DIFFERENTS WORLD – Stresa Festival 2018 – Palazzo Borromeo-Isola Madre 26 luglio

DIFFERENTS WORLD – Stresa Festival 2018 – Palazzo Borromeo-Isola Madre 26 luglio
La speranza è certamente un forte sostegno alla vita quotidiana ed a volte ci si affida anche per la clemenza del tempo atmosferico! Speranze deluse il 26 luglio sul Lago Maggiore dove un improvviso temporale ha costretto l’organizzazione a mutare  repentinamente  la location del concerto previsto, dal prato antistante la Loggia del Cashmire al salone interno di Palazzo Borromeo……e la soluzione è stata elegante e raffinata. DIFFERENTS WORLD – Stresa Festival 2018 – Isola Madre 26 luglio ARTE Quartett Beat Hofstetter     –  saxofono soprano Sascha Armbruster         – saxofono contralto Andrea Formenti   – saxofono tenore Beat Kappeler       -saxofono baritono   Dopo un inizio di difficile ascolto (il caldo e la terribile umidità hanno sfiancato i musicisti e reso difficoltosa la situazione anche per il pubblico), l’atmosfera si è permeata dei suoni di Philipp Glass con l’arrangiamento degli Arte Quartett e tutto è diventato più ascoltabile e più  sereno. Il minimalismo della scrittura, adattata agli strumenti, ha preso maggior corpo facendo intravedere melodie introspettive, ma comunicate. Con le musiche tradizionali svizzere la descrittività ha predominato, creando situazioni d’immaginazioni  di paesaggi, tradizioni, girotondi e feste  collocate tra le montagne ed i verdi prati. Frank Zappa (di cui si era reduci dalla proposta festivaliera  ‘Tthe Yellow Shark’ ) è stato reso con narrazione di storie forse anche d’amore, risvolti di tenerezze tra giochi e semplici giochi. I musicisti davvero bravi hanno superbamente affrontato le difficoltà climatiche e si sono lanciati in vibranti variazioni ed articolate agilità. La Musica vince sempre. Renzo...

EUROPA ITALIA AMERICA: MENDELSSOHN e DVOŘÁK – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018

EUROPA ITALIA AMERICA:  MENDELSSOHN e  DVOŘÁK  – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018
I teatri di provincia, se ben gestiti e ben amati, possono riservare delle incredibili ed affascinanti sorprese: Può succedere, ad esempio, che si vada ad un concerto, per un fantastico viaggio musicale e ci si  ritrovi due direttori d’orchestra anziché uno solo e…magari uno di questi è donna, giovane ed appena diplomata e magari…pure brava !   EUROPA ITALIA AMERICA. DA GOETHE A MENDELSSOHN, DA DVOŘÁK A VITTORINI E PAVESE – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018   Programma: F.Mendelssohn – Sinfonia n.4 “Italiana” MANUELA RANNO, direttore A.Dvořák – Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” MATTEO BELTRAMI, direttore LUCILLA GIAGNONI, attrice ORCHESTRA SINFONICA MANTOVANA Certamente risulta Interessante la scelta di far intervenire un’attrice, quale Lucilla Giagnoni per raccontare del profumo dei limoni del Garda, oppure raccontare che lo ‘sguardo’ è la chiave di tutto, ‘si’ di tutto il mondo che ci circonda e  di quel Goethe, tedesco fino al midollo, che si intenerisce di fronte ad un paesaggio giallo di girasoli in Toscana o che cambia il punto di osservazione dopo aver visto Napoli…. E’ affascinante che Giagnoni racconti di quelle impressioni americane di strade affollate o desolate praterie attraversate da una sbuffante locomotiva,forse assalita dai banditi,  parlando di Dvorak ed…insomma collegare la scoperta, la conoscenza attraverso un favoloso fantastico viaggio  musicale tra Europa/Italia e quel Nuovo Mondo che fu l’America. Mi sia concessa una piccola nota personale circa la curiosità e la conoscenza:  senza di esse, ovvero senza andare alla ricerca del conoscere di  cosa fa il resto del mondo od anche solo nostro vicino, noi restiamo quello che siamo senza neppure aver la possibilità di crescere. In contrapposizione, conoscere quello che gli altri fanno ci aiuta a crescere e migliorare il nostro essere e le nostre azioni ed opere. Torniamo ora al concerto proposto dal Coccia e dal suo direttore musicale Matteo Beltrami: il tema è il viaggio, fatto di osservazione, musica, poesia, sensazioni ed emozioni. A proposito di sensazioni ed emozioni, credo sia raro che il direttore musicale di un teatro rinunci alla direzione di metà concerto a favore della sua assistente, ma in questo caso emozionante e sensibile è successo: Matteo Beltrami rinuncia alla direzione della Sinfonia n. 4 “l’Italiana” e la offre a Manuela Ranno, la giovane siciliana, neo diplomata in direzione d’orchestra, a cui riserva questa opportunità. “ L’Italiana” di Mendelsshon viene diretta Da Manuela Ranno con tutta la partecipazione possibile, stando attenta a tutti i dettagli,  mettendosi in gioco con professionalità e serietà. I vari movimenti descrivono i paesaggi italiani visti con l’occhio tedesco del compositore e Ranno sa cogliere la laica liricità ed il mistico intimismo che alternandosi sono racchiusi nel prezioso scrigno della partitura ed accettare ed esaltare poi l’ariosità celebrativa (ad esempio nel terzo movimento),  diretta con gesto ampio e chiaro. Della “Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak” penso che (credente o no) il compositore, nel momento della scrittura sia stato toccato da forze soprannaturali. L’enfasi, il raccoglimento, l’osservazione, l’entusiasmo, l’attesa ed ancora altri mille sentimenti stanno racchiusi in quelle pagine di spartito. Matteo Beltrami sul podio e con dinnanzi l’Orchestra Sinfonica mantovana, hanno saputo creare l’atmosfera giusta, fatta di suspense, quindi di attesa, e di incantato occhio osservatore di quel mondo che si vede, ma che non si percepisce ancora appieno. Il direttore coglie l’affresco delle parti poeticamente intimistiche  ed esalta poi il folle entusiasmo del nuovo in movimento che espandendosi gigantescamente invaderà il globo. Ci si potrebbe ancora dilungare molto, ma forse serve di più un plauso ai...

