IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara – 1 ottobre 2023

IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara  – 1 ottobre 2023
Arte, Opera, Sinfonica….certo son grandi cose, ma anche il puro divertimento , seppur ben contestualizzato socialmente, è piacevole da vivere e condividere !! IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara – 1 ottobre 2023 Musica di CARLO LOMBARDO e VIRGILIO RANZATO Operetta in tre atti su libretto di Carlo Lombardo Bombon Maritina Tampakopoulos Nela Francesca Sassu Ethel Silvia Regazzo Pomerània Federico Vazzola Hans Norman Reinhardt La Gaffe Francesco Tuppo Attanasio Prot Stefano Bresciani Tarquinio Brut Fabio Rossini Basilio Blum Pasquale Buonarota Tom Leonardo Alberto Moreno Direttore Roberto Gianola Regia Alessandro Talevi Scene e costumi Anna Bonomelli Coreografie Anna Maria Bruzzese Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina Coro AsLiCo Orchestra Filarmonica Italia Fondazione Paolo Grassi – 49° Festival della Valle d’Itria Il 23 novembre del 1923, quindi 100 anni fa, andava in scena al Lirico di Milano, nientemeno che “Il Paese dei campanelli”, un’operetta in tre atti di Carlo Lombardo! La tranquilla atmosfera di un piccolo paese forse olandese, ma comunque di fantasia e che vive delle sue credenze e delle sue tradizioni, viene scompigliato dall’irruzione di marinai in forzata permanenza, ma che approfittano dei desideri repressi delle donne e mogli del paesello per trovare il modo di non annoiarsi e vivere quel forzato arresto nel modo più eroticamente possibile. La regia di Alessandro Talevi non trascura certo questo aspetto erotico, quando in quadri a fondo scena si vedono chiaramente gli atti sessuali dei marinai con le mogli “fedeli” del villaggio. Ma neppure gli uomini-mariti saranno fedeli quando le mogli dei marinai verranno a cercare i propri mariti! Esilarante! E’ da rilevare che il quadretto rappresentato è in verità il “quadro” della società benpensante del “si fa, ma non si dice” di quei tempi, che per strani versi può applicarsi ancora oggi. La narrazione descrive un’epoca e la regia e scenografia trasportata sul ponte di un transatlantico accentua il “senza tempo” di certe situazioni che si perpetuano a dispetto dell’evoluzione e del progresso. «Duetti con sgambettamenti e molta pornografia sparsa nei dialoghi e nell’intreccio del libretto». Così bollava il genere operettistico il “Giornale del teatro” nel 1918. Non andava meglio nel 1926 in piena era fascista quando su “Il Giornale d’Italia” si potevano leggere questa parole: «Guasto prodotto industriale che non ha nulla a che vedere con l’arte […] Musica fox-trotteggiante che sa di cocaina lontano un miglio […] Apoteosi della negromusicomania». L’operetta italiana, insomma, non si voleva conformare a quella “italianizzazione” propugnata dal regime, si rifiutava di risalire «alle fonti della nostra sana comunità, immortalata in opere che sono il vanto della nostra letteratura nazionale, ripetere i motivi di quella che fu la gloriosa opera buffa italiana». Ma al pubblico poco importava e si lasciava trasportare da quelle storie assurde piene di musica accattivante. Le arie sono celeberrime e in questa edizione pure interpretate da voci liriche di tutto rispetto, privilegiando forse le voci femminili a quelle maschili sono infatti ben apprezzabili le interpretazioni di Maritina Tampakopoulos nel ruolo di Bonbon decisamente brillante ed ammiccante, di Francesca Sassu in Nela e di Silvia Regazzo in Ethel. Un cenno molto particolare va a Federico Vazzola che “en travesti” interpreta con misurata ironia il ruolo di Pomerania portandola a protagonista indiscussa. L’Orchesta Filamonica Italiana è stata diretta con grande equilibrio e liricità da Roberto Gianola che ha saputo trarre dei bei momenti musicali esaltando i ben noti duetti ed arie. Divertenti i costumi, gli animali fantastici come la zebra che danza e simpatica l’ambientazione; Realizzazione coprodotta con 49^ edizione Festival...

