STRESA FESTIVAL 2016 – ROTTERDAM PHILARMONIC

STRESA FESTIVAL 2016 – ROTTERDAM PHILARMONIC
STRESA FESTIVAL 2016 – ROTTERDAM PHILARMONIC Palazzo Congressi – 31 agosto Renaud Capuçon, violino Gautier Capuçon, violoncello Rotterdam Philharmonic Orchestra Yannick Nézet-Séguin, direttore FRANZ JOSEPH HAYDN, Overture da L’isola disabitata, Hob 28/9 JOHANNES BRAHMS, Doppio concerto in la minore per violino, violoncello e orchestra op. 102 JEAN SIBELIUS, Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 43   Fin dalle prime note imponenti si apprezza il gesto chiaro e preciso che entusiasticamente trasmette una partitura entusiasta: il direttore è il giovane Yannick Nézet-Séguin, titolare della prestigiosa Roterdam Philarmonic e la scrittura è quella di F.J.Haydn, sontuosamente interpretata.  Sorridente e coinvolgente  Nézet-Séguin colora con sfumature e toni  pastello, ma ben definiti, ll delizioso minuetto. Scenograficamente in giacca bianca fanno poi il loro ingresso i fratelli  Capuçon: Renaud con il  Guarneri del Gesù “Panette 1737” e Gautier con il ‘Matteo Goffriller 1701, entrambi di ritorno sul Lago Maggiore, dopo la loro prima esibizione allo Stresa Festival del 2004. Capuçon Superflue risultano le presentazioni dei due solisti affermati ed acclamati in tutto il mondo, ma vale la pena sottolineare quante voci sappiano trarre con apparente semplicità dai loro storici strumenti. Le alternanze dinamiche vengono offerte con fermezza stilistica ed ampia interpretazione. La seconda parte è decisamente più ariosa con la ampie descrizioni musicali di Sibelius, dove si apprezza la ricerca del suono esaltata dai violini prima ed a seguire dai violoncelli che descrivono minuziosamente paesaggi e sensazioni; particolarmente interessanti i pizzicati degli stessi violoncelli e dei tre contrabbassi. Generale apprezzamento dell’intera serata e della direzione che ha suscitato interesse ed è riuscita a ben collocare un programma già egregiamente presentato sul libro di sala da Federico Scoponi. La Musica vince sempre. Renzo...

STRESA FESTIVAL 2016 – alla LOGGIA del CASHMERE il 26 agosto

STRESA FESTIVAL 2016 – alla LOGGIA del CASHMERE il 26 agosto
SRESA FESTIVAL 2016 – GALLIANO E CAMERATA DUCALE Isola Madre, Loggia del Cashmere 27 agosto JOHANN SEBASTIAN BACH, Concerto in do min. per oboe, violino, archi e basso continuo BWV 1060 RICHARD GALLIANO, Opale, Concerto per fisarmonica e orchestra d’archi CARLOS GARDEL, Por una cabeza, per violino e archi RICHARD GALLIANO, Melodicelli, per fisarmonica e archi ANTONIO VIVALDI, Concerto in sol min. «L’Estate», per violino e archi RV 315 ASTOR PIAZZOLLA, Aria & Libertango; Oblivion, per fisarmonica e archi RICHARD GALLIANO, Tango pour Claude, per fisarmonica e archi; La Valse a Margaux, per fisarmonica e archi Nel giardino prospiciente la Loggia di Palazzo Borromeo all’Isola Madre si è assistito alla costruzione di un ponte tra l’emozione conosciuta e l’emozione nuova che sorge dalla rivisitazione. Bach e Vivaldi incontrano la fisarmonica di Galliano e le sue riscritture che illuminano di rinnovata luce e brillantezza contemporanea interrotta dai lampi e bagliori dei ritmi argentini e di tradizione. L’ensemble, quello della Camerata Ducale, è diretto da Guido Rimonda che si è esibito con il pregevole Stradivari del 1721 appartenuto a Jean-Marie Leclair al cui proposito si narra una storia avventurosa e misteriosa che culmina con la sua morte per assassinio nel 1764; il cadavere di Leclair venne scoperto solamente due mesi dopo la morte e il corpo, ormai in via di decomposizione, lasciò una macchia nerastra della mano che ancora oggi è visibile sullo strumento. Le violon noir, passato di proprietario in proprietario, è approdato a Guido Rimonda che lo suona ormai da anni in concerto. Questo violon ha un suono dolce e corposo da cui Rimonda trae voci e colori preziosi. Galliano e Rimonda, insieme alla Camerata Ducale, hanno colto e proposto una nuova idea di musica classica riscritta con tempi e ritmi di celebri ballabili conosciuti alla tradizione popolare, rendendo lieve e gradevole l’ascolto. La location di forte suggestione architettonica e paesaggistica ha compiuto l’opera di coinvolgimento emotivo attraverso una esperienza multisensoriale; l’aver proposto l‘Estate’ di Vivaldi nella riscrittura di Galliano che acuisce l’alternarsi di ritmi lenti ed accelerati è stato forse un involontario, ma efficace fil rouge con il concerto Jazz della Gambarini che aveva interpretato l’estate di Bruno Martino Concerto ‘tutto esaurito’ grazie ad un pubblico entusiasta. La Musica vince sempre. Enzo...

