CALLES Y ROSTROS DE BERLÍN

CALLES Y ROSTROS DE BERLÍN
CALLES Y ROSTROS DE BERLÍN  en las colecciones del Museo Thyssen-Bornemisza Del 28 de octubre de 2014 al 25 de enero de 2015. Lunes de 12 a 16 horas, entrada gratuita dentro de las colecciones del Museo. Comisaria: Marta Ruiz del Árbol.   Con motivo del 25° aniversario de la caída del Muro, el Museo Thyssen-Bornemisza y la Embajada de la República Federal de Alemania rinden homenaje a la ciudad de Berlín y a sus habitantes con el montaje expositivo Calles y rostros de Berlín en las colecciones Thyssen-Bornemisza. Podría tratarse una vez más del entonado cada cierto tiempo mea culpa por la responsabilidad del nazismo y el pueblo alemán en los desastres y la Shoah perpetrados durante la II Guerra Mundial. En todo caso, se trata de un arte para disfrutar y tremendamente premonitorio de lo que llegaría a pasar en Europa desde el ascenso de los totalitarismos. Como parte de la muestra hay que destacar el Retrato de Christian Schad del Dr. Haustein, un médico que se suicidó con cianuro antes de ser enviado a Auschwitz, cuya sombra detrás de la imagen del retratado induce a todo tipo de fantasías interpretables (qué cerca de la estética cinematográfica de un Murnau o de los comics tan reseñados del artista francés y judío Joann Sfar). Y la representación dolorosa y terrible de La casa de la esquina (Villa Kochmann) de Ludwig Meidner. Una selección de 18 obras maestras de las colecciones, que incluye además artistas como como George Grosz, Ernst Ludwig Kirchner, Otto Dix, o Max Beckmann -algunas de las cuales no están expuestas habitualmente-, convierten a la ciudad de Berlín en protagonista y nos descubren su floreciente panorama artístico durante el primer tercio del siglo XX. En el vernissage autoridades de la Embajada alemana y del Goethe Institut, se unieron a periodistas y un público interesado y cercano a este tipo de producción artística, de las mejores repertoriadas fuera de Alemania. El cocktail, trufado de delicatesen. La rápida transformación de ciudades como Berlín en metrópolis fue uno de los temas que más apasionaron a los pintores de comienzos del siglo XX. La capital alemana, que vivió un veloz proceso de industrialización, se convirtió por su atmósfera libre en imán de numerosos artistas y en punto de encuentro de las vanguardias europeas. La guerra acabó con todos estos sueños de plenitud y de grandeza y la ciudad no pudo reconectar con esta creatividad hasta después de la caída del Muro en 1989.  Alicia...

A U G U R I

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Teatro Coccia – Novara – ” Il CANTO dell’AMOR TRIONFANTE” – 12 dicembre 2014

