AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019

AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019
Un ridente albergo immerso nelle montagne fa da sfondo all’intreccio amoroso della proprietaria Gioseffa, innamorata di un avvocato. Leopoldo, primo cameriere, ama Gioseffa, non corrisposto. Una lite commerciale per una questione di mutande permetterà all’avvocato di innamorarsi della figlia dell’industriale Petronio Bottazzi che inventò le ‘mutande Maranello’, la parte avversa della causa. Questa è la sintesi della trama de ‘Al Cavallino Bianco’ l’operetta più rappresentata a mondo, dopo La Vedova allegra. Tra i titoli della fertile stagione del Coccia, brilla anche questo! AL CAVALLINO BIANCO – Teatro Coccia – Novara, 27 gennaio 2019 Operetta in due atti di Ralph Bénatzky Corpo di ballo Novecento – Orchestra Cantieri d’Arte, diretta da Stefano Giaroli Scene e costumi Artemio Cabassi Coreografie Salvatore Loritto Regia Alessandro Brachetti Produzione Fantasia in Re Leopoldo | Antonio Colamorea Gioseffa | Susie Georgiadis Sigismondo Cogoli | Alessandro Brachetti Claretta Hintzelmann | Silvia Felisetti Piergiorgio Bellati | Domingo Stasi Ottilia Bottazzi | Elena Rapita Petronio Bottazzi | Fulvio Massa Prof. Hintzelmann | Marco Falsetti   Soria più unica che rara quella di ‘Al Cavallino Bianco’: infatti ancorchè firmata da Ralph Benatzky è in realtà frutto del lavoro di ben cinque compositori e forse da questo deriva lo sfavillio di questa  operetta.  Lo stesso Benatzky cantò il “Cavallino bianco” sul Wolfgangsee, nella parte in cui l’imperatore Francesco Giuseppe appare come Deus ex machina. La rappresentazione novarese è curata da Produzione Fantasia in Re con la briosa regia di Alessandro Brachetti, anche capocomico e brillante  interprete di Sigismondo, affettato dandy che attende di più alla  cura del proprio sopracciglio che a tutto il resto, senza però trascurare di ‘fare il filo’ e condurre poi a giunte nozze Claretta, Silvia Felisetti,  nonostante evidente difetto di pronuncia; entrambi ottimi interpreti sia dal punto di vista vocale che   d’attore. La messa in scena è davvero semplice, ma coerente con lo stile delle operette e la sua linearità paga, così come i costumi ideati dallo stesso scenografo Artemio Cabassi. Il primo cameriere Leopoldo è interpretato da Antonio Colamorea, valido e simpatico interprete dello sfortunato (fino a cinque minuti dal lieto fine) perché non riamato da Gioseffa, Susie Georgiadis: voce squillante e spigliatezza da protagonista. La storia ingarbugliata vede anche l’apprezzabile  Domingo Stasi nei panni dell’avvocato Piergiorgio Bellati il quale finirà per far innamorare Ottilia Bottazzi interpretata con dolce vivacità da Elena Rapita; il padre di Ottilia è l’industriali Petronio Bottazzi, Fulvio Massa,  il quale  ha positivamente colpito fin dalle prime batture per solidità vocale e soprattutto interpretativa. Buon caricaturista Marco Falsetti nel ruolo del prof. Hintzelmann sfortunato inventore che per trascorrere qualche giorno di villeggiatura deve contrattare sul prezzo. Con la tipicità della messa in scena delle operette anche qui troviamo le danze eseguite dal Corpo di ballo Novecento con sei ballerine e due ballerini che parafrasano l’aria di Leopoldo per passare poi alle danze tirolesi con vivacità e dinamicità in virtù della coreografia di Salvatore Loritto. Esprimendosi ancora una volta a suo favore, il Teatro Coccia si avvale di musica dal vivo ed in questo caso l’Orchestra Cantieri d’Arte, diretta da Stefano Giaroli: buona esecuzione in spirito con la realizzazione che sta tra l’operetta ed il musical, con accenti da opera comica in alcuni passaggi musicali. Direzione attenta e di stile che affronta egregiamente i virtuosismi della partitura. Riporto quale chiosa un’annotazione dal libro di sala, che pur riferendosi alla prima del 1930, ben si addice anche a questa spumeggiante  produzione: Il 10 novembre 1930, recensendo la prima mondiale de Al Cavallino Bianco, il Berliner Tageblatt...

DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018

DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018
Un clarinetto, un pianoforte ed un libraio scrittore che legge? E’ invitante? Non so! La curiosità però è forte e dall’alto della mia incrollabile forza, cedo alla curiosità, che risulterà appagata insieme allo spirito indagatore e ricercatore.  DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018 Fabrizio Meloni – clarinetto Andrea Rebaudengo – pianoforte Con Alessandro Barbaglia, libraio e scrittore Programma: F. Sebastiani Parafrasi da concerto su temi di Norma di V. Bellini F. Sebastiani Parafrasi da concerto su temi della Semiramide G. Rossini F. Liszt Parafrasi sul Rigoletto di G. Verdi (pianoforte solo) C.m von Weber Gran duo concertante per clarinetto e pianoforte F. Poulenc Sonata per Clarinetto e Pianoforte   Berna è una città fredda e l’amico ebreo che vive con me, che sono una lampada da studio, sente questo freddo, ma  pensa in musica, perche noi diveniamo dalla musica, perché l’universo è musica. Con questa riflessione che ho sintetizzato al limite del comprensibile, l’ottimo interprete –libraio e scrittore che ha un bosco vicino al lago d’Orta- Alessandro Barbaglia, lasciando planare i fogli ad uno ad uno dopo la lettura, ha introdotto il concerto parlando del Pensare in Musica, che è il titolo del gradevole concerto offerto subito dopo da Fabrizio Meloni al clarinetto e Andrea Rebaudengo al pianoforte. Casta Diva in parafrasi da concerto sui temi di Norma di Vincenzo Bellini, apre il concerto e la dolcezza del flauto  dello scaligero Fabrizio Meloni  pervade di sensibilità in modo soffuso ed accogliente, che arriva alle agilità quasi in punta di piedi, tanto è  raffinata l’interpretazione. Ed il pianoforte di Andrea Rebaudengo non è da meno sia per agilità che per ricercata interpretazione. Questi alla seconda proposta che prevede arie dalla Semiramide di Rossini  offre un tappeto dai colori ora tenui ora vividi su cui si appoggia la voce del clarinetto ricca di ricercate agilità. La parafrasi su Rigoletto di Giuseppe Verdi è lasciata al solo pianoforte che da Bella figlia dell’Amore si sviluppa in virtuosismi senza spettacolarità, incentrandosi invece sulle sostanziali vibranti emozioni. Incontrando Weber, incontriamo altre sonorità, forte espressività ed intimismi profondi che esplodono poi con le variazioni al finale. Con Poulenc ha il sopravvento la prorompente modernità dai colori contrapposti che si accarezzano con piacere, per l’offerta quasi sotto voce che va a disperdersi nello spazio, tra silenzi e le  impennate descrittive di un movimento giocoso. I bis gradevolissimi sono la Ninna nanna di Emanuele Pedrani  contrabbassista in Scala e poi l’avvolgente Oblivion di Astor Piazzolla. Stavo dimenticando di raccontare che all’inizio del secondo tempo è ritornato sul palco Alessandro Barbaglia che parlando di suoni del violino, di equazione di Dio, di geometria, di fisica, di matematica alla fine ha ammesso che stava parlando della teoria della  relatività e che l’amico era Albert Einstein! La Musica vince sempre. Renzo Bellardone   credit foto Mario...