STRESA FESTIVAL 2016 – 23 agosto Stresa Palazzo dei Congressi

STRESA FESTIVAL 2016 – 23 agosto Stresa Palazzo dei Congressi
Katia e Marielle Labèque, pianoforti MAURICE RAVEL, Ma mère l’Oye; Rapsodia Spagnola IGOR STRAVINSKIJ, La Sagra della primavera, per due pianoforti* * Animazione visiva su partitura per pianoforte Una produzione Sanpapié su commissione Stresa Festival In scena: Aisling Lenti, Francesca Martignetti, Martina Monaco, Saverio Bari, Tony Contartese, Vlad Scolari Regia Stefano Monti Con la collaborazione di Monique Arnaud Aiuto regia Tony Contartese Assistenza alla regia Emanuele D’Ancona Elementi scenici Cecila Sacchi Coreografia Lara Guidetti Hanno partecipato alla ricerca dell’allestimento Francesco Bonati, Beatrice Cazzaro, Clara Chiesa, Cosimo D’Agnessa, Anja Dimitrijevic, Aisling Lenti, Alizarina Silva Collaborazione realizzata nell’ambito del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro dell’Università IUAV di Venezia. L’elemento caratterizzante e distintivo del concerto inaugurale dello Stresa Festival 2016 è senza dubbio la raffinata eleganza che ha connotato la sensibile interpretazione ai pianoforti di  Katia e Marielle Labèque. La scrittura scelta è di per sé elegante ed il tocco delicato ed essenziale ne amplifica la valenza, portando l’uditore a cavalcare nubi sornione e venti irriverenti. L’aggressività   della ‘Sagra’ è stata colta con vitale fermezza senza sconti alle acidità dissonanti e all’ossessività ritmica. Le sorelle Labeque si sono presentate al pubblico con signorile semplicità, offrendo un concerto di indubbio valore e classe. La scenografia multimediale a cura dello Iuav di Venezia, già ospite allo Stresa Festival in edizioni passate, ha implementato lo spettacolo con oggetti mossi nel buoi con movimenti ritmici: maschere, cornici, quadri, manichini, forme e colori. Il racconto per immagini è stato gradevole ed ha rimarcato il cammino di modernità artistica che il Festival sta dando alle sue proposte. Un breve bis ha concluso la serata e le note del ‘quarto movimento’ di Philip Glass insolitamente movimentato ed estroverso hanno raccolto ancora un prolungato applauso alle artiste. La Musica vince sempre Renzo...

