TORINO (teatro Regio) e PECHINO

TORINO (teatro Regio) e PECHINO
Firmato uno storico accordo tra il Teatro Regio di Torino e il National Center for Performing Arts di Pechino. L’accordo prevede scambi di conoscenze, workshop, corsi di formazione, stage e, soprattutto, la prima coproduzione italo-cinese di un’opera: Samson et Dalila …ovvero 参孙与达利拉 di Camille Saint-Saëns.  ...

FESTIVAL MOZART – Torino Piazza San Carlo

FESTIVAL MOZART – Torino Piazza San Carlo
  Festival Mozart Torino | 18 – 23 luglio 2014 Torino suona Mozart Un grande palcoscenico a cielo apertonella scenografia barocca di Piazza San Carlo.Concerti, sinfonie e opere.I capolavori mozartiani eseguitida grandi interpreti della musica classica. Anteprima Piazza San Carlo, ore 21.30 venerdì 18 luglio Don Giovanni Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino Daniele Callegari, direttore sabato 19 luglio Exultate, jubilate mottetto in fa maggiore K. 165Requiem in re minore per soli, coro e orchestra K. 626 Orchestra Sinfonica Nazionale della RaiCoro del Teatro Regio di Torino Juraj Valčuha, direttoreClaudio Fenoglio, maestro del coro domenica 20 luglio Sinfonia in re maggiore K. 385 “Haffner”Concerto in la maggiore per clarinetto e orchestra K. 622Concerto in sol maggiore per violino e orchestra K. 216 Orchestra Filarmonica di Torino Federico Maria Sardelli, direttore lunedì 21 luglio Sinfonia in sol minore K. 550Sinfonia in do maggiore K. 551 “Jupiter” Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai Juraj Valčuha, direttore martedì 22 luglio Concerto in do maggiore per flauto, arpa e orchestra K. 299Concerto in do maggiore per pianoforte e orchestra K. 467Concerto in la maggiore per pianoforte e orchestra K. 488 Orchestra Filarmonica di Torino Federico Maria Sardelli, direttore mercoledì 23 luglio Il flauto magico Orchestra e Coro del Teatro Regio di TorinoCoro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Francesco Pasqualetti, direttoreClaudio Fenoglio, maestro dei cori Tutte le sere alle 21 guida all’ascolto a cura di Giorgio Pestelli e inoltre… L’Academia Montis Regalis eseguirà con strumenti originali due coinvolgentiprogrammi di lieder e sonate del grande compositore di SalisburgoGli allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi, animeranno luoghi inusuali dellacittà con le più significative pagine mozartiane. Tutti gli eventi sono...

Maestro GUIDO MARIA GUIDA

Maestro GUIDO  MARIA GUIDA
 Gentilissimo Maestro Guida   Dopo aver ascoltato la sua ultima direzione  presso la Sala del Conservatorio di Torino con l’Accademia Corale Stefano Tempia, son rimasto talmente soddisfatto che mi è sorto il desiderio di porle qualche domanda.  Lei ha diretto famose  orchestre e celeberrimi cantanti;  quali diverse emozioni le suscitano la direzione della sola orchestra e dell’orchestra più il canto?  Dirigere un’orchestra è sempre una grande emozione, a maggior ragione quando il tessuto sinfonico viene completato da una melodia vocale o da un contrappunto corale: il direttore viene investito da vibrazioni indescrivibili  Quando dirige un’orchestra di giovani, lei ha un gesto particolare che fa intuire il suo desiderio di far crescere i giovani musicisti: è così ?  Con un’orchestra di consumata esperienza il direttore può concedersi “virtuosismi” gestuali purché non siano fini a sé stessi e soprattutto che siano espressivi. Con un’orchestra giovanile il gesto deve essere ancora più chiaro in modo da compensare l’eventuale inesperienza degli orchestrali in erba. Voglio sottolineare tuttavia due cose importanti:  al giorno d’oggi, generalmente, i giovani hanno un  livello di competenza e preparazione  tali da non essere troppo lontani da colleghi più anziani ed esperti; seconda cosa, la tecnica direttoriale deve essere sempre al servizio della musica e dell’orchestra senza nulla concedere ad inutili estetismi buoni solo per le signore della prima fila. Ovviamente i giovani vanno guidati con precisione, cura e intelligenza  Conosciuto ed affermato a livello internazionale, ha riscosso particolare successo in Messico e dal 1996 al 1998 è stato direttore principale dell’ Opera di Bellas Artes a Città del Messico: quali ricordi e quali desideri ha nei confronti di quella terra?  Sento grande amore per quella terra e per i messicani,  provo gratitudine per tutto l’affetto, collaborazione e dedizione che in Messico ho incontrato. Con l’Orchestra dell’Opera di Bellas Artes ho vissuto momenti di autentica magia ed emozione per tutte le produzioni che ho fatto in quel Teatro (forse più di 30, ho perso il conto); ma non posso dimenticare altre Orchestre con cui ho condiviso momenti importanti, penso alla Filarmonica di Città del Messico, all’OFUNAM, all’Orchestra di Xalapa che adoro, alla Filarmonica di Guadalajara per la quale sento un particolare affetto, senza dimenticare la prima Orchestra che ho diretto in Messico per il Festival Internacional Cervantino, ossia l’Orchestra di Guanjuato. Recentemente ho collaborato con due altre Orchestre che mi hanno appassionato, la Sinfonica di Monterrey e quella di Culiacan. Il desiderio più intenso che sento è quello di poter continuare a lavorare in quel paese, magari potendo accettare in futuro qualche direzione artistica. A parte l’intenso periodo come direttore principale dell’Opera, negli anni recenti ho diretto moltissimo in Messico, ma sempre come ospite. Ho ricevuto in svariati casi la richiesta di presentare la mia candidatura come direttore artistico o principale. Purtroppo non ho mai potuto garantire una continuità di presenza necessaria a svolgere quel ruolo. Chissà, magari in futuro, se avrò meno vincoli in Italia, potrò prendere in considerazione un’opportunità di questo tipo, cosa che mi affascina.   Fino al 1994 ha lavorato con l’indimenticabile Giuseppe Sinopoli:  cosa è rimasto di quel momento che immagino proficuo?  ‘E rimasto ovviamente moltissimo: nei 12 anni di apprendistato e collaborazione con lui ho potuto imparare tanto, sperimentare me stesso, lavorare in realtà estremamente importanti e complesse cimentandomi con esse, ho appreso come si debba lavorare con cantanti di rango internazionale. Ho studiato con lui opere e repertorio sinfonico di quella particolare area culturale in cui, credo, mi sono abbastanza specializzato, ossia quella che...