DER FREISCHÜTZ (Il franco cacciatore)-TEATRO ALLA SCALA MILANO 2 nov.2017

DER FREISCHÜTZ (Il franco cacciatore)-TEATRO ALLA SCALA MILANO 2 nov.2017
  Tema caro al romanticismo europeo è rappresentato dall’eterno duello tra il bene ed il male e dall’esaltazione degli alti sentimenti (quanto vorrei che oggi fossero ancora così alti!!) del dovere, la lealtà, l’etica ed un grande senso della correttezza! Altro tema importante era il ‘perdono’ che veniva concesso con delle condizionali (e non come sovente avviene oggi, incondizionatamente per una sorta di lassismo sociale).  Der Freischütz contiene tutti questi elementi e quale prima opera romantica apre le porte alle successive composizioni, con temi importanti, come i leit motiv, esaltati poi da Wagner.   DER FREISCHÜTZ (IL FRANCO CACCIATORE)-TEATRO ALLA SCALA MILANO Carl Maria von Weber Opera romantica in tre atti Libretto di Friedrich Kind (Edizione C F Peters Musikverlag.Urtext edition a cura di J. Freyer; rappr. per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali)   Coro e Orchestra del Teatro alla Scala Nuova produzione Teatro alla Scala Direttore  Myung-Whun Chung Regia  Matthias Hartmann Scene  Raimund Orfeo Voigt Luci Marco Filibeck Drammaturgo Michael Küster Costumi Susanne Bisovsky e Josef Gerger Collaboratore ai costumi Malte Lübben   CAST Ottokar Michael Kraus Kuno Frank van Hove Agathe Julia Kleiter Äennchen Eva Liebau Kaspar Günther Groissböck Max Michael König Ein Eremit Stephen Milling Kilian Till Von Orlowsky Vier Brautjungfern Céline Mellon* Sara Rossini* Anna-Doris Capitelli* Mareike Jankowski* Stimme des Samiel Frank van Hove *Soliste dell’Accademia di perfezionamento per Cantanti Lirici del Teatro alla Scala Allestimento studiato e curato da Matthias Hartmann alla regia decisamente attenta e curata, dove nulla è lasciato agli interpreti (quante volte invece  si deve percepire..) , ma tutto fila sul binario della costruzione e di significati espressi; Raimund Orfeo Voigt ha creato delle scene essenziali, ma intellegibili,  con chiara lettura classica,  inserendo elementi scenici luminosi a dettagliare le montagne sullo sfondo piuttosto che la casetta nei boschi, la chiesetta o la casa di Agathe decisamente affascinante e descrittiva. Alberi altissimi neri e stilizzati creano il bosco ed  il fuoco sul palco è sempre di forte suggestione, quasi ad evocare paure e timori peraltro attrattivi dell’infanzia. Il coro, diretto da Bruno Casoni, è molto presente ed importante ed ha dato prova di grande professionalità sia nel canto che nell’interpretazione attoriale: la massa qui è stata usata per implementare la scena e rendere credibile il villaggio. La direzione di Myung-Whun Chung oltre che efficace con il golfo mistico è stata bella da vedere e gustare il gesto attento e coinvolto: grande direzione! Ancora una parola sull’allestimento ed un plauso ai costumi di chiara ispirazione popolare boema, ma rivisitati e ripensati da Susanne Bisovsky e Joseph Gerger con la collaborazione di Malte Lübben in una esplosione di colore e di significato, come il grande velo bianco a terra che si alzerà in volo assieme alla casa per dileguarsi nello spazio celeste.Le luci di Marco Filibeck non deludono mai ed anche in questo ‘Franco Cacciatore’ sono disegnate e dosate con grande efficacia. Veramente la tentazione di scrivere ancora della scena, dell’orchestra e della drammaturgia pregevole  di Michael Küster  sarebbe alta, ma è giusto riservare spazio alle voci. Michael Kraus è il baritono che interpreta il principe boemo con piglio e fermezza, lasciando alla voce profonda e tonale oltre che al gesto la declinazione dei sentimenti e delle decisioni, che opportunamente motivate si possono mutare. Il guardiaboschi del principe, ovvero Kuno è lasciato a Frank van Hove che esprime con bel colore e bel temperamento quanto sta nel personaggio; Agathe, l’amata da Max e da questi ricambiata, incontra la splendida voce di Julia...