LE CONVENIENZE ed INCONVENIENZE TEATRALI – Teatro Coccia Novara 11 novenbre 2022

LE CONVENIENZE ed  INCONVENIENZE TEATRALI – Teatro Coccia Novara 11 novenbre 2022
Senza voler filosofeggiare credo che l’ironia e soprattutto l’auto ironia siano un “sale prezioso” per vivere bene il nostro cammino! Ecco che nell’opera donizettiana quesa ironia non trapela soltanto, ma si esalta passo a passo, divertendo assai ! LE CONVENIENZE ed INCONVENIENZE TEATRALI – Teatro Coccia Novara 11 novenbre 2022 Farsa in due atti Musica diGaetano Donizetti Libretto diDomenico Gilardoni Arrangiamento di Vito Frazzi Drammaturgia Alberto Mattioli Direttore Giovanni Di Stefano Regia Renato Bonajuto Scene Danilo Coppola Costumi Artemio Cabassi Coreografie Riccardo Buscarini Coreografie riprese da Giuliano De Luca Corpo di Ballo Romae Capital Ballet Corilla Carolina Lippo Procolo Paolo Ingrasciotta Mamma Agata Simone Alberghini Luigia Leonora Tess Dorotea Lorrie Garcia Guglielmo Didier Pieri Biscroma Strappaviscere Andrea Vincenzo Bonsignore Prospero Salsapariglia Stefano Marchisio L’Impresario Dario Giorgelè L’Ispettore del Teatro Juliusz Loranzi Maestro del Coro Yirui Weng Coro del Teatro Coccia Orchestra Filarmonica Italiana Coproduzione con il Teatro Municipale di Piacenza e Teatro dell’Opera Giocosa di Savona Certamente è solo la cultura e l’arte di vivere che porta alla satira ed all’autorironia e diciamolo francamente con occhio distaccato: certe situazioni operistiche e certi comportamenti di alcuni artisti ben prestano il fianco ad essere messi simpaticamente alla berlina. Nelle “ Convenienze ed inconvenienze teatrali” sul palco del Coccia di Novara, in diversi hanno contribuito a divertire attraverso la satira e …non dimentichiamolo…primo fra tutti Donizzetti a cominciare dalla partitura quasi rossiniana e da uno sbeffeggiante libretto! A metter mano alla drammaturgia con l’intento riuscito di contemporaneizzarla, appare Alberto Mattioli che mette a frutto la sua ampia conoscenza sia del panorama operistico che del mondo dell’opera, riuscendo a cogliere i difettucci ed i capricci che a volte aleggiano tra i camerini ed il palco. Renato Bonajuto con occhio da attento osservatore di un mondo che ben conosce con tratto ironico e verve costruttiva, ha realizzato uno spettacolo divertentissimo con evidente passione trasmessa agli interpreti che hanno colto, direi brillantemente vissuto i vari personaggi. Con piacere si vanno a citare tutti gli “attori” a partire dall’arrangiamento di Vito Frazzi e dalla apprezzata direzione di Giovanni Di Stefano sul podio del Coccia con in buca l’Orchestra sinfonica italiana. Le scene artisticamente originali di Danilo Coppola ed i costumi di Artemio Cabassi hanno decisamente impreziosito il tutto. E’ stato simpaticamente accolto il balletto di Romae Capital Ballet con le coreografie di Riccardo Buscarini riprese da Giuliano De Luca. Interessante e composito il Coro del Teatro Coccia diretto da Yirui Weng. La prima donna capricciosa e volubile, ovvero Corilla è interpretata da Carolina Lippo brillante, vivace e certamente in ruolo sia vocalmente che attorialmente. Sul palco è sostenuta nei suoi capricci dal marito Procolo interpretato da Paolo Ingrasciotta che caratterizza il personaggio con attenzione ed abilità vocale. La giovane Leonora Tess da voce e presenza a Luigia cui infonde brillantezza e vivacità. Lorrie Garcia è ammirata in Dorotea come Didier Pieri è molto bravo nel ruolo di Guglielmo. Biscroma Strappaviscere trova realizzazione nel fintamente compassato Vincenzo Bonsignore che si esprime con facilità vocale e bel timbro. Il movimentato Prospero Salsapariglia (e sinceramente già i nomi dei personaggi sono un programma) è agilmente interpretatso da Stefano Marchisio perfettamente attagliato al ruolo. Molto soddisfacenti e sfolgoranti anche Dario Giorgelé nel ben noto impresario e Juliusz Loranzi nel ruolo dell’Ispettore. Vogliamo ora parlare di Simone Albergini in Mamma Agata? Semplicemente esilarante! Conosciuto ed apprezzato per le sue varie e ben note interpretazioni non mi aspettavo sinceramente tanta capacità interpretativa e ironia bonariamente sarcastica! Quando entra in scena da fondo...

