‘FORME’ – Chiesa del Corpus Domini – San Germano Vercellese – 19 maggio 2013

‘FORME’   – Chiesa del Corpus Domini –  San Germano Vercellese – 19 maggio 2013
Concerto di  ENRICO CERFOGLIO  –  pianoforte   Le bianche pareti della Chiesa del Corpus Domini in San Germano Vercellese esaltano con immediatezza le ‘forme’  (titolo della mostra) delle sculture e delle pennellate nelle opere esposte. Un gran numero di visitatori ha ammirato i quadri di Carlo Ardizzone,  i gessi intensi di Silvano Coggiola, le eclettiche ed essenziali statue di Yvette Geissbuler ,  le figure metalliche e gli evanescenti dipinti di Giancarlo Palazzo. Il momento clou della Rassegna è stato rappresentato dal Concerto del pianista Enrico Cerfoglio che ha scelto brani di tutta gradevolezza  e gioiosità. Solo per citare alcuni passaggi la realizzazione di Fabbro Armonioso di Haendel  si è connotata di freschezza ed allegra spensieratezza, mentre con tocco  maturo, Cerfoglio ha offerto profonda introspezione con Liszt  e dolce intimità con Chopin, mantenendo un ritmo narrativo di assoluta percepibilità. La Musica vince sempre. Renzo...

EUGENIJ ONEGIN – Teatro Regio – Torino

EUGENIJ ONEGIN – Teatro Regio – Torino
18 Maggio 2013 Scene liriche in tre atti e sette quadri Libretto di Konstantin Šilovskij e Pëtr Il’ič Čajkovskij dall’omonimo poema di Aleksandr Puškin Musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij Personaggi Interpreti Evgenij   Onegin baritono Vladislav   Sulimskij Tat’jana,   figlia di Larina soprano Radostina   Nikolaeva Vladimir   Lenskij tenore Aleksej   Tatarintsev Ol’ga,   figlia di Larina contralto Iryna   Zhytynska Il   principe Gremin basso Aleksandr   Vinogradov La vedova   Larina, possidente mezzosoprano Marie McLaughlin Triquet,   un maestro di francese tenore Carlo Bosi La njanja   Filipp’evna mezzosoprano Elena   Sommer Un   Capitano della Guardia basso Marco   Sportelli Zareckij basso Scott   Johnson Guillot mimo Andrea   Frisano La giovane   Tat’jana mimo Veronica   Morello Il giovane   Onegin mimo Giuseppe   Cannizzo     Direttore   d’orchestra Gianandrea   Noseda Regia Kasper   Holten Scene Mia   Stensgaard Costumi Katrina   Lindsay Luci Wolfgang   Göbbel Coreografia Signe   Fabricius Video Leo Warner e Lawrence Watson per 59 Production Aiuto   regista Justin Way Costumi   ripresi da Elena   Cicorella Luci   riprese da John   Charlton Coreografia   ripresa da Toniah   Pedersen Video   ripresi da Benjamin   Pierce Maestro   del coro Claudio   Fenoglio Orchestra e coro del Teatro Regio Nuovo allestimento in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden, Londra e Opera Australia   QUELLO   CHE   VORREMMO  E  QUELLO  CHE  NON  VORREMMO  ESSERE La visione concettuale di Kasper Holten è senza dubbio la cifra che in positivo fa la differenza rispetto ad altre messe in scena dell’Onegin’ La rappresentazione dell’alter ego che agisce ‘in vece’ del personaggio e che da questi viene osservato sovente con prudente timore se non angoscia è il plus della significativa lettura. Ottime le scelte di evitare i didascalici campi di grano,sostituiti da pennellate nello stile di Van Gog, ed i frequenti quanto inutili cambi di scena; apprezzabile invece l’idea di lasciare di volta in volta sul palco un elemento dalla scena precedente a dare il senso della continuità della vicenda e dell’impossibilità di liberare il ricordo con la cancellazione dello stesso; l’esasperazione di questa scelta non si limita ad abbandonare sul palco la sedia rotta, l’anta divelta o i libri, ma addirittura il corpo di Lenskij dopo l’uccisione in duello. Lenskij   vive e muore  attraverso il tenore   russo Aleksej   Tatarintsev che tratteggia con sicurezza ed efficacia e con  piacevole  timbro. L’avversario e dissoluto Onegin  è validamente interpretato da Vladislav   Sulimskij, mentre Tat’jana, figlia di Larina  è il soprano Radostina Nikolaeva che raggiunge livelli di drammaticità intensa   esaltata dal bel colore della voce;  Iryna   Zhytynska è l’interessante  contralto che fa vivere Olga. Aleksandr   Vinogradov è il giovane basso che   riceve il maggior numero di ovazioni per la resa vocale, attraverso la   potenza ed il profondissimo colore scuro gestito con possenza e sapiente tecnica,   ancor chè traspaia una bella dote naturale. Bravi anche tutti gli altri   interpreti ed i mimi.Un plauso al coro ed al suo direttore    Claudio Fenoglio.Gianandrea   Noseda –anche direttore musicale del Teatro Regio- sta al podio come le note   al rigo, ovvero un tutt’uno! Si percepisce il suo amore per la dolcezza della   scrittura di  Pëtr Il’ič Čajkovskij che in quest’opera   sovente lascia il passo al vigore drammatico che Noseda sa cogliere e   trasferire in momenti di estasi simbiotica, rilucente della maestosità   poetica  catturata nella musica. L’emozione si trasforma in commozione e...

