EUROPA ITALIA AMERICA: MENDELSSOHN e DVOŘÁK – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018

EUROPA ITALIA AMERICA:  MENDELSSOHN e  DVOŘÁK  – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018
I teatri di provincia, se ben gestiti e ben amati, possono riservare delle incredibili ed affascinanti sorprese: Può succedere, ad esempio, che si vada ad un concerto, per un fantastico viaggio musicale e ci si  ritrovi due direttori d’orchestra anziché uno solo e…magari uno di questi è donna, giovane ed appena diplomata e magari…pure brava !   EUROPA ITALIA AMERICA. DA GOETHE A MENDELSSOHN, DA DVOŘÁK A VITTORINI E PAVESE – Teatro Coccia, Novara 16 gennaio 2018   Programma: F.Mendelssohn – Sinfonia n.4 “Italiana” MANUELA RANNO, direttore A.Dvořák – Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” MATTEO BELTRAMI, direttore LUCILLA GIAGNONI, attrice ORCHESTRA SINFONICA MANTOVANA Certamente risulta Interessante la scelta di far intervenire un’attrice, quale Lucilla Giagnoni per raccontare del profumo dei limoni del Garda, oppure raccontare che lo ‘sguardo’ è la chiave di tutto, ‘si’ di tutto il mondo che ci circonda e  di quel Goethe, tedesco fino al midollo, che si intenerisce di fronte ad un paesaggio giallo di girasoli in Toscana o che cambia il punto di osservazione dopo aver visto Napoli…. E’ affascinante che Giagnoni racconti di quelle impressioni americane di strade affollate o desolate praterie attraversate da una sbuffante locomotiva,forse assalita dai banditi,  parlando di Dvorak ed…insomma collegare la scoperta, la conoscenza attraverso un favoloso fantastico viaggio  musicale tra Europa/Italia e quel Nuovo Mondo che fu l’America. Mi sia concessa una piccola nota personale circa la curiosità e la conoscenza:  senza di esse, ovvero senza andare alla ricerca del conoscere di  cosa fa il resto del mondo od anche solo nostro vicino, noi restiamo quello che siamo senza neppure aver la possibilità di crescere. In contrapposizione, conoscere quello che gli altri fanno ci aiuta a crescere e migliorare il nostro essere e le nostre azioni ed opere. Torniamo ora al concerto proposto dal Coccia e dal suo direttore musicale Matteo Beltrami: il tema è il viaggio, fatto di osservazione, musica, poesia, sensazioni ed emozioni. A proposito di sensazioni ed emozioni, credo sia raro che il direttore musicale di un teatro rinunci alla direzione di metà concerto a favore della sua assistente, ma in questo caso emozionante e sensibile è successo: Matteo Beltrami rinuncia alla direzione della Sinfonia n. 4 “l’Italiana” e la offre a Manuela Ranno, la giovane siciliana, neo diplomata in direzione d’orchestra, a cui riserva questa opportunità. “ L’Italiana” di Mendelsshon viene diretta Da Manuela Ranno con tutta la partecipazione possibile, stando attenta a tutti i dettagli,  mettendosi in gioco con professionalità e serietà. I vari movimenti descrivono i paesaggi italiani visti con l’occhio tedesco del compositore e Ranno sa cogliere la laica liricità ed il mistico intimismo che alternandosi sono racchiusi nel prezioso scrigno della partitura ed accettare ed esaltare poi l’ariosità celebrativa (ad esempio nel terzo movimento),  diretta con gesto ampio e chiaro. Della “Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak” penso che (credente o no) il compositore, nel momento della scrittura sia stato toccato da forze soprannaturali. L’enfasi, il raccoglimento, l’osservazione, l’entusiasmo, l’attesa ed ancora altri mille sentimenti stanno racchiusi in quelle pagine di spartito. Matteo Beltrami sul podio e con dinnanzi l’Orchestra Sinfonica mantovana, hanno saputo creare l’atmosfera giusta, fatta di suspense, quindi di attesa, e di incantato occhio osservatore di quel mondo che si vede, ma che non si percepisce ancora appieno. Il direttore coglie l’affresco delle parti poeticamente intimistiche  ed esalta poi il folle entusiasmo del nuovo in movimento che espandendosi gigantescamente invaderà il globo. Ci si potrebbe ancora dilungare molto, ma forse serve di più un plauso ai...