Teatro Coccia – Novara – ” Il CANTO dell’AMOR TRIONFANTE” – 12 dicembre 2014
IL CANTO DELL’AMOR TRIONFANTE – ispirata all’omonimo racconto di S.Turgenev Musica, libretto, regia di Paolo Coletta Valeria                 Blerta Zhegu Fabio                    Vladimir Reutov Muzio                    Alberto Zanetti Servo malese        Vito Carretta Ensemble Musicale dell’Accademia Laghi di Novara diretta da Nathalie Marin Corpo Ballo –Liceo Artistico Musicale e Coreutico Casorati di Novara I prolungati e ripetuti applausi finali hanno decretato il successo di questa Prima Mondiale. La musica composta dall’eclettico Paolo Coletta (suoi anche i testi e la dinamica regia) è risultata  descrittiva  e fin dall’inizio “facile all’ascolto”, ovvero si è entrati immediatamente in contatto con essa che ha offerto accenti quasi romantici, come in un evocato Puccini, per lasciare  il passo a sferzanti forti emozioni o a ricordi di tamburelli orientali. L’Ensemble musicale dell’Accademia Laghi di Novara, ovviamente composta da  validi studenti, ha dato il meglio di se sotto la direzione di un’attenta ed accorata Nathalie Marin. La direttrice ha tenuto il polso della buca e del palco con maestria e forte convinzione ed il risultato positivo è stato chiaro! La storia cinquecentesca nella Ferrara del 1500, è la narrazione di un triangolo amoroso  che sfocia nel delitto d’amore, dopo aver attraversato le strade tempestose della rinuncia, della passione, dell’illusoria accettazione; i personaggi ruotano attorno al sentimento dell’Amore che durante l’amplesso tra i due amanti sarà esaltato, forse magicamente, dal canto di lui : “Il canto dell’Amor Trionfante”. La scena ed i i costumi di Gisella Bigi e Demian Palvetti)  è stata realizzata sobriamente elegante con il grigio dominante, interrotto solo da qualche pannello colorato o proiezione descrittiva: semplice e funzionale è apparsa scevra da inutili  orpelli e la linearità ha esaltato i bei costumi ed i movimenti costanti. Essenziale, ma pertinente anche l’intervento coreutico diretto da Flavia Schiavi. Valeria, la donna amata e contesa da due uomini, è stata interpretata dal soprano Blerta Zhegu che si è proposta con voce cristallina e begli acuti; molto partecipativa è risultata convincente sia come attrice che nelle vesti di cantante che ha saputo  emozionarsi nel ruolo e trasmettere l’emozione attraverso le sfumature della voce. Il giovane tenore Vladimir Reutov, ha cantato nel ruolo di  Fabio, l’innamorato e geloso  marito di Valeria ed uccisore poi del rivale: con timbro molto particolare, ha offerto  chiarissimo fraseggio, carica interpretativa  e ricerca di raffinate emozioni;  interessante sia negli assolo che nei deliziosi duetti e terzetti. Alberto Zanetti è il baritono cui è stato affidato il ruolo del turpe Muzio, che ammaliata con arti magiche Valeria, verrà ucciso da Fabio. Zanetti ha certamente un timbro profondamente ambrato ed arrotondato che scurisce ancor più per trasmettere la sensazione della torbida passione e dei poteri noir: voce bella e duttile.  Muzio nella narrazione torna da un viaggio in Oriente e con se porta un servitore maltese muto, qui interpretato dal bravo Vito Carretta mimo e danzatore con acrobazie e movimenti ben attagliati alla messa in scena.                         Auguriamo fortuna a questa raffinata produzione della Fondazione Teatro Coccia di Novara. La Musica vince sempre. Renzo Bellardone                             Senza curiosità, senza ricerca e senza stupore, corriamo il rischio che tutto il colore, tutto il bello, tutto l’utile finisca, sparendo in un oblio non necessario e non esaltante per il genere umano. In ambito culturale, come in ogni ambito in cui si presume evoluzione, questa spinta verso il...

Concertgebouw, Amsterdam – TRAGEDIE SENZA TEMPO

Concertgebouw, Amsterdam – TRAGEDIE SENZA TEMPO
L’orchestra della radio olandese Radio Filharmonisch Orkest, ha offerto nella sala da concerto Concertgebouw di Amsterdam un dittico insolito intitolato “Tragedie senza tempo” composto dall’opera-oratorio Oedipus Rex di Stravinskij e dalla prima assoluta di The Rise of Spinoza di Theo Loevendie. Quest’opera in quattro scene è stata commissionata a Loevendie, un prolifico compositore nato ad Amsterdam nel 1930 che si è ispirato ad un momento tragico della vita del filosofo olandese Baruch Spinoza, il quale nel 1656 fu espuslo dalla comunità giudaica, così come scomunicato e esiliato dalla cità di Amsterdam per la sua filosofia panteista che identificava Dio con la Natura (Deus sive natura).  Questo passaggio è stato abilmente plasmato dal compositore in un libretto in lingua inglese di appena 45 minuti di durata che era a volte colorito a aolte agghiacciante. L’esito musicale è sostanzialmente contemporaneo e intenso, in certi momenti dissonante, ma non rinuncia a influenze dalla musica jazz o da quella antica, incorporata abilmente nel personaggio del musico Jacob van Eyck, qui interpretato dal flautista Erik Bosgraaf che con il suo strumento girava in scena e tra gli orchestrali come osservator dei fatti. La musica è ricca, per momenti sottile e accessibile nella parte cantata dai solisti. Il ruolo di Spinoza è stato interpretato dal controtenore Tim Mead che ha saputo infondere nel personaggio energia ed estasi con una linea di canto molto lirica, come nel suo incontro amoroso con Clara, intepretata dal soprano Katrien Baerts, che ha cantato con una timbro di nitidezza cristallina. Gli altri personaggi erano il basso-baritono Huub Claessens, un energico e convincente Rabino Morteira, e il tenore Marcel Reijans, un discreto Franciscus van den Ende, professore di Spinoza. Il Coro, Groot Omroepkoor, ha dato il suo apporto, come nella originale scena  iniziale dei venditori al mercatoche offrivano ogni tipo di alimenti, come formaggio e burro; e l’orchestra ha riposto alle esigenze musicali della partitura con sicurezza e suono omogeneo sotto la bacchetta del suo direttore principale Markus Stenz. Nella seconda parte si è ascoltato Oedipus Rex, nel quale brillava la presenza del tenore Sergey Semishkur, tenore russo du voce calda e potente nel ruolo di Edipo. Completavano il cast la mezzosoprano Yvonne Naef, una buona scelta per il ruolo di Giocasta per la suoi toni bruniti e la convinzione, così come il basso Dmitry Ivaschchenko come Tiresia e il baritono Andrew Schroeder come Creonte. L’orchestra ha dato il suono tragico richiesto dall’opera sotto la direzione minuziona e attenta di Markus Stenz. Ramón...

