In un paesaggio fiabesco sulla rocca sopra la città di Angera sul Lago Maggiore si staglia la fortificazione che ospita musei e raccolte della famiglia Borromeo. L’incanto del luogo è bastante per una visita.
Fisarmonica nei secoli
Teodoro Anzellotti, fisarmonica
J.J. FROBERGER – Tombeau sur la mort de Monsieur Blancheroche (1652)
T. HOSOKAWA, Slow motion
J.P. RAMEAU, Pièces de Clavecin
J. SCHÖLLHORN – „reprise“ (2017)
X. DAYER – Cantus 6 (2017)
N. VASSENA – palinsesto nero (2017)
L. BERIO, Sequenza XIII (chanson)
B. BARTÓK, Sei Danze popolari rumene Sz 56
Consueto appuntamento festivaliero alla Rocca Borromea di Angera, dove nella sala della Giustizia si è potuto ascoltare l’inconsueta proposta di Teodoro Anzelotti alla fisarmonica; l’accostamento di brani di epoche sostanzialmente diverse ha creato qualche perplessità venendosi ad interrompere una sorta di filo conduttore a favore di un concerto quasi sperimentale per un Festival come quello stresiano.
L’interpretazione di Anzelotti è peraltro risultata di tutto livello, dove il virtuosismo e la consolidata confidenza con lo strumento hanno condotto a trarre delle bellissime armonie e delle interessanti tristi dissonanze o melanconiche sonorità organistiche. Le scene musicali sono molte: il surreale, quadri pastorali, danze gioiose e tristi momenti intimistici. Decisamente interessanti le Pièces de Clavecin di Rameau e le conclusive Danze Rumene di Bartòk ed apprezzata Slow Motion di Hosokawa per le dissonanze concettuali e le irruenti voci cavernose che popolano il brano.
L’artista è stato generoso anche nell’offerta di bis.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
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