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO  – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021
In un momento di prefestività natalizia adombrato dall’incessante incedere del Covid19 con continue mutazioni e varianti un GRAZIE sorge spontaneo al Teatro Coccia che propone la leggerezza della prima opera scritta da Rossini diciottenne. Già si pregustano tutte le variazioni ed i temi che caratterizzeranno la massiccia produzione di opera buffa, che in questo periodo di tristezza donano un particolare senso di calore al cuore. LA CAMBIALE DI MATRIMONIO – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021 Musica di Gioachino RossiniLibretto Gaetano RossiDirettore Mirca RoscianiRegia Alfonso CipollaCostumista Silvia LumesSir Tobia Mill – Matteo Mollica Fannì Jayu JinEdoardo Milfort- Davide Lando Slook – Semyon BasalaevNorton – Franco CelioClarina – Simona RuisiAllievi del progetto RossiniLab e European Opera AcademyDirettore RossiniLab e preparatore vocale Giovanni BottaMaestro al Cembalo Yirui WengOrchestra del Teatro Coccia La cambiale di matrimonio, di Gioachino Rossini, al Coccia di Novara è stata eseguita in forma semiscenica, in collaborazione con il Conservatorio Guido Cantelli, con il cast degli allievi del progetto RossiniLab fondato da Giovanni Botta all’interno del Conservatorio novarese e European Opera Academy, oltre che scambio con gli allievi e i docenti dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia. Il Regista Alfonso Cipolla nel suo commento si riferisce alla prima opera giovanile di Rossini definendola “una quintessenza di invenzioni musicali e teatrali, una cornucopia di ironia e comicità che ne fanno un distillato preziosissimo di quella che sarà l’esplosione incontenibile del Rossini maggiore”. Lo scrivente ha più volte sottolineato di non essere musicista, ma un semplice appassionato di musica ed in particolare di opera lirica, il quale ama trasmettere le emozioni provate durante uno spettacolo ed anche in questo caso mi atterrò ai principio dell’emozione ricevuta, precisando che sempre apprezzo il coraggio delle proposte soprattutto con i giovani, come in questo caso. Il cast è interessante in particolare se si pensa all’età ed alle ineluttabilmente poche esperienze avute. La scena è ribaltata ed al proscenio campeggiano strutture e camminamenti su cui si muovono i cantanti, mentre l’orchestra di 45 elementi è sul palco, diretta da Mirca Rosciani che spicca nell’abito bianco e la chioma bionda alle spalle; al di là di questa seducente nota scenografica va rilevato un bel gesto ampio, quindi comunicativo che a tratti morbido a tratti ben deciso intende leggere tutto quanto Rossini ha scritto. La freschezza degli interpreti si è unita all’allegria generale rafforzata dai “costumi marionettisti”, come li ha definiti lo stesso Cipolla e realizzati da Silvia Lumes con spirito giocoso. Matteo Mollica divertente ed in ruolo ha reso brillantemente Sir Tobia Mill, come Semyon Basalaev ha reso bene Slook. Norton e Clarina ripesttivamente Franco Celio e Simona Ruisi han dato buona prova interpretativa e di canto. Davide Lando in Milfort è andato in crescendo, ma su tutti spicca Jayu Jin la quale ha reso una Fanny molto divertente non lesinando nelle variazioni e agilità. Un plauso al Coccia, teatro di tradizione piemontese, che sa coniugare necessità con virtù offrendo spettacolo gradevole e ghiotte opportunità. La Musica vince sempre Renzo Bellardone. Crediti foto Mario...