STRESA FESTIVAL 2016 – MIDSUMMER JAZZ CONCERT

STRESA FESTIVAL 2016 – MIDSUMMER JAZZ CONCERT
STRESA FESTIVAL 2016 – MIDSUMMER JAZZ CONCERTS AMORE CHE VIENI, AMORE CHE VAI Martedì 19 luglio – il MAGGIORE – VERBANIA Cristina Donà, voce e chitarra Rita Marcotulli, pianoforte Enzo Pietropaoli, contrabbasso Fabrizio Bosso, tromba Javer Girotto, sax Saverio Lanza, chitarra elettrica Cristiano Calcagnile, batteria e percussioni Amore che vieni, amore che vai Fabrizio De André le donne e altre storie Ute Lemper sta a Bertold Brecht, così come Cristina Donà sta a De André. E dopo questa riflessione parrebbe quasi inutile parlare di emozioni, sensazioni e colori d’atmosfere crude ed al tempo stesso sensibili. Gli artisti di provata bravura  e consolidata fama, non necessitano certamente di presentazione alcuna, fatta eccezione per il fuoriclasse Pietropaoli che doverosamente bisogna segnalare per essersi esibito con il basso (chitarra) e non con il contrabbasso. Come nella  migliore tradizione jazz gli applausi rimarcanti il bello degli assolo non sono mancati, ma sento il bisogno di sottolineare ed evidenziare la presenza da grande ‘belva da palcoscenico’ di Cristina Donà che con vero fair play e forte impatto complessivo ha intrattenuto il pubblico tra una storia di donna e l’altra. Non sono mancate la storica ‘Storia di Marinella’ dove gli strumenti sono entrati uno ad uno in una sorta di rituale, oppure ‘Bocca di Rosa’ narrata seduta su una sedia a centro palco. L’ospitante’ MAGGIORE’ di Verbania, si è rivelato un apprezzabile contenitore per la musica, lo spettacolo e le emozioni. VENERDI’ 22 LUGLIO HOTEL REGINA PALACE – SALA BACCARAT Jack DeJohnette, batteria e pianoforte Matt Garrison, basso Ravi Coltrane, sax Colori avvolgenti e sottolineanti le essenziali ed intimistiche atmosfere della batteria soft insieme alle tenui variazioni del sax danno inizio al concerto con i suoni staccati del basso elettrico. Il segno che contraddistingue tutto il concerto è l’assoluto ‘linguaggio diverso’ che va alla ricerca di sonorità inconsuete (seppur non nuove) con allungamenti e attese in un accorto e misurato crescendo di volume e livello emozionale. I brani prevedono quasi sempre un inizio con pochi ed apparentemente slegati tocchi di bacchette con graduale inserimento del sax e del basso in una sorta di lenta introspezione musicale. Dejhonette non si risparmia neppure con qualche accenno al pianoforte nel terzo brano proposto, dove esibisce scioltezza in improvvisazioni accurate. Il linguaggio proposto sottintende una meticolosa ricerca, ma l’ascolto non è immediato e talvolta risulta criptico. Se una riflessione azzardata è consentita mi sorge un parallelo con i primi ascolti delle composizioni di Pierre Boulez che apparivano come ‘strane’, ma che poi nel tempo sono divenute familiari. SABATO’ 23 LUGLIO HOTEL REGINA PALACE – SALA BACCARAT Carla Bley, pianoforte Steve Swallow, basso Andy Sheppard, sax soprano e tenore Musica lieve che avvolge ed a sua volta accarezzata da atmosfere fatte di leggerezza tenue ed appena sfumata. La melodia del sax  è dolce ed i ritmi garbati del basso sono scanditi dall’accompagnamento essenziale del pianoforte.. Le composizioni di Carla Bley sono caratterizzate da note pulite e ben chiare che si amalgamano in una miscellanea di colori eleganti e raffinati, come è la stessa autrice, pianista. Swallow, già apprezzato nel recente  passato allo Stresa festival, si è riproposto con ancor maggiore serenità ed amore per quello che suona ed in totale sintonia con la Bley e con Sheppard al sax soprano e tenore.   Domenica 24 luglio – Stresa, Lungolago La Palazzola                                             Roberta Gambarini Band Roberta Gambarini, voce Justin Robinson, sax alto e flauto Sullivan Fortner, pianoforte Ameen Saleem, basso Quincy Phillips, batteria     Roy Hargrove Quintet Roy...

