I migliori teatri di tradizione si stanno evolvendo con la creazione di Festivals dedicati al compositore/autore cui è intitolato il teatro o che ha avuto i natali nella città coinvolta. Il Donizetti opera Festival a Bergamo sta crescendo vorticosamente e Novara, non certamente da meno, sta creando “Fuor di Coccia” un festival dedicato al compositore cui è intitolato il teatro ed anche qui si va alla riscoperta di opere inedite o poco conosciute.
SINFONICA – WHO’S CARLO COCCIA?
Direzione d’orchestra Gianna Fratta
Orchestra Carlo Coccia in collaborazione con Conservatorio “Cantelli” di Novara
Musiche di Carlo Coccia, Joseph Haydn, Lauro Rossi, Gioachino Rossini
Con Alessandro Mormile, critico e storico musicale
Partecipa Roberto Frigato, insegnante di organo e incaricato Biblioteca “Brera”
SINFONICA E CAMERISTICA
Riprendendo il filo rosso dalla premessa, gli attori della direzione artistica e musicale del teatro Coccia di Novara hanno lanciato una bellissima iniziativa, magari un po’ fuori dalle righe, ma per questo apprezzabile, che è culminata con il concerto del 23 settembre con l’Orchestra Carlo Coccia in collaborazione con il Conservatorio Cantelli e la direzione della interessante e determinata Gianna Fratta. Già recentemente apprezzata in Nabucco si conferma attenta e precisa.
La performance prevede due momenti di dialogo che vanno ad inquadrare meglio la figura di Carlo Coccia e ad informare gli spettatori della ricchezza della Biblioteca Brera, attraverso gli interventi di Alessandro Mormile, critico e storico musicale e di Roberto Frigato, insegnante di organo e incaricato della Biblioteca “Brera”. I due esperti, con affabilità e direi quasi familiarità si siedono sulla gradinata che porta al palco ed informalmente narrano delle peregrinazioni di Coccia da Napoli a mezza Europa, del suo rapporto con Paisiello e l’opera buffa. Parlano poi dei manoscritti autografi di musica sacra che sono conservati in Cattedrale, dove fu maestro di Cappella per una trentina d’anni, mentre per un caso fortunato il famoso Requiem di Coccia è invece conservato presso la Biblioteca di Brera.
Venendo al concerto il brano introduttivo di Haydn è celebrativo e trionfale, mentre nella Sinfonia in mi maggiore di Coccia si sono apprezzati particolarmente i dialoghi tra i violoncelli ed i fiati che alzano il tono della sinfonia in un crescendo davvero fantasioso; forse influenzato da recenti ascolti, ma è parso di percepire un profumo di tempo di valzer o comunque musica adatta benissimo ad un balletto.
La Sinfonia in re minore di Lauro Rossi esprime solennità e ariosità dai colori rossiniani e vaghi rimandi ad Hoffenbach: in ogni caso gradevole. Segue la sinfonia in sol maggiore sempre di Coccia che si è percepita quasi come una ouverture operistica, con chiare espressioni epocali, ma alla ricerca di una propria identità ed elegante liricità.
La breve Sinfonia di Bologna di Rossini viene esaltata dai pizzicati in duetto con il flauto traverso, dai larghi poetici e dalla vivacità della scrittura.
Un plauso al ‘Coccia’!
La Musica vince sempre.
Renzo Bellardone
Scrivi un commento