TEATRO COCCIA –NOVARA- IL BUGIARDO” 21 febbraio 2016

TEATRO COCCIA –NOVARA- IL BUGIARDO” 21 febbraio 2016
TEATRO COCCIA –NOVARA- IL BUGIARDO” 21 febbraio 2016 IL BUGIARDO  di Carlo Goldoni – adattamento di Alfredo Arias e Geppy Gleijeses Al teatro Coccia di Novara, teatro di tradizione, domenica 21 febbraio è andato in  scena IL BUGIARDO di Carlo Goldoni nella trasposizione ed adattamento di Alfredo Arias regista e Geppy Gleijeses. Alfredo Arias, nella sua regia,  ha portato sul palco le MASCHERE, senza le maschere sul volto, tranne Mauro Gioia che ha  composto le musiche originali   e cantato dal vivo. L’originale ambientazione è stata realizzata con  assi di legno in verticale  e poche sedie rustiche; un filo di luci per l’accensione al finale, qualche palloncino colorato e nulla più, eppure non è mancato nulla! Le scene ed i costumi ‘fedeli’, ma reinterpretati sono di Chloe Obolensky, storica collaboratrice di Peter Brook. Lo spettacolo ha avuto inizio con Lorenzo Gleijeses  (Arlecchino e Brighella) che simulando la famiglia di artisti ‘Cannavacciuolo’ ha annunciato gli attori prima di dare inizio alla rappresentazione. Bravi tutti ad essere riusciti in 100 minuti a far rivivere le atmosfere goldoniane  pescando nelle due grandi tradizioni del teatro italiane: Venezia e Napoli. Alla fine del primo atto, invece dell’intervallo, una simpatica intrusione di teatro nel teatro con i personaggi che per un momento son tornati interpreti, serenamente confabulanti ed in modo delicato hanno introdotto il secondo atto. Quasi un’equivoco stravagante, forse una ricerca di se stesso  o semplicemente la leggerezza della vita fatta brillare attraverso una lunga serie di bugie che alleggeriscono e confondono in una sarabanda di situazioni reali o finte in un continuo intrecciarsi fra di loro! Simpatici ed abili gli attori: Geppy Gleijeses  è il ‘bugiardo’ agile e lesto in scena e verbalmente; Lorenzo Gleijeses agilissimo ed acrobatico ha notevolmente contribuito all’azione scenica. Mauro Gioia  è apparso come un efficace e serioso don Ottavio, come Luchino Giordana ha simpaticamente reso il ruolo di Florindo. Il dottor Balanzone ha incontrato (o viceversa) Luciano d’Amico che ammiccando con passo traballante e bastone da ipovedente  ha strappato sane risate. Andrea Giordana ha offerto la sua partecipazione interpretando un inconsueto, quanto apprezzato Pantalone. Le più che brillanti donne son state     Valeria Contadino nel doppio ruolo di Beatrice e Cleonice  e Marianella Bargilli coprotagonista nei panni effervescenti di Rosaura. Renzo...