THE BEGGAR’S OPERA – Teatro Coccia Novara – 27 ottobre 2018

THE BEGGAR’S OPERA – Teatro Coccia Novara – 27 ottobre 2018
Un appassionato di teatro, ma poco informato immagina che L’opera da tre soldi (Die Dreigroschenoper) sia l’opera  partorita dalla mente di Brecht, senza sapere che in effetti si trattava di un adattamento  della Beggar’s Opera, una ballad opera dell’inglese John Gay del XVIII secolo. Nella versione del 1928 le musiche sono di Kurt Weill e le inserzioni di ballate di François Villon e Rudyard Kipling ed ambienta la storia tra i malavitosi  londinesi, mettendo in scena un aggressivo attacco alla società capitalista, vista come una banda di delinquenti, ruffiani e meretrici. Il lavoro, che offre una feroce critica socialista del mondo borghese, parodiato e condito da un umorismo cinico dei rapporti umani, fu accolto entusiasticamente fin dalla prima apparizione sulle scene. Lo stesso soggetto viene ripreso ora da Ian Burton e Robert Carsen con la stessa forza narratrice. THE BEGGAR’S OPERA – Teatro Coccia Novara – 27 ottobre 2018 Ballad opera in tre atti Musiche di John Gay e Johann Christoph Pepusch Nuova versione di Ian Burton e Robert Carsen Regia Robert Carsen Direzione d’orchestra Florian Carré Ideazione musicale William Christie Ensemble Les Arts Florissants Drammaturgia Ian Burton Scene James Brandily – Luci Robert Carsen e Peter Van Praet – Costumi Petra Reinhardt Ricerche musicali Anna Besson e Sébastien Marq Edizione musicale Pascal Duc (Les Arts Florissants) Produzione C.I.C.T.– Théâtre des Bouffes du Nord Coproduzione Les Arts Florissants con il sostegno di CA-CIB, Angers Nantes Opéra, Opéra de Rennes, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Opéra Royal/Château de Versailles Spectacles, Grand Théâtre de Genève, Théâtre de Caen, Edinburgh International Festival, Festival di Spoleto, Centre Lyrique Clermont-Auvergne, Opéra Royal de Wallonie-Liège, Opéra de Reims/La Comédie de Reims CDN, Teatro Coccia, Teatro Verdi, Attiki cultural Society, Cercle des partenaires des Bouffes du Nord Con il generoso supporto di KT Wong Fondation Costruzione scene Angers Nantes Opéra Mr. Peachum ROBERT BURT Mrs. Peachum / Diana Trapes BEVERLEY KLEIN Polly Peachum KATE BATTER Macheath BENJAMIN PURKISS Lockit KRAIG THORNBER Lucy Lockit OLIVIA BRERETON Jenny Diver LYNDSEY GARDINER Filch / Manuel SEAN LOPEMAN Matt GAVIN WILKINSON Jack / Prison guard TAITE-ELLIOT DREW Robin WAYNE FITZSIMMONS Harry DOMINIC OWEN Molly NATASHA LEAVER Betty EMILY DUNN Suky LOUISE DALTON Dolly JOCELYN PRAH   La valida  stagione del Coccia mette in cartellone The Beggar’s Opera nella nuova versione di Ian Burton e di Robert Carsen che firma anche la regia ed insieme a Peter Van Praet anche le luci. La storia è quella che tutti conosciamo per aver più volte sentito l’Opera da 3 soldi di Brecht; l’attuale versione ha chiari riferimenti alla situazione contemporanea europea e mondiale e non lesina denunce e feroci parallelismi tra l’attuale società dei capitali e delle multinazionali e politica con i delinquenti comuni che si esprimono con parolacce, strisce di coca, sesso a gogò e tradimento di tutti i principi di equità e moralità. Lo stesso Carsen nelle note di regia descrive l’impianto centrale dell’opera “ Con un’osservazione affilata come il rasoio, uno dei personaggi dice all’inizio del terzo atto ‘i leoni,i lupi e gli avvoltoi non vivono insieme in branchi, frotte o greggi. Di tutti gli animali da preda, l’uomo è l’unico socievole. Ognuno di noi preda il suo vicino, eppure ci raduniamo insieme’; a questo punto mi vien da aggiungere una citazione del testo detta prima da Mr Peachum e ripetuta poi da Lockit “ cosa ci guadagno io?” ponendo l’interesse individuale del singolo al di sopra di tutto e tutti: società, collettività, moralità, umanità, accettazione, soccorso, rispetto, amore. In genere amo la sintesi, ma in questo caso mi...

