMPEY Basilio ALEX ESPOSITO Berta FELICIA BONGIOVANNI Fiorello / Ufficiale ANDREA VINCENZO BONSIGNORE Ambrogio ALBERTO PANCRAZI CORO SAN CARLO DI PESARO Maestro del Coro SALVATORE FRANCAVILLA ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA Esecuzione in forma semiscenica    “SOGNARE” il “BARBIERE DI SIVIGLIA”  Scevro da accenni storici-politici, come nell’intenzione dell’autore, questo “Barbiere” (forse l’opera più conosciuta al mondo),  è stato proposto come un sogno: un sogno teatrale. Ecco quindi che elementi scenici, interpreti, pubblico, tecnici (presso l’Accademia di Urbino definiti “funzionari” in quanto fanno funzionare lo spettacolo) son diventati realmente un tutt’uno partecipante e partecipativo.  La convenzione tra la Sovrintendenza del Rof e l’Accademia delle Belle Arti di Urbino ha centrato l’obiettivo dell’ideazione, della  progettazione e della realizzazione della globale messa in scena, utilizzando una accorta chiave di lettura di questa nuova edizione critica, pur avendo dovuto modificare alcuni piani scenici in corso di allestimento per rendere più agevole l’impegno di tutti.  Non si è trattato del solito “teatro nel teatro”, ma di una onirica visione; i tecnici in scena hanno indossato una maschera, come nel teatro dell’origine; vorticose scritte  son state proiettate a tempo di musica sui legni dei palchi, suggerendo suggestioni fantasiose, ancorchè ravvivare i bagliori temporaleschi delle tempeste rossiniane.  Gli abiti di scena impiegati sono risultati  abiti eleganti di uso comune che ha ceduto il passo ai più oleografici costumi teatrali a rimarcare pesantemente i travestimenti che nell’opera si susseguono.  Il pregevole ed accurato lavoro degli allievi  della Scuola di Scenografia –docente Francesco Calcagnini- ha trovato vivida ricchezza negli interpreti che hanno avuto spazio ognuno per una individuale espressione e collettivamente per privilegiare una interpretazione accurata e dettagliata dei singoli personaggi. Juan Francisco Gatell –conte d’Almaviva- è tenore agile sulla scena e nell’emissione che ha offerto gradevoli morbidezze e limpidi acuti; i vari personaggi dei travestimenti li ha  resi con divertente efficacia e piacevoli all’ascolto. Don Bartolo trova in Paolo Bordogna uno dei suoi interpreti di riferimento, che qui ha potuto esprimere con raffinatezza le buffe peculiarità del personaggio; la voce è stata al solito utilizzata con salda  sicurezza sia nelle arie che nei gradevoli ed apprezzati recitativi. ‘Una voce poco fa…’ e naturalmente è partito l’applauso meritato, per Chiara Amarù che con voce chiara e linda ha tratteggiato Rosina con bei virtuosismi e colorate agilità. Il giovane Florian Sempey interpreta Figaro con allegrezza e simpatia: fin dalle prime note si sono intuite le morbide rotondità che si sono andate  a spalmare su tutta l’opera che dalla sua interpretazione ne ha tratto certo rilievo. Don Basilio, benedicente ed orante, tra il pubblico e sul palco è il bravo Alex Esposito; il consueto timbro possente ed al tempo stesso armonioso sono andati a  sommarsi alla caricaturale e divertente interpretazione (interessante “la calunnia” in una sorta di subdolo confessionale) Felicia Bongiovanni, con voce straordinariamente fresca e giovanile ha intagliato un delizioso cammeo con il personaggio di  Berta, mentre Andrea Vincenzo Bonsignore è Fiorello e Ufficiale, resi con buon timbro e tranquillità interpretativa. Alberto Pancrazi è il sorprendente Ambrogio.  L’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna è stata diretta da Giacomo Sagripanti che procedendo nella direzione ha ricercato e trovato alcune raffinatezze che hanno impreziosito l’insieme.   Questa produzione oltre che...