LA CAMBIALE DI MATRIMONIO – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO  – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021
In un momento di prefestività natalizia adombrato dall’incessante incedere del Covid19 con continue mutazioni e varianti un GRAZIE sorge spontaneo al Teatro Coccia che propone la leggerezza della prima opera scritta da Rossini diciottenne. Già si pregustano tutte le variazioni ed i temi che caratterizzeranno la massiccia produzione di opera buffa, che in questo periodo di tristezza donano un particolare senso di calore al cuore. LA CAMBIALE DI MATRIMONIO – Teatro Coccia Novara 23 dicembre 2021 Musica di Gioachino RossiniLibretto Gaetano RossiDirettore Mirca RoscianiRegia Alfonso CipollaCostumista Silvia LumesSir Tobia Mill – Matteo Mollica Fannì Jayu JinEdoardo Milfort- Davide Lando Slook – Semyon BasalaevNorton – Franco CelioClarina – Simona RuisiAllievi del progetto RossiniLab e European Opera AcademyDirettore RossiniLab e preparatore vocale Giovanni BottaMaestro al Cembalo Yirui WengOrchestra del Teatro Coccia La cambiale di matrimonio, di Gioachino Rossini, al Coccia di Novara è stata eseguita in forma semiscenica, in collaborazione con il Conservatorio Guido Cantelli, con il cast degli allievi del progetto RossiniLab fondato da Giovanni Botta all’interno del Conservatorio novarese e European Opera Academy, oltre che scambio con gli allievi e i docenti dell’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia. Il Regista Alfonso Cipolla nel suo commento si riferisce alla prima opera giovanile di Rossini definendola “una quintessenza di invenzioni musicali e teatrali, una cornucopia di ironia e comicità che ne fanno un distillato preziosissimo di quella che sarà l’esplosione incontenibile del Rossini maggiore”. Lo scrivente ha più volte sottolineato di non essere musicista, ma un semplice appassionato di musica ed in particolare di opera lirica, il quale ama trasmettere le emozioni provate durante uno spettacolo ed anche in questo caso mi atterrò ai principio dell’emozione ricevuta, precisando che sempre apprezzo il coraggio delle proposte soprattutto con i giovani, come in questo caso. Il cast è interessante in particolare se si pensa all’età ed alle ineluttabilmente poche esperienze avute. La scena è ribaltata ed al proscenio campeggiano strutture e camminamenti su cui si muovono i cantanti, mentre l’orchestra di 45 elementi è sul palco, diretta da Mirca Rosciani che spicca nell’abito bianco e la chioma bionda alle spalle; al di là di questa seducente nota scenografica va rilevato un bel gesto ampio, quindi comunicativo che a tratti morbido a tratti ben deciso intende leggere tutto quanto Rossini ha scritto. La freschezza degli interpreti si è unita all’allegria generale rafforzata dai “costumi marionettisti”, come li ha definiti lo stesso Cipolla e realizzati da Silvia Lumes con spirito giocoso. Matteo Mollica divertente ed in ruolo ha reso brillantemente Sir Tobia Mill, come Semyon Basalaev ha reso bene Slook. Norton e Clarina ripesttivamente Franco Celio e Simona Ruisi han dato buona prova interpretativa e di canto. Davide Lando in Milfort è andato in crescendo, ma su tutti spicca Jayu Jin la quale ha reso una Fanny molto divertente non lesinando nelle variazioni e agilità. Un plauso al Coccia, teatro di tradizione piemontese, che sa coniugare necessità con virtù offrendo spettacolo gradevole e ghiotte opportunità. La Musica vince sempre Renzo Bellardone. Crediti foto Mario...

DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018

DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018
Un clarinetto, un pianoforte ed un libraio scrittore che legge? E’ invitante? Non so! La curiosità però è forte e dall’alto della mia incrollabile forza, cedo alla curiosità, che risulterà appagata insieme allo spirito indagatore e ricercatore.  DUO MELONI/REBAUDENGO – Teatro Coccia Novara 27 nov. 2018 Fabrizio Meloni – clarinetto Andrea Rebaudengo – pianoforte Con Alessandro Barbaglia, libraio e scrittore Programma: F. Sebastiani Parafrasi da concerto su temi di Norma di V. Bellini F. Sebastiani Parafrasi da concerto su temi della Semiramide G. Rossini F. Liszt Parafrasi sul Rigoletto di G. Verdi (pianoforte solo) C.m von Weber Gran duo concertante per clarinetto e pianoforte F. Poulenc Sonata per Clarinetto e Pianoforte   Berna è una città fredda e l’amico ebreo che vive con me, che sono una lampada da studio, sente questo freddo, ma  pensa in musica, perche noi diveniamo dalla musica, perché l’universo è musica. Con questa riflessione che ho sintetizzato al limite del comprensibile, l’ottimo interprete –libraio e scrittore che ha un bosco vicino al lago d’Orta- Alessandro Barbaglia, lasciando planare i fogli ad uno ad uno dopo la lettura, ha introdotto il concerto parlando del Pensare in Musica, che è il titolo del gradevole concerto offerto subito dopo da Fabrizio Meloni al clarinetto e Andrea Rebaudengo al pianoforte. Casta Diva in parafrasi da concerto sui temi di Norma di Vincenzo Bellini, apre il concerto e la dolcezza del flauto  dello scaligero Fabrizio Meloni  pervade di sensibilità in modo soffuso ed accogliente, che arriva alle agilità quasi in punta di piedi, tanto è  raffinata l’interpretazione. Ed il pianoforte di Andrea Rebaudengo non è da meno sia per agilità che per ricercata interpretazione. Questi alla seconda proposta che prevede arie dalla Semiramide di Rossini  offre un tappeto dai colori ora tenui ora vividi su cui si appoggia la voce del clarinetto ricca di ricercate agilità. La parafrasi su Rigoletto di Giuseppe Verdi è lasciata al solo pianoforte che da Bella figlia dell’Amore si sviluppa in virtuosismi senza spettacolarità, incentrandosi invece sulle sostanziali vibranti emozioni. Incontrando Weber, incontriamo altre sonorità, forte espressività ed intimismi profondi che esplodono poi con le variazioni al finale. Con Poulenc ha il sopravvento la prorompente modernità dai colori contrapposti che si accarezzano con piacere, per l’offerta quasi sotto voce che va a disperdersi nello spazio, tra silenzi e le  impennate descrittive di un movimento giocoso. I bis gradevolissimi sono la Ninna nanna di Emanuele Pedrani  contrabbassista in Scala e poi l’avvolgente Oblivion di Astor Piazzolla. Stavo dimenticando di raccontare che all’inizio del secondo tempo è ritornato sul palco Alessandro Barbaglia che parlando di suoni del violino, di equazione di Dio, di geometria, di fisica, di matematica alla fine ha ammesso che stava parlando della teoria della  relatività e che l’amico era Albert Einstein! La Musica vince sempre. Renzo Bellardone   credit foto Mario...