BARBIERE DI SIVIGLIA -Teatro Coccia – NOVARA

BARBIERE DI SIVIGLIA -Teatro  Coccia – NOVARA
IL BARBIERE DI SIVIGLIA Melodramma buffo in due atti Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Cesare Sterbini da «Le barbier de Seville ou l’inutile precaution» di P.de Beaumarchais Prima rappresentazione: Roma, Teatro Argentina, 20 febbraio 1816 Regia di Alessio Pizzech Direzione d’orchestra di Nicola Paszkowski Scene e costumi Pier Paolo Bisleri – Luci Claudio Schmid – Assistente alla regia Antonio Ligas OGI Orchestra Giovanile Italiana – Ensamble LTL Opera Studio Edizioni Casa Ricordi – Edizione critica della partitura a cura di Alberto Zedda Coproduzione Fondazione Teatro Goldoni di Livorno, Azienda Teatro del Giglio di Lucca, Fondazione Teatro Verdi di Pisa e Fondazione Teatro Coccia Onlus di Novara PERSONAGGI E INTERPRETI Il Conte d’Almaviva (tenore) Alfonso Zambuto Don Bartolo (basso) Davide Franceschini Rosina (mezzosoprano) Alessia Martino Figaro (baritono) William Hernandez Don Basilio (basso) Eugenio Di Lieto Berta (soprano)  Máriam Guerra Chamorro Fiorello (basso) Federico Cucinotta Ambrogio Andrea Gambuzza Notaio Diego Savini Un ufficiale Massimiliano   Il Teatro Coccia di Novara ancora una volta merita l’apprezzamento del pubblico per le scelte, le collaborazioni artistiche e di produzione. ‘Il Barbiere’ andato in scena a metà novembre è il risultato di una collaborazione con il Laboratorio Toscano per la Lirica (premio Abbiati  2013) sull’edizione critica musicale del Maestro Alberto Zedda. L’impressione ricavata dalla messa in scena sono la freschezza, la giocosità e l’arcobaleno di colori nell’essenzialità della scena e dei costumi di Pier Paolo Bisleri esaltati dallE nette luci, anch’esse vivide e colorate, di Claudio Schmidt. L’opera,una delle più rappresentate al mondo, è stata affrontata da diversi registi con altrettante visioni; quella in questione, di Alessio Pizzech,   è modernamente essenziale, curando però di avere tutti i dettagli ed i simboli sul palco; ecco infatti linearmente rappresentate con grandi persiane chiare e stilizzate  la vetrina con le parrucche, la sedia del barbiere, il balcone, la scala,  la piazza ed il salotto di don Bartolo, il tutto condito con giovanile freschezza e parecchie gags e movenze allusive, come per Berta, qui più che efficacemente interpretata da Mariam Guerra Chamorro, che non perde occasione per ‘tentare’ i vari protagonisti invitandoli a sculacciarla e non perde neppure occasione per una tentata danza con Rosina. L’orchestra ed il coro anch’esse sono composte da elementi giovani e briosi, che sotto la direzione attenta di  Nicola Paszkowski hanno offerto una buona esecuzione  rispettosamente fedele. Parimenti e simpaticamente, quanto abilmente  in scena gli elementi dell’Ensemble LTL opera studio. Gli interpreti sono veramente da applaudire per l’impegno profuso, la gioia interpretativa ed per il buon risultato ottenuto non solo per l’aspetto vocale, ma anche attoriale. Alfonso Zambuto è il tenore leggero che con i tre travestimenti ha dato vita al Conte d’Almaviva  con voce sicura e brillante. Don Bartolo  è stato buffamente interpretato e con voce corposa, da Davide Franceschini che in un certo senso ha rivisitato il personaggio rendendolo ancor più buffo; Alessia Martino, Rosina è stata maliziosamente aggraziata ed ha ben affrontato il ruolo con voce sicura nei vari registri. Il  basso costaricano William Hernandez ha interpretato Figaro con  movenze da palcoscenico tra  Freddie Mercury ed Elvis Presley (Elvis the pelvis): giovane e brillante oltre ad aver esposto un’apprezzata agile interpretazione vocale ha esibito notevoli  agilità da danzatore acrobatico. Don Basilio con le maniche alla pipistrello è stato anche calato dall’alto , dovendo cantare sospeso in aria, ma con aplomb e professionalità  Eugenio di Lieto ne ha dato una seriosamente buffa, quanto convincente interpretazione, scevra da facili ammiccamenti ed espressioni scontate: bel timbro e bel colore. Federico Cucinotta ha vestito i...