TRAGEDIA FIORENTINA e GIANNI SCHICCHI -Teatro Regio di Torino

TRAGEDIA FIORENTINA e GIANNI SCHICCHI -Teatro Regio di Torino
Teatro Regio di Torino –  21 marzo 2014 Una tragedia fiorentina  http://www.teatroregio.torino.it/node/4111/locandina Opera in un atto Libretto e musica di Alexander von Zemlinsky dall’omonimo dramma di Oscar Wilde Prima esecuzione a Torino   Gianni Schicchi http://www.teatroregio.torino.it/node/4112/locandina Opera in un atto Libretto di Giovacchino Forzano Musica di Giacomo Puccini   Allestimento del Teatro Regio       FIRENZE : UN FILO CONDUTTORE PER UN  DITTICO  INCONSUETO Zemlinsky e Puccini sono due universi musicali diversi tra di loro, che ad un certo punto spaziale si ritrovano postumi sullo stesso palco a narrare musicalmente due avvenimenti che accadono nella stessa casa, in due differenti appartamenti. La sobrietà di entrambi gli allestimenti di Santoliquido e Boasso diventa pregio, quando la musica è molto bella e le storie avvincenti. La regia di Vittorio Borrelli tende a narrare con occhio fotografico. Stefan Anton Reck dirige con piglio sicuro ad imprimere vigore alle vicende.   La vicenda di tragedia fiorentina è torbida e lasciva, oltre il  limite comportamentale,   oltre il morale. In entrambi gli allestimenti è previsto un letto, ma mentre nello Schicchi sarà un gran letto di morte e di inganni, qui è alcova di tradimenti e di soddisfazione carnali. Angeles Blancas Gulin è la viscida Bianca ingannatrice che rappresenta con voce graffiante o insinuante, ma indubbiamente con acrobazie virtuosistiche. Simone il mercante trova i panni in Tommi Hakala, buon baritono con timbrica ben attagliata alla scrittura, mentre il tenore Zoran Todorovich è il principe Guido Bardi che muovendosi elegantemente sul palco infonde crudo realismo al personaggio, con voce limpida e chiaro fraseggio. Puccini prima della composizione dello Schicchi scrisse la ben nota frase “Dopo il “Tabarro” di tinta nera, sento la voglia di beffeggiare” e quasi in un trascendentale effetto del destino ecco che dopo le fosche tinte della Tragedia Fiorentina, Il Teatro Regio di Torino inserisce proprio il Gianni Schicchi. Classica l’ ambientazione della camera con tavolo, sedie e gran letto in cui giace il defunto Buoso Donati. Ed i parenti in lacrime per la scomparsa, piangeranno ancor più alla scoperta di essere stati pressoché diseredati. Il baritono Carlo Lepore, ben conosciuto ed apprezzato dal pubblico torinese anche nei panni di Gianni Schicchi ha riscosso il meritato consenso: baritono buffo, modula la voce a suo piacimento, mantenendo un tono compiuto di un bel colore possentemente scuro.  Rinuccio è Francesco Meli il talentuoso giovane tenore che utilizza il buon strumento  con agile liricità espressiva dai colori luminosi. Lauretta è Serena Gamberoni  che al “Oh mio babbino caro” riceve meritato applauso per la poetica modulazione ed offerta dell’aria con voce chiara e partecipe.. Silvia Beltrami reduce dal Regio di Parma per lo stesso personaggio di Zita può ormai essere considerata di riferimento per il ruolo, che sa rendere in modo buffo ed impeccabile. Voce profonda ed all’occorrenza molto scura viene arricchita da un temperamento fortemente teatrale. Un apprezzamento globale a tutto il cast con una nota particolare a Gabriele Sagona nel ruolo di Simone. La Musica vince sempre. Renzo...