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO -Teatro Coccia Novara 17 OTTOBRE 2018

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO -Teatro Coccia Novara 17 OTTOBRE 2018
Al Teatro Coccia di Novara la ricerca è di casa: “Uno spettacolo composito che, nella prima parte, prevede l’esecuzione di due brevi melologhi e, nella seconda, la messa in scena della farsa rossiniana “La cambiale di matrimonio”. I due melologhi, per voce recitante e orchestra, sono stati composti dai vincitori di un concorso promosso dal Conservatorio stesso. I testi, scelti dalla commissione, riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per lo più dall’epistolario.”   LA CAMBIALE DI MATRIMONIO –Teatro Coccia Novara 17 ottobre 2018 “LES MOTS QUI SONNENT” Due melologhi per Gioachino Rossini, per voce recitante e orchestra “Metodo per addormentarsi” Musica di Elia Praderio “Petit dîner de plaisir” Musica di Federico Perotti Voce recitante LUDOVICO D’AGOSTINO Farsa comica in un atto Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Gaetano Rossi Sir Tobia Mill              Davide Rocca Fanni                            Lucrezia Drei Edoardo Milfort         Shinikiro Kawasaki Slook                            Raffaele Facciola Norton                         Filippo Quarti Clarina                         Cristina Faricelli Regia Laura Cosso Direzione d’orchestra Margherita Colombo Movimenti coreografici Emanuela Tagliavia Orchestra Conservatorio “Verdi” di Milano Scene e Costumi a cura dell’Accademia di belle arti di Brera Solisti del conservatorio di Milano Produzione Conservatorio “Verdi” di Milano Credit fotografico Mario Finotti.    La Cambiale di  Matrimonio è purtroppo un’opera non così frequentemente rappresentata,  ma che trovo particolarmente fresca ed allegra forse proprio in virtù della giovane età, 18 anni, di Gioacchino Rossini, al momento della sua prima scrittura operistica. La vicenda è al solito briosa con qualche paradosso, ma nell’insieme sia la musica che la narrazione scorrono piacevolmente. Questa edizione prevede la regia di Laura Cosso che ha pensato all’ambientazone in una ditta di spedizioni realizzata con scena fissa e movimenti in su ed in giù di pannelli/orte  a rappresentare vari luoghi del mondo oltre a proiezione di scorcio di cielo   visto attraverso due ante. La regia è  accessibile, divertente e ben strutturata con le scene realizzate dall’Accademia di Belle Arti di Brera, attraverso l’opera di   Giulia Capra, Sole Fantini e Marilena Montini  anche ideatrici dei costumi che per contro non ho trovato tutti  così pertinenti seppur volti a modernizzare e rallegrare la scena. Ben inseriti, contestualizzati  ed apprezzati i movimenti coreografici di Emanuela Tagliavia  realizzati con giovani promettenti e ben inseriti. L’Orchestra Conservatorio Verdi di Milano ha ben risposto sotto la direzione di Margherita Colombo che con prudente bacchetta  ha saputo mantenere una linea orchestrale vivace ed equilibrata, consona all’opera. In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la direzione del Coccia ha pensato di far precedere l’opera  dall’interpretazione  di due melologhi  selezionati tramite un concorso del Conservatorio su musiche create da studenti delle classi di composizione: “Metodo per addormentarsi”, con musica da Elia Praderio che forse a causa di non sufficiente amplificazione o forse per scelta, non si sono intese tutte le parole recitate su musica un po’ azzardata. Segue “Petit dîner de plaisir” composta da  Federico Perotti con rimandi rossiniani chiari e testo decisamente brillante che grazie alla voce ed alla interpretazione di livello dell’attore  Ludovico d’Agostino è risultata più gradevole e divertente, ovvero più in linea con l’opera che segue. Gli artisti tutti si sono veramente impegnati nel cercare di dare il meglio acquisito. Sir Tobia Mill viene interpretato dal baritono buffo Davide Rocca che movimenta la scena con guizzi divertiti; la giovane Lucrezia Drei interpreta il ruolo di Fanni con...