Teatro Coccia – Novara – ” Il CANTO dell’AMOR TRIONFANTE” – 12 dicembre 2014

Teatro Coccia – Novara – ” Il CANTO dell’AMOR TRIONFANTE” – 12 dicembre 2014
IL CANTO DELL’AMOR TRIONFANTE – ispirata all’omonimo racconto di S.Turgenev Musica, libretto, regia di Paolo Coletta Valeria                 Blerta Zhegu Fabio                    Vladimir Reutov Muzio                    Alberto Zanetti Servo malese        Vito Carretta Ensemble Musicale dell’Accademia Laghi di Novara diretta da Nathalie Marin Corpo Ballo –Liceo Artistico Musicale e Coreutico Casorati di Novara I prolungati e ripetuti applausi finali hanno decretato il successo di questa Prima Mondiale. La musica composta dall’eclettico Paolo Coletta (suoi anche i testi e la dinamica regia) è risultata  descrittiva  e fin dall’inizio “facile all’ascolto”, ovvero si è entrati immediatamente in contatto con essa che ha offerto accenti quasi romantici, come in un evocato Puccini, per lasciare  il passo a sferzanti forti emozioni o a ricordi di tamburelli orientali. L’Ensemble musicale dell’Accademia Laghi di Novara, ovviamente composta da  validi studenti, ha dato il meglio di se sotto la direzione di un’attenta ed accorata Nathalie Marin. La direttrice ha tenuto il polso della buca e del palco con maestria e forte convinzione ed il risultato positivo è stato chiaro! La storia cinquecentesca nella Ferrara del 1500, è la narrazione di un triangolo amoroso  che sfocia nel delitto d’amore, dopo aver attraversato le strade tempestose della rinuncia, della passione, dell’illusoria accettazione; i personaggi ruotano attorno al sentimento dell’Amore che durante l’amplesso tra i due amanti sarà esaltato, forse magicamente, dal canto di lui : “Il canto dell’Amor Trionfante”. La scena ed i i costumi di Gisella Bigi e Demian Palvetti)  è stata realizzata sobriamente elegante con il grigio dominante, interrotto solo da qualche pannello colorato o proiezione descrittiva: semplice e funzionale è apparsa scevra da inutili  orpelli e la linearità ha esaltato i bei costumi ed i movimenti costanti. Essenziale, ma pertinente anche l’intervento coreutico diretto da Flavia Schiavi. Valeria, la donna amata e contesa da due uomini, è stata interpretata dal soprano Blerta Zhegu che si è proposta con voce cristallina e begli acuti; molto partecipativa è risultata convincente sia come attrice che nelle vesti di cantante che ha saputo  emozionarsi nel ruolo e trasmettere l’emozione attraverso le sfumature della voce. Il giovane tenore Vladimir Reutov, ha cantato nel ruolo di  Fabio, l’innamorato e geloso  marito di Valeria ed uccisore poi del rivale: con timbro molto particolare, ha offerto  chiarissimo fraseggio, carica interpretativa  e ricerca di raffinate emozioni;  interessante sia negli assolo che nei deliziosi duetti e terzetti. Alberto Zanetti è il baritono cui è stato affidato il ruolo del turpe Muzio, che ammaliata con arti magiche Valeria, verrà ucciso da Fabio. Zanetti ha certamente un timbro profondamente ambrato ed arrotondato che scurisce ancor più per trasmettere la sensazione della torbida passione e dei poteri noir: voce bella e duttile.  Muzio nella narrazione torna da un viaggio in Oriente e con se porta un servitore maltese muto, qui interpretato dal bravo Vito Carretta mimo e danzatore con acrobazie e movimenti ben attagliati alla messa in scena.                         Auguriamo fortuna a questa raffinata produzione della Fondazione Teatro Coccia di Novara. La Musica vince sempre. Renzo Bellardone                             Senza curiosità, senza ricerca e senza stupore, corriamo il rischio che tutto il colore, tutto il bello, tutto l’utile finisca, sparendo in un oblio non necessario e non esaltante per il genere umano. In ambito culturale, come in ogni ambito in cui si presume evoluzione, questa spinta verso il...