Teatro Regio di Torino – Otello – prova generale 11 ott.2014

Teatro Regio di Torino – Otello – prova generale 11 ott.2014
OTELLO Dramma lirico in quattro atti Libretto di Arrigo Boito dalla omonima tragedia di William Shakespeare Musica di Giuseppe Verdi   Personaggi Interpreti Otello, moro, generale dell’Armata veneta tenore Gregory Kunde   Jago, alfiere baritono Ambrogio Maestri   Desdemona, moglie di Otello soprano Erika Grimaldi   Cassio, capo di squadra tenore Salvatore Cordella   Roderigo, gentiluomo veneziano tenore Luca Casalin Lodovico, ambasciatore della Repubblica veneta basso Seung Pil Choi Montano, predecessore di Otello nel governo dell’isola di Cipro basso Emilio Marcucci Un araldo baritono Riccardo Mattiotto) Emilia, moglie di Jago mezzosoprano Samantha Korbey     Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia Walter Sutcliffe Scene Saverio Santoliquido Costumi Elena Cicorella Coreografia Hervé Chaussard Luci Rainer Casper Assistente alla regia Anna Maria Bruzzese Maestro del coro Claudio Fenoglio Maestro del coro di voci bianche Paolo Grosa   Orchestra e Coro del Teatro Regio Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Nuovo allestimento   I toni sfumati di grigio azzurro dei costumi –Elena Cicorella-, che si stagliano contro una scenografia sobria – Saverio Santoliquido-, evocativa ed efficace (in sostanza tre pannelli che ruotando sul palco creano i vari ambienti), con i bei tagli di luce –Rainer Casper-, sono l’equilibrato sfondo alla sublime musica verdiana ottimamente eseguita al Regio di Torino. Interpreti d’eccezione guidati da Gianadrea Noseda che ad ogni direzione risulta sempre più stupefacente, sempre più ispirato, sempre più in simbiosi con la sua orchestra che gli risponde battuta dopo battuta con virtuosismi e raffinate ricercatezze. Caratterizzata da dolcezza e passione, questa è assolutamente una delle più belle esecuzioni del’Otello verdiano: vibranti emozioni, profondità soffuse, impeto coinvolto. Otello è qui Gregory Kunde, che continua a sorprendere per la bella linea di canto: bei colori e sempre molto emozionante, offre il suo canto con morbide e gradevoli rotondità, appunto come una “offerta”. Erika Grimaldi interpreta Desdemona, ruolo non certamente facile per un giovane soprano, ma lei lo ha affrontato con sicurezza, grazie alla sua voce dagli argentei scintillii ed una marcata  carica interpretativa. Ambrogio Maestri è il perfido Jago e la “consumata esperienza” ha fatto si che il baritono abbia scavato nelle pieghe più profonde ed insinuanti del personaggio e della sua voce.    La produzione si è veramente avvalsa di un cast d’eccellenza quindi cenni di merito vanno rivolti al tenore Salvatore Cordella nei panni di un credibilissimo Cassio, a Luca Casalin nel ruolo di Roderigo, Seung Pil Choi, Emilio Marcucci e Riccardo Mattiotto. Un particolare apprezzamento a Samantha Korbey che ha tratteggiato sia vocalmente e che attorialmente il personaggio di Emilia.   Molto movimento sul palco grazie ad una studiata regia di Walter Sutcliffe, ma a farla da padrone è stata ovviamente la musica eseguita a livelli così alti da pensare difficilmente riscontrabili altrove. La musica vince sempre. Renzo...