MOSE’ in EGITTO – Teatro Coccia Novara – 16 Novembre 2018

MOSE’ in EGITTO – Teatro Coccia Novara – 16 Novembre 2018
Riguardo ai teatri di tradizione di cui il Coccia di Novara è splendente stella nell’omonimo firmamento, mi corre sinceramente il dovere ed il piacere  di apprezzarne ancora una volta gli sforzi, l’impegno ed il non scontato risultato che meritoriamente  viene di volta in volta raggiunto ed applaudito. Mosè in Egitto – Teatro Coccia Novara- 16 novembre 2018 Azione tragico-sacra in tre atti Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Andrea Leone Tottola Regia Lorenzo Maria Mucci Direzione d’orchestra Francesco Pasqualetti Orchestra della Toscana Scene e Costumi di  Josè Yaque con Valentina Bressan realizzati da Officina Scart di Waste recycling – Gruppo Erambiente Luci Michele Della Mea Coro Ars Lyrica Allestimento della Fondazione Teatro di Pisa Coproduzione Fondazione Teatro di Pisa, Fondazione Teatro Coccia di Novara e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, in collaborazione con Opéra Théàtre de Metz Mètropole Faraone ALESSANDRO ABIS Amaltea SILVIA DALLA BENETTA Osiride RUZIL GATIN Elcia NATALIA GAVRILAN Mambre MARCO MUSTARO Mosè FEDERICO SACCHI Aronne MATTEO ROMA Amenofi ILARIA RIBEZZI Opera poco rappresentata trova spazio a Novara, dove la ricerca della proposta è di casa! Dopo il successo a Pisa, Mosè trova ottima accoglienza al Coccia che vanta una platea decisamente interessata e direi in buona parte competente o almeno appassionata. La realizzazione è improntata alla semplicità e vanta l’attenzione ad uno dei più massicci problemi contemporanei, ovvero i rifiuti e la possibilità di riciclo qui valorizzata con  le scene ed i costumi di  Josè Yaque con Valentina Bressan realizzati da Officina Scart di Waste recycling – Gruppo Erambiente che nulla hanno tolto alla realizzazione, ma che anzi l’hanno resa particolare, quindi attrattiva. La regia di Lorenzo Maria Mucci non è molto movimentata, ma attagliata ad un’opera che può essere realizzata con una certa staticità, risolve la possibilità di lasciare ampio margine al canto. Il Coro Ars Lyrica sorprende per l’ottimo affiatamento insieme all’orchestra della Toscana per la purezza del suono, che grazie anche  all’attenta bacchetta del pisano Francesco Pasqualetti, danno  veramente una buona cifra interpretativa a sostegno del vigore impresso dal direttore alla partitura rilevante; ancor giovane, ma oramai affermato in tutto il mondo Pasqualetti affronta lo spartito con piglio e rinnovata sicurezza, riservando le giuste cure ed attenzioni alla buca ed al palcoscenico. Gli interpreti non sono tutti così noti, ma la riuscita della messa in scena sottolinea ancora una volta quanta bravura ci sia nel teatro d’opera  italiano. Alessandro Abis interpreta con incisività ed un piglio meditato il ruolo di Faraone con timbricità da basso che conferisce autorevolezza al personaggio.  Il ruolo della regina Amaltea viene affidato all’esperta e sicura Silvia dalla Benetta che imprime forte personalità al personaggio elevandolo a protagonista. Natalia Gravilan tratteggia Elcia con notevole sicurezza interpretativa affascinando con i piani che coinvolgono gli animi più sensibili. La scena è pressoché fissa e statica e lascia a Ruzil Gatin di esprimersi con un timbro caldo ed una colorazione definita  per disegnare il ruolo di Osiride in modo decisamente personale ed attento che fa presupporre anche palcoscenici internazionali. Marco Mustaro in Mambre, Matteo Roma in Aronne e Ilaria Ribezzi in Amenolfi riescono ad imprimere un forte significato ai rispettivi personaggi che grazie alla loro interpretazione divengono ruoli da  reali comprimari. Il ruolo del titolo, Mosè è affidato a Federico Sacchi che pur in presenza di un’annunciata indisposizione affronta il ruolo, con un interessante volume ed esperta scenicità. La Musica vince sempre Renzo Bellardone   Credit fotografico Mario...

