Domenica 12 agosto, il navigatore satellitare della mia auto è impazzito e grazie alla sua pazzia ho vagato ammirato, per le colline dell’Alto Monferrato da Occimiano a Rocca Grimalda, alla disperata ricerca della Parrocchiale di S. Antonio a Castelletto d’Orba, dove intendevo assistere ad un concerto pianistico di rilevo. Sicuramente il viaggio si è dilungato e mi son preoccupato per arrivare puntuale, ma i luoghi visti son talmente suggestivi che….alla fine il disagio si è tramutato in un piacevole vagare per borghi e colline.
CONCERTO – Castelletto d’Orba 12 agosto 2018
Organizzazione Accademia Internazionale Medicea-Firenze
Pianisti:
Emmanuelle STEPHAN, Gabriel TACCHINO, Marco PODESTA’, Giuseppe FRICELLI,
con la partecipazione straordinaria di Luigi DEL FANTE
Prima di iniziare il concerto il Maestro Fricelli, introdotto da Del Fante e coinvolgendo le autorità presenti ha conferito una targa premio ‘Rinaldo Rossi’ (Premio dallo stesso Fricelli ideato e mantenuto in vita), al celebre pianista Gabriel Tacchino (pronunciato alla francese con la ‘O’ finale accentata e sovente rinvenuto scritto Tachinau): questi ha suonato nei piu prestigiosi teatri e sale al mondo, dalla Scala a Berlino e da New York in tutta Europa e vanta una produzione discografica di tutto rilievo. Sempre Fricelli ha dedicato una sua breve composizione neo romantica, all’artista premiato
Il concerto inizia con il due pianistico Marco Podestà e Giuseppe Fricelli, i quali a quattro mani danno immediatamente la cifra della loro abilità comunicativa e della scioltezza di tocco. Il programma è piacevole e passa dalle ‘danze spagnole’ di M. Moszowski che interpretano, con vivacità e brillantezza la n. 1 e con dolce vigore la n. 2. Seguono le notissime note delle ‘danze ungheresi’ di J. Brahms e i concertisti alla n. 5 sanno evocare quasi un sogno di ‘Baracarolle’ per dare poi inatteso vigore e tratteggiare un corteggiamento alla n. 6. Il finale è tutto dedicato al pubblico a cui viene raccontata musicalmente una favola, un dolce sogno conosciuto, ovvero di J. Strauss ‘Sul bel Danubio blu’.
Un ‘intermezzo’ poetico viene letto dall’autore Del Fante (scenografo, regista, attore) che poi inonda il pubblico con le emozioni dell’ “Infinito” leopardiano.
La seconda parte del programma vede impegnati al pianoforte Emmanuelle Stephan ed il leggendario Gabriel Tacchino, al cui proposito merita ricordare di essere stato l’unico allievo di Francis Poulenc e suo interprete internazionale di riferimento. Iniziano con E.Grieg e dal Peer Gynt propongono ‘al mattino’ la celeberrima aria intrisa di attese e di dolcezza, seguita da ‘la morte di Ase’ resa con grande abilità interpretativa, mantenendo intatto il dolore senza rimaneggiamenti o strane intrusioni. Le ‘danze di Anìtra’ cambiano completamente l’atmosfera con la spensieratezza giocosa delle danze popolari che impregnano l’aeree per lasciare poi spazio al tenebroso ed evocativo ‘nella sala del re della montagna’. Questa seconda parte del concerto è ovviamente dedicata al maestro d’eccellenza di Tacchino: F. Poulenc, del quale vengono proposte tre sonate: ‘Prélude’ decisamente accolta con tutta la sua contemporaneità ricca di cromatismi ed agilità, ‘Rustique’ e ‘Finall’ resi con puntualità scevra da personalismi o facili effetti speciali e lasciando all’abilità interpretativa il compito di rendere omaggio al maestro. Erik Satie compositore per eccellenza per pianoforte è l’autore ospite nella parte finale del concerto con cinque brani che vanno da la ‘La belle Excentrique’ al ‘Cancan grand-mondain’ che concludono con vivida brillantezza e ricchezza di tocco, tra cantabili e ballabili.
La standing ovation impone a Tacchino un bis che con gioia offre: ‘Les chemins de l’amour’ che colora l’atmosfera di sensibilità e sentimento.
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
(ci si scusa per la scarsa qualità delle immagini)
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