ENOCH ARDEN -Teatro Civico – Vercelli

ENOCH ARDEN -Teatro Civico – Vercelli
ENOCH ARDEN – Richard Strauss e Alfred Tennyson Roberta Bosetti – voce Mario Brusa  – voce Massimo Viazzo – pianoforte Renato Cuocolo – regia L’espressione teatrale ‘melologo’ ha trovato in ‘Enoch Arden’ di Richard Strauss una delle sue più affascinanti possibilità rappresentative. Questa forma ibrida di teatro musicale, nella quale la voce recitante e il commento musicale viaggiano a braccetto e in perfetto sincrono, ha avuto una vita tutto sommato breve, dalla fine del diciottesimo secolo fino agli albori del ventesimo, e quasi nulla in Italia (per ovvie ragioni operistiche). La rara e preziosa proposta del Teatro Civico di Vercelli, che ha preso vita drammatica grazie al trio di artisti costituito dagli attori Roberta Bosetti e Mario Brusa e dal pianista Massimo Viazzo, è da segnalare proprio per aver permesso al pubblico degli appassionati di addentrarsi in un mondo drammaturgicamente poco conosciuto, di grande seduzione, per certi versi anticipatore di tecniche espressive che saranno del cinematografo. La storia di Enoch Arden, testo sacro d’oltremanica scritto da Alfred Tennyson nel 1864, non è così nota alle nostre latitudini. Vale dunque la pena accennare all’amicizia dei tre fanciulli, al matrimonio tra Enoch ed Annie e all’affetto di quest’ultima per Philip. La tragedia del mare ha come epilogo il naufragio di Enoch ed il suo omerico approdare su un’isoletta deserta per poi ritrovare, dopo un lungo peregrinare, la sua amata Annie sposata a Philip con la conseguente ed umanissima decisione di lasciarsi morire in condizione di suprema rinuncia per non turbare la nuova serenità familiare. Le emozioni suscitate dalla vicenda erano emozioni pure, non contaminate o richiamate da marchingegni scenici. La scena infatti era sobria e la sobrietà ne esaltava il valore rappresentativo: nel fondale, infatti, campeggiava, incombente, l’evocativa Zattera della Medusa di Théodore Géricault, a sinistra il pianoforte e dall’altro lato i leggi per i  due attori. Il merito della efficace semplicità andava sicuramente ascritto al regista Renato Cuocolo che ha saputo trarre la drammaticità direttamente dal testo, senza avvalersi di inutili orpelli, effettuando una riscrittura dello stesso con sdoppiamento dei ruoli narrativi (nell’originale la voce narrante è unica) e utilizzando spesso la forma espressiva del discorso diretto, un modo idoneo per far cadere la quarta parete. La musica raccontava, suggeriva, mai mero sottofondo, con un interessante uso da parte del compositore della tecnica del Leitmotiv. Dalle abili mani di Massimo Viazzo i vari temi conduttori si susseguivano carichi di forza evocativa, sempre nuovi e teatralmente vividi, disegnati con fraseggio cangiante e con un occhio di riguardo per i momenti più intimi della partitura dove non si lesinavano raffinatezze e malie timbriche. Grandiosa suonava così la scena delle nozze tra Annie e Philip che chiudeva il primo atto con gli accordi del pianoforte sgranati e svettanti, intimamente commosso il momento dell’agnizione finale, di calda ed umana espressività. Le voci recitanti si mostravano entrambe di grande duttilità, timbricamente variopinte con una costante ricerca di tonalità musicalissime, coese  con la poetica voce del pianoforte, in un perfetto connubio di tratti vigorosi e sfumature più delicate. Roberta Bosetti con forte presenza scenica e carisma trascinatore è stata un’amante delicata e fedele, una donna salda e fiduciosa, il cardine intorno a cui ruotava l’intera vicenda. Mario Brusa attore di consumata esperienza ha saputo utilizzare la voce al massimo delle potenzialità divenendo ora mero narratore, ora personaggio vivo e palpitante. Grande successo di pubblico per uno spettacolo di grande pregio. Renzo...