TEATRO COCCIA NOVARA – PRIMA META’ di stagione 2022

TEATRO COCCIA NOVARA – PRIMA META’ di stagione 2022
Il Teatro Coccia di Novaraannuncia la prima metà di Stagione 2022: Inverno-Primavera  DA GENNAIO A GIUGNO CON 22 TITOLI  L’inaugurazione con LA CENERENTOLA di Gioachino Rossini  La commissione di una composizione sacra a Federico Biscionee un’opera per i ragazzi scritta da Federico Gon per parlare di bullismo e calcio  DANIELE PECCI, GIAMPIERO INGRASSIA, GABRIELE VACIS, GIOBBE COVATTA, LEGNANESI, MARIA AMELIA MONTI, MARIANGELA D’ABBRACCIO, MILENA VUKOTIC, OBLIVION e UGO DIGHEROtra i protagonisti dei cartelloni Prosa, Varietà, Comico  Collaborazioni con Novara Football Club, NovaraJazz  e Novara Dance Experience  Maratona CASSANDRA in occasione delle celebrazioni della Cultura Ellenica  Chiusura della prima parte di stagione con TOSCA di Giacomo Puccini in attesa dell’annuncio di nuovi titoli in Autunno 2022     Novara, 7 Dicembre 2021. Sono 22 i titoli (con 40 “alzate di sipario”) che compongono la programmazione del Teatro Coccia di Novara tra Gennaio e Giugno 2022. Dall’Opera al Comico, dalla Danza alla Prosa, dalla Musica Sinfonica al Varietà, e ancora appuntamenti per le Famiglie e le Scuole, la maratona di proiezioni di Cassandra, e gli Aperitivi in… Jazz. Un intenso cartellone che inaugura a Gennaio 2022 in occasione delle festività del Santo Patrono, San Gaudenzio. Giovedì 20 e Domenica 23 Gennaio 2022 il Teatro Coccia apre con La Cenerentola di Gioachino Rossini, diretta da Antonino Fogliano, rossiniano per eccellenza, con una carriera di respiro internazionale che lo ha visto sul podio di importanti teatri, direttore ospite principale alla Deutsche Oper am Rhein dal 2017 e Direttore musicale del Rossini Festival a Wildbad – Belcanto Opera Festival, il Maestro che ha diretto il concerto di apertura del 2021 con l’Orchestra Rai. La regia è affidata a Teresa Gargano, che approda sul palcoscenico del Teatro Coccia dopo un percorso di crescita professionale, passando dal ruolo di assistente, alla regia dell’opera di Accademia Cendrillon di Pauline Viardot, fino ad arrivare all’opera che inaugura la stagione Un cast di voci giovani affianca voci di caratura internazionale. Debuttano il ruolo il giovane e talentuoso mezzosoprano Mara Gaudenzi nei panni di Angelina, il basso Francesco Leone Alidoro, Chuan Wang – tenore cinese dal piglio tutto mediterraneo, impegnato in una carriera internazionale, apprezzato all’ultimo Rossini Opera Festival e prossimamente sul palco de La Scala – è Don Ramiro; il mezzosoprano Caterina Dellaere, una dei molti talenti emersi dall’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia, debutta il ruolo di Tisbe, infine Il ruolo di Clorinda è interpretato dal soprano in costante ascesa Maria Eleonora Caminada. Da contraltare a tante giovani voci due baritoni affermati di fama internazionale Simone Alberghini nel ruolo di Don Magnifico, e Emmanuel Franco in quello di Dandini. Suggestiva la scelta delle scenografie: tele dipinte a mano firmate dall’artista e scenografo Ferruccio Villagrossi. Un ritorno alla tradizione e all’artigianalità, un dialogo tra passato e futuro, che si collega idealmente all’allestimento di Ernani del 2019, in cui è stata ridata vita alle scene storiche del Massimo di Palermo. Un legame con l’ultima apertura di stagione pre-pandemia, per proseguire nel pensiero che sta alla base di una visione artigiana che dà spazio a una peculiarità tutta italiana, quella della manifattura applicata alla scenografia, nostro plus valore riconosciuto a livello mondiale. Secondo titolo d’opera della stagione è Tosca di Giacomo Puccini, in scena Venerdì 27, Sabato 28 e Domenica 29 Maggio 2022. Diretta da Fabrizio Maria Carminati, direttore d’orchestra originario del novarese rinomato nel mondo. La regia è di Renato Bonajuto. Nel ruolo di Tosca Charlotte-Anne Shipley, giovane interprete di origini inglesi che si è già esibita nei maggiori teatri europei ed italiani. Cavaradossi è una delle voci tenorili più affermate nel panorama lirico internazionale Luciano Ganci, per la prima volta sulle tavole del Teatro Coccia. Le scene sono firmate da Giovanni Gasparro uno dei più affermati pittori neocaravaggeschi italiani, di fama intercontinentale, le cui opere sono esposte in importanti collezioni pubbliche e...