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO -Teatro Coccia Novara 17 OTTOBRE 2018

LA CAMBIALE DI MATRIMONIO -Teatro Coccia Novara 17 OTTOBRE 2018
Al Teatro Coccia di Novara la ricerca è di casa: “Uno spettacolo composito che, nella prima parte, prevede l’esecuzione di due brevi melologhi e, nella seconda, la messa in scena della farsa rossiniana “La cambiale di matrimonio”. I due melologhi, per voce recitante e orchestra, sono stati composti dai vincitori di un concorso promosso dal Conservatorio stesso. I testi, scelti dalla commissione, riguardano momenti della vita di Rossini e sono tratti per lo più dall’epistolario.”   LA CAMBIALE DI MATRIMONIO –Teatro Coccia Novara 17 ottobre 2018 “LES MOTS QUI SONNENT” Due melologhi per Gioachino Rossini, per voce recitante e orchestra “Metodo per addormentarsi” Musica di Elia Praderio “Petit dîner de plaisir” Musica di Federico Perotti Voce recitante LUDOVICO D’AGOSTINO Farsa comica in un atto Musica di Gioachino Rossini, su libretto di Gaetano Rossi Sir Tobia Mill              Davide Rocca Fanni                            Lucrezia Drei Edoardo Milfort         Shinikiro Kawasaki Slook                            Raffaele Facciola Norton                         Filippo Quarti Clarina                         Cristina Faricelli Regia Laura Cosso Direzione d’orchestra Margherita Colombo Movimenti coreografici Emanuela Tagliavia Orchestra Conservatorio “Verdi” di Milano Scene e Costumi a cura dell’Accademia di belle arti di Brera Solisti del conservatorio di Milano Produzione Conservatorio “Verdi” di Milano Credit fotografico Mario Finotti.    La Cambiale di  Matrimonio è purtroppo un’opera non così frequentemente rappresentata,  ma che trovo particolarmente fresca ed allegra forse proprio in virtù della giovane età, 18 anni, di Gioacchino Rossini, al momento della sua prima scrittura operistica. La vicenda è al solito briosa con qualche paradosso, ma nell’insieme sia la musica che la narrazione scorrono piacevolmente. Questa edizione prevede la regia di Laura Cosso che ha pensato all’ambientazone in una ditta di spedizioni realizzata con scena fissa e movimenti in su ed in giù di pannelli/orte  a rappresentare vari luoghi del mondo oltre a proiezione di scorcio di cielo   visto attraverso due ante. La regia è  accessibile, divertente e ben strutturata con le scene realizzate dall’Accademia di Belle Arti di Brera, attraverso l’opera di   Giulia Capra, Sole Fantini e Marilena Montini  anche ideatrici dei costumi che per contro non ho trovato tutti  così pertinenti seppur volti a modernizzare e rallegrare la scena. Ben inseriti, contestualizzati  ed apprezzati i movimenti coreografici di Emanuela Tagliavia  realizzati con giovani promettenti e ben inseriti. L’Orchestra Conservatorio Verdi di Milano ha ben risposto sotto la direzione di Margherita Colombo che con prudente bacchetta  ha saputo mantenere una linea orchestrale vivace ed equilibrata, consona all’opera. In omaggio a Rossini in occasione del 150° anniversario della morte, la direzione del Coccia ha pensato di far precedere l’opera  dall’interpretazione  di due melologhi  selezionati tramite un concorso del Conservatorio su musiche create da studenti delle classi di composizione: “Metodo per addormentarsi”, con musica da Elia Praderio che forse a causa di non sufficiente amplificazione o forse per scelta, non si sono intese tutte le parole recitate su musica un po’ azzardata. Segue “Petit dîner de plaisir” composta da  Federico Perotti con rimandi rossiniani chiari e testo decisamente brillante che grazie alla voce ed alla interpretazione di livello dell’attore  Ludovico d’Agostino è risultata più gradevole e divertente, ovvero più in linea con l’opera che segue. Gli artisti tutti si sono veramente impegnati nel cercare di dare il meglio acquisito. Sir Tobia Mill viene interpretato dal baritono buffo Davide Rocca che movimenta la scena con guizzi divertiti; la giovane Lucrezia Drei interpreta il ruolo di Fanni con...