PUERI CANTORES SANCTI NICOLAI -Collegiata Sant’Agata Santhià (vc)

PUERI CANTORES SANCTI NICOLAI -Collegiata Sant’Agata Santhià (vc)
COLLEGIATA DI SANT’AGATA – SANTHIA’ (VERCELLI) 1 luglio 2016 PUERI CANTORES SANCTI NICOLAI – Bochnia (Polonia) L’attuale Chiesa Collegiata sorge sul medesimo luogo, dove già nel x secolo sorgeva una pieve dedicata alla martire catanese. Nel 990 l’Arcivescovo Sigerico di Canterbury, di ritorno da Roma lungo il percorso della Via Francigena che da lui prese il nome,  si fermò proprio a Santhià, quale tappa del viaggio e sul suo diario annotò …Sca Agath.   Nella sontuosa collegiata di Sant’Agata di Santhià  si è potuto assistere ad un evento musicale di grande interessi. Il coro di voci bianche proveniente dalla Polonia è stato diretto alternativamente da Stanislaw Adamczyk e da Bozena Wojciechowska , con accompagnamento di Krysztof Kosciolek e dopo attenta preparazione di Marcin Wkoczek. Sono stati eseguiti brani che coprono un vasto arco temporale che va dal 1700 alla contemporaneità assoluta:  brani di Czaikowski, Telemann, Christian Bach e su su fino a Rachmaninow, Lukaszewski e Swider. I “piccoli cantori” (coro maschile) hanno però  età differenti, trattandosi di studenti che vanno dall’equivalente delle nostre Primarie, fino alle superiori; l’insieme così costituito si è  concretizzato  in caleidoscopico effetto cromatica di forte suggestione ed emotività. La brillantezza delle ‘bianche’ ben si è elevata  sopra i colori bruniti delle più ‘mature’, che in assoluta armonia hanno offerto un gradevole sentire. Particolarmente apprezzabili le interpretazioni dei brani moderni che sempre racchiudono intensità espressiva, ma includono difficoltà interpretative con accenni dissonanti, maggiormente impervi per voci giovani ed amatoriali. Per lasciare agli ascoltatori un ricordo di allegrezza hanno concesso, quale bis, un ‘Alleluia’ gospel. Un personale plauso va a sottolineare gli applausi spontanei e sinceramente sentiti che hanno segnato il cammino del concerto, insieme ad un ‘peccato per chi non c’era’! La Musica vince sempre. Renzo...