DON CARLOS -Teatro Regio -Torino

DON  CARLOS -Teatro Regio -Torino
Per i melomani, ovvero per i “malati d’opera” è un delitto perdersi un ‘Don Carlos’ oltre tutto vicino a casa; così è stato anche per me, ancor più che la locandina riporta nomi tra i più brillanti del firmamento operistico mondiale. E’ stata una esperienza di vita ed una lezione di teatro musicale, a partire dalla direzione dell’ottimo M°Noseda, passando dalle voci (appunto tra le più belle) per giungere all’essenza emozionale che la musica trasmette sempre a chi ha mente e cuore aperti alle sensazioni più intime. TEATRO REGIO – TORINO  7 APRILE 2013 DON   CARLOS Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle dal poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller Musica di Giuseppe Verdi Personaggi Interpreti Don Carlo, infante di Spagna tenore Ramón Vargas Elisabetta di Valois soprano Barbara Frittoli Filippo II, re di Spagna basso Ildar Abdrazakov Rodrigo, marchese di Posa baritono Ludovic Tézier La principessa Eboli mezzosoprano Daniela Barcellona Il grande Inquisitore, cieco nonagenario basso Marco Spotti Aleksandr Vinogradov (16, 18, 20, 21) Un frate basso Roberto Tagliavini Tebaldo soprano Sonia Ciani Voce dal cielo soprano Erika Grimaldi Il Conte di Lerma tenore Dario Prola / Alejandro Escobar Un araldo del re tenore Luca Casalin Deputati fiamminghi bassi Fabrizio Beggi, Scott Johnson,Federico Sacchi, Riccardo Mattiotto,Franco Rizzo, Marco Sportelli Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia, scene e costumi Hugo de Ana Coreografia Leda Lojodice Luci Sergio Rossi Assistente alla regia Filippo Tonon Assistente alle scene Juan Guillermo Nova Assistente ai costumi Cristina Aceti CONTRASTI  E CONFLITTI, OVVERO Il  “Don Carlos” Forse proprio i vari rimaneggiamenti e interventi sulla stesura iniziale, hanno portato al meritevole risultato finale che si è ‘vissuto’ al Regio di Torino che riconferma il ‘Don Carlos’ una delle più belle partiture dell’ottecento italiano e nel dettaglio anche del panorama verdiano. Partendo dalla scena, Hugo De Hana ha mantenuto il tratto classico con sapiente introduzione di elementi di assoluta modernità che si sono amalgamate con le luci (splendide le colonne illuminate ed in movimento, immerse in un intenso  buio avvolgente) disegnate da Sergio Rossi; dal punto di vista registico e dei costumi, inevitabile cogliere il contrasto tra  l’opulenza fastosa della imperversante chiesa che decreta e domina anche i re, con le turbolente e nere passioni che albergano negli animi dei personaggi. L’esperienza intensamente vissuta, inizia dall’ouverture che senza esitazioni catapulta nel vivo della partecipazione, così come  partecipata è la direzione del  M°Gianadrea Noseda, che raggiunti gli apici della bravura e della conoscenza, con il consueto gesto ampio e  molto descrittivo vive l’opera in simbiosi evidente   con i meritevoli professori d’orchestra ed i cantanti da gran firmamento compiendo un’opera di vibrante maieutica che porta all’espressione di una cifra interpretativa di rilucente prestigio . il Coro diretto da Claudio Fenoglio  ha abituato a delle performance di tutto rilievo ed oramai a Torino  si da per scontato l’ascoltare brani di  assoluta coinvolgente piacevolezza. I contrasti fra padre e figlio, le diverse concezioni politiche e gestionali, i conflitti tra Stato  e chiesa, trovano habitat naturale sul palcoscenico del Regio grazie all’ottima globale resa vocale ed attoriale degli interpreti. Don Carlos trova la voce ed i panni in Ramon Vargas che non lesina nel ruolo del titolo e si offre generoso nelle arie e nei vari duetti e terzetti. Barbara Frittoli è eccellente Elisabetta di Valois, che impersona con il tratto della sicura professionista, con voce mirabilmente fresca ed omogenea, con accenti di rara bellezza. Filippo II trova il suo interprete in  Ildar Abdrazakov : voce profonda...