LA CENERENTOLA – TEATRO REGIO TORINO

LA CENERENTOLA – TEATRO REGIO TORINO
In tempi socialmente difficili, come quelli in cui viviamo, soffocati da deliranti notizie di fatti deliranti, è un dovere verso se stessi e verso il resto dell’umanità mantenere ferma la ragione e limpidi i sentimenti. Un aiuto in questo seppur difficile cammino, può solo venire dalla bellezza e quindi anche dalla musica! Grazie ai musicisti che offrono momenti di terrena elevazione dello spirito!   LA CENERENTOLA – TEATRO REGIO TORINO Foto Ramella&Giannese – Edoardo Piva   Melodramma giocoso in due atti Libretto di Jacopo Ferretti dal racconto Cenerentola di Charles Perrault Musica di Gioachino Rossini   Personaggi Interpreti Angelina, sotto il nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico mezzosoprano Chiara Amarù Daniela Pini (18, 22, 24)Teresa Iervolino (19) Don Ramiro, principe di Salerno tenore Antonino Siragusa Giorgio Misseri (18, 22, 24) Dandini, cameriere di Don Ramiro baritono Paolo Bordogna Davide Bartolucci (18, 22, 24) Don Magnifico, barone di Montefiascone basso Carlo Lepore Marco Filippo Romano (18, 22, 24) Alidoro, filosofo, maestro di Don Ramiro basso Roberto Tagliavini Simon Lim (18, 22, 24) Clorinda, figlia di Don Magnifico soprano Giuliana Gianfaldoni Tisbe, figlia di Don Magnifico mezzosoprano Loriana Castellano Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano Speranza Scappucci Regia Alessandro Talevi Scene e costumi Madeleine Boyd Luci Matt Haskins riprese da Andrea Anfossi Assistente alla regia Anna Maria Bruzzese Maestro del coro Claudio Fenoglio     Domenica  13 marzo. La ‘favola’ in musica viene presentata in ‘prova generale’ con le caratteristiche che il termine ‘prova’ include ed a cui vincola nelle considerazioni; in questa occorrenza ad esempio Giuliana Gianfaldoni –nel ruolo di Clorinda- per una improvvisa afonia non ha cantato, limitandosi all’interpretazione attoriale e le sue parti sono state cantate dalla direttrice, per la prima volta sul podio del Regio,  Speranza Scappucci. Questa, con piglio sicuro ed elegante gesto ampio ha diretto con tranquillità ed attenzione, ricavandone una lettura fedele, vivace  e ricca di spunti gradevoli. L’idea registica del  giovane  Alessandro Talevi di ambientare la vicenda in una Cinecittà post bellica con l’evidente desiderio sociale di ripresa, di mettersi in mostra e di scalata sociale  è simpatica, grazie anche ai ‘ruoli cinematografici’ affidati di volta in volta ai personaggi della vicenda. La favola è ben conosciuta ed in Rossini viene ripreso il fil rouge dell’amore semplice e puro che vince sulla ricchezza ed anche sulla beltà: se in Barbiere il Conte si traveste più volte per raggiungere  l’innamorata,  qui il principe Don Ramiro manda in avanscoperta il fido Alidoro ed il servitore Dandini per individuare il cuore più puro. Chiara Amarù è consolidata ottima interprete rossiniana ed anche in questa Cenerentola esprime bravura con  accenti luminosi e vividamente brillanti; della sorellastra Clorinda si è già detto, mentre un commento positivo va a  Loriana Castellano buona  interprete di Tisbe. Carlo lepore, in Don Magnifico riesce a coniugare l’interpretazione scenica alla possente voce timbricamente rilevante che sa usare con sorprendente duttilità. Il principe Ramiro incontra in Antonino Siragusa un sempre valido interprete vivace e brillante; piacevole sorpresa l’Alidoro interpretato da Roberto Tagliavini, attento ben misurato ed efficace. Il brillante Paolo Bordogna, una garanzia nel ruolo,   raccoglie consensi per un’interpretazione allegra ed accattivante. Martedì 22 marzo. In pomeridiana ho replicato l’ascolto con l’altro cast e fatte salve le buone  impressioni della generale si è potuto risottolineare  l’efficacia della simpatica direzione di Speranza Scappucci e si è apprezzata Giuliana Gianfaldoni, la quale ripresasi dall’afonia ha ben interpretato il ruolo di Clorinda. Simpatica e divertente  è l’inserimento della figura del ‘sarto’ molto ‘stiloso’ interpretato da Lorenzo Battagion. Venendo agli altri interpreti non si può che essere contenti di un cast così giovane e valido. Don Magnifico trova...