NYMAN: Lezioni di piano – The Piano

NYMAN: Lezioni di piano – The Piano
MUSEO BORGOGNA – Vercelli  28 aprile 2013 ore 21,00 Massimo Viazzo – pianoforte Licia di Pillo e Ivo De Palma     –  voci recitanti Ambientata nella Nuova Zelanda di metà ottocento la vicenda è nota, anche grazie al pluripremiato film  del 1993 scritto e diretto da Jane Campion: Ada è la giovane donna scozzese attorno alla quale ruota tutta la narrazione intrisa di momenti di grande suggestione poetica “C’è un grande silenzio dove non c’è mai stato suono, c’è un grande silenzio dove suono non può esserci, nella fredda tomba, del profondo mare” Licia di Pillo è stata  la voce femminile che ha raccontato la vicenda e che ha letto appassionatamente e con grande trasporto partecipativo frasi di indicibile bellezza; sicura nel ruolo è riuscita ad entrare nelle menti e nello spirito dell’attonito pubblico con voce ed intonazione cangiante a secondo delle emozioni di volta in volta mutevoli del testo. La voce recitante maschile è indubbiamente una delle più belle voci del panorama doppiatori-attori in Italia, ovvero quella di Ivo de Palma che con la tranquillità del professionista  ha saputo modulare la voce baritonale dai colori caldi e morbidi, portandola fino ai toni più autorevolmente accesi. Massimo Viazzo ha condotto il filo musicale offrendo tutta la minimalista colonna sonora, scritta da Michael Nyman; ora sommesso come un ascoltatore (il testo recita. “per le cose profonde non serve parlare”), ora morbido come un abbraccio e poi impetuoso come l’eruzione di un vulcano va  alla ricerca di echi lontani attraverso possenti vibrazioni. Il velo è quello della continua introspezione che timidamente affiora in superficie come se sull’onda oceanica affiorassero i colori ed i profumi di un mondo profondo, sotterraneo che cela sentimenti spudorati. Di indiscussa bravura  hanno realizzato una performance di alta levatura che ben si incastona nei ‘Cerchi Eccentrici’ la rassegna ideata dall’assessore alla cultura della città ospitante, Pier Giorgio Fossale, nell’ambito delle manifestazioni collaterali alla Mostra dalle Collezioni Guggenheim aperta a Vercelli fino al 12 maggio. La Musica vince sempre. Renzo...