IL CASTELLO DI BARBABLU’ Teatro Coccia Novara 23 ottobre 2021

IL CASTELLO DI BARBABLU’ Teatro Coccia Novara 23 ottobre 2021
La ripresa…il tornare a teatro NON ha prezzo! L’entusiasmo e il desiderio della scena, della musica, dello spettacolo d’autore pulsano fortemente alle tempie e ritrovarsi in sala con Direttrice teatro, regista e scenografo che raccontano quello che fra poco si andrà ad ascoltare e vedere, riempie cuore e testa di emozioni. IL CASTELLO DI BARBABLU’ Teatro Coccia Novara 23 ottobre 2021Orchestrazione per organico orchestrale ridotto Paola Magnanini e Salvatore Passantino (Accademia AMO)Musica di Béla BartókLibretto di Béla BalázsTraduzione di Hannah Gelesz e Deda Cristina ColonnaDirettore Marco AlibrandoRegia Deda Cristina ColonnaAssistente alla regia Hannah GeleszScene e costumi Matteo CapobiancoBarbablù Andrea MastroniJudith Mary Elizabeth WilliamsPrologo Giuditta Pascucci, Carolina RapilloOrchestra del Teatro CocciaCoproduzione Fondazione Teatro Coccia e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi L’opera non è delle più conosciute e rappresentate, quindi mi ritengo ben fortunato ad aver già avuto altre occasioni per assimilare l’ineguagliabile bello dell’ascolto dell’unica (peccato) opera di Béla Bartók! Non sono musicista, ma il frequente ascolto dal vivo di Musica ben elevata, mi fa apprezzare enormemente questa composizione viva, ricca di fermenti, impeti, passione ed espressiva intimità. Non basterebbero 1000 pagine ad illustrare le sfaccettature di questa scrittura imponente che seppure prevista per un organico di almeno novanta elementi, con un lavoro certosino e di assoluta qualità l’abbiamo ascoltata proposta da un organico musicale di soli 23 elementi. Il merito di questa orchestrazione per organico ridotto va a Paola Magnanini e Salvatore Passantino dell’Accademia AMO, realizzata sotto la preziosa supervisione di Marco Taralli. Uno degli aspetti più interessanti dell’opera di Béla Bartók è senz’altro quello del rapporto tra il metro verbale e quello musicale. Per la prima volta la lingua ungherese non risulta violentata e deformata dalle esigenze della musica e come è stato esposto durante la presentazione la trasposizione in lingua italiana per i sottotitoli è stata curata con attenzione, fedeltà ed amore all’opera. Tutto emerge: il lamento, lo stridore, il grido, la speranza, l’illusione e la realtà, la rincorsa di un sogno, l’attesa della realizzazione ed il tormento dell’essere. Ma veniamo alla realizzazione registica di Deda Cristina Colonna che navigando tra le pagine fiabesche del castello del principe Barbablù, invece di soffermarsi all’immaginario collettivo del principe assassino uxoricida, spietatamente assetato di sangue, ha ricercato la psicologia ed il sogno del principe alla spasmodica ricerca di se stesso attraverso l’essere amato senza domande e condizioni. Aprendo una ad una le porte del castello, sulle femminee richieste di Judit, svela man mano il suo IO. La narrazione tiene con il fiato sospeso come in un giallo a lieto fine. La regia fin dalle proiezioni iniziali ha rappresentato con efficacia sorprendente questo suo percorso di ricerca ed ha reso Barbablù un essere umano con i suoi interrogativi e l’ambientazione scelta, realizzata con eleganza strutturale dallo scenografo Matteo Capobianco, ha contribuito alla rappresentazione dell’uomo Barbablù e della sua quarta ed ultima moglie Judit a cui dedica tute le notti, cosi come alle altre mogli racchiuse nell’ultima stanza aveva dedicato, il mattino, il mezzogiorno e l’imbrunire della sera. La direzione di Marco Alibrando è fresca ed al tempo stesso rigorosa, lasciando spazio alla passione che insegue le varie timbricità, gli stridori ed i quasi impercettibili soffi sopra le lacrime del lago. Agli interpreti va un applauso sincero: Mary Elisabeth Williams è un’accorata Judit che vive con grande forza interpretativa mantenendo il ritmo narrativo ed esprimendo una cifra vocale ben attagliata al ruolo. Andrea Mastroni può definirsi interprete di riferimento grazie alla voce che naturalmente bassa espone colori e profondità di tutto rilievo,...