RIGOLETTO – Teatro Coccia Novara – Prova Generale 3 ottobre 2018

RIGOLETTO – Teatro Coccia Novara – Prova Generale 3 ottobre 2018
La prova generale della prima opera della stagione è sempre una emozione ed a volte  mi permetto di recensire, in quanto il mio commento non mai è tecnico, ma emozionale. In occasione della prova generale di Rigoletto al Coccia ho incontrato amici di lunga data ed incontrato sorrisi di ‘personaggi’ che per riservatezza non cito, ma che sicuramente diverranno amici o amabili conoscenze. Il teatro è anche questo!      RIGOLETTO – Teatro Coccia Novara – Prova Generale 3 ottobre 2018   Musica di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave   Rigoletto ROBERTO DE CANDIA Duca di Mantova STEFAN POP Gilda ALEKSANDRA KUBAS-KRUK Sparafucile ANDREA COMELLI Maddalena SOFIA JANELIDZE Giovanna/Contessa SERENA MUSCARIELLO Conte di Monterone FULVIO FONZI Marullo/Un usciere di corte STEFANO MARCHISIO Conte di Ceprano ARIOL XHAFERI Borsa DIDIER PIERI Un paggio della Duchessa VALENTINA GARAVAGLIA   Regia Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi Direzione d’orchestra Matteo Beltrami Orchestra Conservatorio “Cantelli” di Novara Scene Leila Fteita – Luci Emiliano Pascucci – Costumi Nicoletta Ceccolini Coro dei Conservatori “Cantelli” di Novara e “Vivaldi” di Alessandria Produzione Fondazione Teatro Coccia Coproduzione con Teatro Comunale di Sassari – Ente Concerti Marialisa de Carolis     Rigoletto, se si vuole, è il trionfo dell’amore contro tutti e contro tutto, addirittura contro l’evidenza del tradimento, e la certezza della mal riposta fiducia: Gilda ama Il Duca di Mantova senza essere sinceramente ricambiata, ma semplicemente confusa tra i tanti oggetti del desiderio da soddisfare tra un bicchiere di vino ed un amore prezzolato, eppure lei per amore sacrificherà la propria vita per salvare quella dell’iniquo duca.   La scenografia di Leila Fteita è interessante: una enorme cornice che racchiude scene cinquecentesche e che ben si addice alla regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che pur nella tradizione non cade nel banale e fa della semplicità una ricchezza. Una nota particolare la riserverei alla pioggia che fragorosamente cade sul palco mentre i suoni della  tempesta in cielo  giungono dall’alto della galleria dove sono stati posizionati alcuni strumenti all’uopo preposti e che creano un effetto di verità scenica.  Ben disegnate le luci di Emiliano Pascucci e ben concepiti, senza ridondanza i costumi di Nicoletta Ceccolini. Il coro dei Conservatori “Cantelli” di Novara e “Vivaldi” di Alessandria, sono ben affiatati e di livello. Su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse  , Giuseppe Verdi compose quest’opera con un susseguirsi di arie divenute celeberrime e la Prima fu nel 1851 al Gran Teatro La Fenice di Venezia. Nell’esecuzione dell’orchestra del Conservatorio Cantelli di Novara sotto all’attenta bacchetta di  Matteo Beltrami resta l’impeto verdiano senza cadere nel tranello dei ripetitivi ‘zumpapa’ ed anzi ha sovente attimi sinfonici di estesa bellezza guidati da un felice gesto ampio. Stefan Pop è il Duca di Mantova che raggiunge acuti con estensione e bel timbro Parmi veder le lagrime… e ben interpreta il ruolo dello spregiudicato libertino, Questa o quella per me pari sono … Gradita quanto inaspettata scoperta Aleksandra Kubas-Kruk nel ruolo di Gilda: buona interpretazione attoriale facilitata da una bellezza che pare  disegnata sul personaggio, ma soprattutto apprezzata per le agilità, gli acuti ed i velluti rilucenti su cui fa scorrere il suo canto poetico ed appassionato Caro Nome….e Tutte le feste al tempio… Nel ruolo del titolo ed in debutto dello stesso, Roberto de Candia, che ben ha compenetrato il personaggio  giungendo a commuovere in diversi momenti esaltando la disperazione del padre che sta perdendo la figlia: Cortigiani vil razza dannata…e Vendetta tremenda vendetta.. Privilegia l’emozione a cui affida il canto dando credibilità al personaggio.   Andrea Comelli è buon spara fucile così...