LA DONNA SERPENTE -Teatro Regio Torino 17 aprile 2016

LA DONNA SERPENTE -Teatro Regio Torino 17 aprile 2016
LA DONNA SERPENTE – Teatro Regio Torino, 17 aprile 2016 Opera fiaba in un prologo, tre atti e sette quadri Libretto di Cesare Vico Lodovici dall’omonima fiaba di Carlo Gozzi Musica di Alfredo Casella Prima esecuzione a Torino Personaggi Interpreti Altidòr, re di Téflis tenore Piero Pretti Miranda, fata, regina di Eldorado, sua sposa soprano Carmela Remigio Armilla, sorella di Altidòr, sposa di Tògrul soprano Erika Grimaldi Farzana, fata e La corifea soprano   Francesca Sassu Canzade, amazzone mezzosoprano Anna Maria Chiuri Alditrùf, arciere di Altidòr (maschera)tenore Francesco Marsiglia Albrigòr, servo di Tògrul (maschera) baritono Marco Filippo Romano Pantùl, aio di Altidòr (maschera) baritono Roberto de Candia Tartagìl, basso ministro di Tògrul (maschera) tenore Fabrizio Paesano Tògrul, ministro fedele basso Fabrizio Beggi Demogorgòn, re delle Fate baritono Sebastian Catana La fatina Smeraldina e Una voce nel deserto soprano Kate Fruchterman Badur, ministro traditore e Il corifeo baritono   Donato Di Gioia Primo messo e La voce del mago Geònca baritono   Emilio Marcucci Secondo messo tenore Alejandro Escobar Prima fatina soprano Eugenia Braynova Seconda fatina mezzosoprano Roberta Garelli Una voce interna baritono Giuseppe Capoferri Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia Arturo Cirillo Scene Dario Gessati Costumi Gianluca Falaschi Coreografia Riccardo Olivier Luci Giuseppe Calabrò Assistente alla regia Antonio Ligas Assistente ai costumi Gianmaria Sposito Maestro del coro Claudio Fenoglio Orchestra e Coro Teatro Regio Fattoria Vittadini Nuovo allestimento in coproduzione con Festival della Valle d’Itria Senza l’illusione di un momento, senza la voglia di vivere una fiaba, la vita sarebbe poca cosa! Si dice che gli animi più serenamente obiettivi  appartengano a chi sa conservare nel tempo un po’ di quella fanciullezza passata. Il saper vedere la vita con gli occhi di bimbo che si spalancano di fronte alle luci inconsuete, ai colori ed ai suoni, forse rende la vita più gioiosa e serena. La prima esecuzione in Torino de ‘La donna serpente’, si configura in un  evento eccezionale, intorno al quale il Teatro Regio e la città di Torino hanno addirittura costruito un ‘progetto’ festival sulla figura del compositore Alfredo Casella; per questo motivo ritengo che non sia possibile  recensire succintamente l’opera ‘La donna serpente’ limitandosi ad annotare le impressioni visive e di ascolto, ma che si rendano necessarie almeno alcune considerazioni e citazioni. Sfogliando il libro di sala e dopo aver seguito alcune interviste proposte anche in occasione della diretta su Rai 5 alla ‘prima’ del 14 aprile, rilasciate dal sovrintendente del Regio Valter Vergnano e dal direttore musicale Gianadrea Noseda, si annota: “ Casella rappresenta una importante figura del xx secolo; Faurè fu suo maestro, mentre tra le amicizie vantava i nomi di Debussy, Ravel e Stravinskij”. Noseda a proposito della composizione musicale riferisce “ad esempio il ‘Lamento’ di Miranda (Vaghe stelle dell’Orsa) ha un fascino antico che non è quello dell’aria classica di sapore ottocentesco, ma piuttosto del madrigale, ………il ‘quintetto delle maschere’ che è tutto basato su un esercizio linguistico di chiaro gusto rossiniano, ma conduce a sviluppi formali che pur restando comici , suonano completamente diversi…” Lucilla Castellari nel suo libro ‘Dal carnevale veneziano al romanticismo musicale tedesco’ edito da Campanotto editore, scrive: “con ‘La donna serpente’ Carlo Gozzi imprime una svolta alla sua produzione fiabesca (quinta delle fiabe teatrali): torna alla fiaba di magia, esasperandone la spettacolarità e la complessità d’intreccio, pur conservando la formula passionale e per certi aspetti patetica, sperimentata nella Turandot; si tratta di quella che Edoardo Sanguinetti definisce ‘la geniale invenzione di un genere:la fiaba scenica’” . La storia è abbastanza complicata e di non facile intuizione per il gran numero di personaggi e per le situazioni intricate ed alcune visualizzazioni riportano ai pargoletti...