DON CARLOS -Teatro Regio -Torino

DON  CARLOS -Teatro Regio -Torino
Per i melomani, ovvero per i “malati d’opera” è un delitto perdersi un ‘Don Carlos’ oltre tutto vicino a casa; così è stato anche per me, ancor più che la locandina riporta nomi tra i più brillanti del firmamento operistico mondiale. E’ stata una esperienza di vita ed una lezione di teatro musicale, a partire dalla direzione dell’ottimo M°Noseda, passando dalle voci (appunto tra le più belle) per giungere all’essenza emozionale che la musica trasmette sempre a chi ha mente e cuore aperti alle sensazioni più intime. TEATRO REGIO – TORINO  7 APRILE 2013 DON   CARLOS Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle dal poema drammatico Don Carlos, Infant von Spanien di Friedrich Schiller Musica di Giuseppe Verdi Personaggi Interpreti Don Carlo, infante di Spagna tenore Ramón Vargas Elisabetta di Valois soprano Barbara Frittoli Filippo II, re di Spagna basso Ildar Abdrazakov Rodrigo, marchese di Posa baritono Ludovic Tézier La principessa Eboli mezzosoprano Daniela Barcellona Il grande Inquisitore, cieco nonagenario basso Marco Spotti Aleksandr Vinogradov (16, 18, 20, 21) Un frate basso Roberto Tagliavini Tebaldo soprano Sonia Ciani Voce dal cielo soprano Erika Grimaldi Il Conte di Lerma tenore Dario Prola / Alejandro Escobar Un araldo del re tenore Luca Casalin Deputati fiamminghi bassi Fabrizio Beggi, Scott Johnson,Federico Sacchi, Riccardo Mattiotto,Franco Rizzo, Marco Sportelli Direttore d’orchestra Gianandrea Noseda Regia, scene e costumi Hugo de Ana Coreografia Leda Lojodice Luci Sergio Rossi Assistente alla regia Filippo Tonon Assistente alle scene Juan Guillermo Nova Assistente ai costumi Cristina Aceti CONTRASTI  E CONFLITTI, OVVERO Il  “Don Carlos” Forse proprio i vari rimaneggiamenti e interventi sulla stesura iniziale, hanno portato al meritevole risultato finale che si è ‘vissuto’ al Regio di Torino che riconferma il ‘Don Carlos’ una delle più belle partiture dell’ottecento italiano e nel dettaglio anche del panorama verdiano. Partendo dalla scena, Hugo De Hana ha mantenuto il tratto classico con sapiente introduzione di elementi di assoluta modernità che si sono amalgamate con le luci (splendide le colonne illuminate ed in movimento, immerse in un intenso  buio avvolgente) disegnate da Sergio Rossi; dal punto di vista registico e dei costumi, inevitabile cogliere il contrasto tra  l’opulenza fastosa della imperversante chiesa che decreta e domina anche i re, con le turbolente e nere passioni che albergano negli animi dei personaggi. L’esperienza intensamente vissuta, inizia dall’ouverture che senza esitazioni catapulta nel vivo della partecipazione, così come  partecipata è la direzione del  M°Gianadrea Noseda, che raggiunti gli apici della bravura e della conoscenza, con il consueto gesto ampio e  molto descrittivo vive l’opera in simbiosi evidente   con i meritevoli professori d’orchestra ed i cantanti da gran firmamento compiendo un’opera di vibrante maieutica che porta all’espressione di una cifra interpretativa di rilucente prestigio . il Coro diretto da Claudio Fenoglio  ha abituato a delle performance di tutto rilievo ed oramai a Torino  si da per scontato l’ascoltare brani di  assoluta coinvolgente piacevolezza. I contrasti fra padre e figlio, le diverse concezioni politiche e gestionali, i conflitti tra Stato  e chiesa, trovano habitat naturale sul palcoscenico del Regio grazie all’ottima globale resa vocale ed attoriale degli interpreti. Don Carlos trova la voce ed i panni in Ramon Vargas che non lesina nel ruolo del titolo e si offre generoso nelle arie e nei vari duetti e terzetti. Barbara Frittoli è eccellente Elisabetta di Valois, che impersona con il tratto della sicura professionista, con voce mirabilmente fresca ed omogenea, con accenti di rara bellezza. Filippo II trova il suo interprete in  Ildar Abdrazakov : voce profonda...