TRISTANO e ISOTTA – Teatro Regio Torino, prova generale 8 ottobre 2017

TRISTANO e ISOTTA – Teatro Regio Torino, prova generale 8 ottobre 2017
Se mi è concessa una riflessione, da non filosofo, ma da sensibile essere vivente, direi che l’immortalità è prerogativa dell’arte, tutto il resto è temporale, caduco. Pensiamo alle note di Wagner che parlano di morte ed a distanza di circa 150 anni sono vive e pulsanti e sopravvivono al grande compositore… TEATRO REGIO TORINO Generale  8 ottobre 2017 Tristano e Isotta Azione in tre atti Libretto di Richard Wagner edizione in lingua originale tedesca Musica di Richard Wagner Personaggi Interpreti Tristan, nipote di Marke e amante di Isolde tenore Stefan Vinke Isolde, principessa irlandese e promessa di Marke soprano Rachel Nicholls Re Marke, re di Cornovaglia basso Steven Humes Kurwenal, servo e amico di Tristan baritono Martin Gantner Brangäne, damigella di Isolde mezzosoprano Michelle Breedt Melot, cavaliere del re Marke tenore Jan Vacík Un pastore tenore Joshua Sanders Un timoniere baritono Giuseppe Capoferri  Un giovane marinaio tenore Patrick Reiter Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia Claus Guth Ripresa da Arturo Gama Scene e costumi Christian Schmidt Luci Jürgen Hoffmann Maestro del coro Claudio Fenoglio   Orchestra e Coro del Teatro Regio   Allestimento Opernhaus Zürich Prima italiana al Teatro Regio   Credo sia quasi poco umile, disquisire su un’opera wagneriana come il Tristan, ma effettivamente circa la scrittura musicale o poetica e fuori dubbio che viva eterna tra le più alte dimensioni del firmamento compositivo! Noi, poveri mortali, tutt’al più possiamo esprimere qualche impressione ed emozione ricavata nel vederne la rappresentazione, seppur in forma di generale, dove però tutti hanno dato il massimo dell’impegno. La direzione di Gianandrea  Noseda  sontuosamente  poetica e  lirica ‘scava’ nei meandri della partitura cogliendo i dettagli più reconditi a comporre una meraviglioso arazzo fatto di sottili sfumature e passioni tumultuose. Si colgono sussurate emozioni ed urla disperate. La regia di Claus Guth ripresa da Arturo Gama e le scene ed i costumi di Christian Schmidt sono efficacemente sospese  in un indefinito tempo moderno, che non manca di accostare più facilmente la corposa produzione. Colori museali e raffinati in un mix di scelte e luci apparentemente semplici, ma decisamente curate di   Jürgen Hoffmann. Degno di nota l’effetto acqua proiettato sul fondale e esaustivo l’impianto scenico girevole, assolutamente non banale. Il breve intervento del coro diretto da Claudio Fenoglio dà la cifra delle potenzialità.                           Le voci, tutte apprezzate, hanno riscosso ampi consensi: Tristano è interpretato con caparbietà e professionalità da Stefan Vinke, il quale affascina per colore e timbro.  Isolde incontra la voce dell’appasionata Rachel Nicholls, che facile negli acuti si libra brillantemente a  volteggiare  aerea o a scendere cupa nei sentimenti mortali. Quasi tutti gli interpreti del cast sono ascoltati per la prima volta, ma questa è risultata una piacevole emozione. Stefen Humes dà voce a Marke, re di Cornovaglia  cui imprime autorevolezza con il massiccio tono brunito e forte carica interpretativa. Michelle Breedt è una magnifica Brägane che ha affascinato vocalmente per i bei colori ed attorialmente per la carica emotiva impressa. Una nota interessante della messa in scena: all’inizio Isolde e  Brägane hanno lo stesso abbigliamento,  forse ad esprimere due forze paritarie? Non dimentichiamo che tutto succede per la scelta di Brägane di sostituire il filtro della morte con il filtro dell’amore ed il brindisi di morte si tramuta così in un brindisi d’amore! Martin Gantner veste i panni di Kurwenall offrendo un’interpretazione di livello e grande duttilità vocale. Jan Vacik interpreta un interessante Melot. Bravi davvero tutti gli interpeti per una produzione ingegnosa, ma immediata. La Musica Vince sempre Renzo Bellardone...

Macbeth – Teatro Regio Torino – 2 luglio 2017

Macbeth – Teatro Regio Torino – 2 luglio 2017
Per gli amanti dell’opera è sempre una bella sfida affrontare partiture di repertorio, presentate registicamente con visioni nuove, ma ritengo che le sfide siano il sale della vita in ogni suo comparto e quindi ben vengano le regie della siciliana Emma Dante, che colora sempre le sue visioni con i colori della tradizione o del paesaggio siciliano ! Macbeth – Teatro Regio Torino – 2 luglio 2017 Meloramma in quattro atti Libretto di Francesco Maria Piave [e Andrea Maffei] dall’omonima tragedia di William Shakespeare Musica di Giuseppe Verdi   Personaggi Interpreti Macbeth, generale dell’esercito del re Duncano baritono Dalibor Jenis   Lady Macbeth, moglie di Macbeth soprano Anna Pirozzi ) Banco, generale dell’esercito del re Duncano basso Marko Mimica Macduff, nobile scozzese, signore di Fiff tenore Piero Pretti   La dama di Lady Macbeth soprano Alexandra Zabala Malcolm, figlio di Duncano tenore Sabino Gaita (2) Il medico baritono Nicolò Ceriani   Un servo di Macbeth e l’Araldo basso Giuseppe Capoferri   Il sicario baritono Marco Sportelli   Prima apparizione baritono Lorenzo Battagion   Seconda apparizione voce bianca Francesca Idini Terza apparizione voce bianca Anita Maiocco Duncano, re di Scozia mimo Francesco Cusumano Fleanzio, figlio di Banco mimo Nunzia Lo Presti Direttore d’orchestra Giulio Laguzzi  Regia Emma Dante Scene Carmine Maringola Costumi Vanessa Sannino Coreografia Manuela Lo Sicco Maestro d’armi Sandro Maria Campagna Luci Cristian Zucaro Assistente alla regia Giuseppe Cutino Maestro del coro Claudio Fenoglio   Orchestra e Coro del Teatro Regio Attori della Compagnia di Emma Dante e Allievi della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo Solisti del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Nuovo Allestimento in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo e l’Associazione Arena Sferisterio – Macerata Opera Festival   La rappresentazione messa in scena da Emma Dante esalta il potere malefico di Lady Macbeth ed i dissidi interiori del protagonista, tormentato dai delitti commessi! La scena è pulita e fatta di poche elementi scenici, seppure molto ricca e ben contestualizzata: non solo facili movimenti di masse, ma azione e interazione tra i ruoli. I colori la fanno da padrone ed il rosso si staglia contro il nero dei fondali, così come il metallico delle corone, che salgono e scendono ad invadere la scena. Solo qualche perplessità per i fichi d’India e forse per lo scheletro del cavallo, ma certamente c’era da cogliere un filologico od un simbolismo non immediato. In ogni caso regia viva e vivida con interessanti spunti e riferimenti come a San Sebastiano, nella rappresentazione della morte di re Ducano. Il direttore musicale del teatro Regio di Torino, Gianadrea Noseda impossibilitato per salute a dirigere, ha indicato lui stesso Giorgio Laguzzi, il quale ha dato prova di grandi abilità e di saper ricercare il miglior ‘suono’ nella sua completezza comunicativa; gesto chiaro e buona intesa con la buca, è stato acclamato. Macbeth è l’opera della maturità (penultima solo a Falstaff) e risente quindi di esperienze e ricerche che ne fanno un vero capolavoro. A Torino è stato scelto un cast di livello che ben ha seguito le indicazioni di regia e di direzione musicale. Predominante il coro diretto da Claudio Fenoglio nelle varie formazioni, femminile, maschile o al completo e di assoluta presenza i movimenti coreografici, ben sopra le righe, ma contestualizzati all’idea registica: uomini con grandi falli che mettono incinte continuamente le streghe sempre con pance evidenti, a contraltare di Macbeth e della sua Lady, senza figli fino alla morte in solitudine ! Dalibor Jenis, baritono dalla voce brunita e ben modulata sia  nei...