LA TRAVIATA -Teatro Regio – Torino

LA TRAVIATA -Teatro Regio – Torino
TEATRO Regio Torino,  2 marzo 2013 ore 15,00  Prova Generale La TRAVIATA Melodramma in tre atti Libretto di Francesco Maria Piave dal dramma La Dame aux camelia di Alexandre Dumas figlio Musica di Giuseppe Verdi Allestimento del Regio coprodotto con il Santa Fe Opera Festival. Orchestra diretta dal M° Corrado Rovaris.     I protagonisti dell’opera: Patrizia Ciofi (Violetta), Piero Pretti (Alfredo Germont), Nicola Alaimo(Giorgio Germont), Silvia Beltrami (Flora Bervoix), Francesca Rotondo (Annina), Enrico Iviglia(Gastone), Paolo Maria Orecchia (il barone Douphol) e Scott Johnson (il marchese D’Obigny); la regia di Laurent Pelly è ripresa da Anna Maria Bruzzese, i costumi sono di Laurent Pelly, le scene diChantal Thomas e le luci, di Gary Marder, sono riprese da Andrea Anfossi. Il Maestro del Coro èClaudio Fenoglio. A sipario chiuso viene annunciato che nonostante una indisposizione che dura da una settimana la signora Patrizia Ciofi ha accettato di partecipare alla prova generale. Alla fine della recita una sola domanda circolava tra il pubblico commosso: ‘Ma se non in forma ha cantato così, fin dove può arrivare in condizioni ottimali?’ Patrizia Ciofi ha sconvolto la platea per bravura interpretativa a tutti i livelli, ricreando e proponendo una ‘Violetta’ credibile ai giorni nostri; sfrontata e  sprezzante nel primo atto, dubbiosa e tenera nel secondo, superbamente cosciente al finale; con fraseggio chiarissimo e partecipazione emotiva ha regalato colori di eccezionale brillantezza, ombreggiati solo da lacrime musicali di rara bellezza. Il cast, tutto di ottimo livello ha contribuito a distogliere l’attenzione da una scenografia e regia non sempre di facile lettura ed accettazione (l’opera apre con all’ouverture il funerale di Violetta, con tanto di feretro e didascalici ombrelli a riparare dall’uggiosa pioggia). Piero Pretti nei panni di Alfredo, ha esplicitato forte evoluzione timbrica ed ha reso una interpretazione molto matura con piglio sicuro che gli ha permesso toni e colori netti, ma sfumati dal sentimento. Il baritono Nicola Alaimo, di forte presenza scenica ha convinto sopratutto al finale dove la commozione era palpabile anche attraverso i toni profondi della possente voce. Il mezzosoprano Silvia Beltrami ha tratteggiato il personaggio di Flora con abilità scenica e con voce ambrata scura che apre ad interpretazioni ben più corpose e di ruolo. Annina è interpretata da Francesca Rotondo con voce sicura e chiara. Bene anche per Enrico Iviglia e Scott Johnson, come pure per gli altri interpreti: Paolo Maria Orecchia, Davide Motta Frè, Dario Prola, Enrico Speroni, Enrico Bava,  oltre ai ballerini Simona Tosco e Luca Martini. La bacchetta del M° Corrado Rovaris è stata puntuale ed efficace a sottolineare i momenti di maggior commozione come  nell ’Addio al passato’ quando, complice la bravura espressiva della signora Ciofi, orchestra e voce hanno creato una sospensione temporale ipnotizzando menti e cuori, traditi solo dal luccicore degli occhi. Il Coro del Teatro Regio, diretto dal M° Claudio Fenoglio, è sempre egregiamente all’altezza della situazione ed anche in Traviata ha confermato la bravura e la preparazione. Pubblico ricco di applausi  durante tutta la rappresentazione, è andato  letteralmente in delirio al finale, tant’è che la direzione del palcoscenico ha deciso la chiusura del sipario sull’incessante applauso. La Musica vince sempre. Renzo Bellardone.     RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright...