L’ANGELO di FUOCO – Teatro Regio di Torino

L’ANGELO di FUOCO – Teatro Regio di Torino
 Musica di Sergej Prokof’ev Giovedì  9 febbraio 2012    Personaggi Interpreti Ruprecht,   un cavaliere baritono Nikolaj Putilin Renata,   amante di Ruprecht soprano Ol’ga Sergeeva Agrippa   di Nettesheim, dottore in filosofia tenore Vasilij Gorškov Jakob   Glock, libraio e Secondo cliente tenore Jurij Alekseev Mathias   Wissman, amico d’università di Ruprecht, Un servo e Terzo cliente basso Grigorij Karasev Mefistofele   tenore Evgenij Akimov Johann   Faust, dottore in filosofia e medicina basso Aleksandr Morozov L’inquisitore   basso Aleksej Tanovickij L’indovina   e La madre superiora mezzosoprano Ol’ga Savova La   padrona della locanda soprano Svetlana Volkova L’oste   basso Vjačeslav Luchanin Un   medico tenore Vladimir Živopisčev Primo   cliente tenore Vasilij Gorškov Prima   novizia soprano Tat’jana Kravcova Seconda   novizia soprano Margarita Alaverdjan Prima   monaca mezzosoprano Nadežda   Vasil’eva  Seconda   monaca mezzosoprano Ljudmila   Kanunnikova  Terza   monaca soprano Elena Karpeš  Quarta   monaca soprano Aleksandra   Kovaleva  Quinta   monaca soprano Ekaterina   Varfolomeeva  Sesta   monaca soprano Svetlana Kiseleva Il   conte Heinrich mimo Vanlentin Krejsman Direttore   d’orchestra Valerij Gergiev Regia David Freeman Scene   e costumi David Roger Maestro   preparatore Natalja Domskaja Luci Steve Whitson e Vladimir   Lukasevič Maestro   d’armi Kirill Černozemov Regia   acrobazie Andrej Bugaev Assistenti   alla regia Irina Košeleva e Marija Bonč-Osmolovskaja Maestro   del coro Claudio Fenoglio Orchestra e Coro del Teatro Regio Allestimento del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo in coproduzione con Royal Opera House, Covent Garden di Londra Dall’Inquisitore di ‘Leggenda’ di Solbiati  all’Esorcista di ‘Angelo di Fuoco’ di Prokof’ev  si snoda il percorso della stagione 2011-2012 del Teatro Regio di Torino   Con l’Angelo di fuoco, al  Teatro Regio di Torino il misticismo e l’esoterico tornano a  confondersi e ad  intrecciarsi con le tinte cupe dell’evanescente  e misterioso mondo sconosciuto, percepito e vissuto solo dalla posseduta del demonio.   Con la proposta del Mariinskij le alte vette della scrittura operistica contemporanea vengono superate dal ‘prendere e lasciare’, ‘rincorrere ed abbandonare’  di Prokof’ev  grazie anche  alla direzione consapevole e ricca di preziose sottolineature  del Maestro Valerij Gergiev.   Tutti i consolidati interpreti offrono una prestazione vocale e di palcoscenico di altissimo livello. Nei ruoli principali:  Renata –l’applauditissima  Ol’ga Sergeeva che pare veramente in preda alle allucinazioni e sa  rendere  con duttile vocalità le impervie melodie; Ruprecht è affidato a Nicolaj Putilin, baritono di meritata fama. Leonid Zachožaev è l’ottimo tenore che da voce ad Agrippa, mentre Mefistofele è affidato a Eugenij Akimov che insieme a Aleksandr Morozov nel ruolo di Faust rende efficacemente la scena dell’osteria. L’indovina e Madre superiora sono affidate al convincente  mezzosoprano Ol’ga Savova, mentre Aleksej Tanovickij fa sentire i brividi della condanna nel ruolo dell’Inquisitore.   Oltre ad apprezzare l’ottima resa dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio (rispettivamente diretti da Gergiev e da Claudio Fenoglio) quello che confonde  le menti e scatena  emozioni acute  è sicuramente la messa in scena. L’iniziale sobrietà teutonica con le casette a punta della Colonia cinquecentesca è l’appropriata ambientazione dell’incontro tra  Ruprecht  e Renata e  la dichiarazione di questa delle visioni dell’Angelo…..; la staticità scenica  è interrotta solo dalle mirabolanti acrobazie dei demoni minori interpretati dagli applauditissimi  mimi acrobati seminudi con il corpo dipinto di bianco, non senza provocazione -regia delle acrobazie Andreij Bugaev.   La sobria  scenografia  di David Roger,  man mano che si procede nella narrazione abbandona il campo ad un incalzante e quasi isterico crescendo di azione fino a culminare nell’orgiastica scena  finale tra demoni minori e suore spogliate...

baROCK. IL FURORE DI VIVALDI – Baveno festival 2011

baROCK. IL FURORE DI VIVALDI – Baveno festival 2011
Baveno Festival Umberto Giordano XIV Edizione 2011 Vibrazioni della terra Giovedì 14 luglio – ore 21,15 Baveno, Chiesa dei SS. Gdervaso e Protaso                                                 Il furore di Vivaldi Antonio Vivaldi Concerto per archi e continuo in sol minore RV 156 Dal timor, dallo spavento da Montezuma Lo seguitai felice da Olimpiade Concerto per due violini, liuto e b.c. in re maggiore RV 93 Dolce fiamma e Destino avaro da La fida ninfa Concerto per archi e continuo in sol minore RV 157 In furore justissimae irae. Mottetto per soprano, due violini, viola e basso RV 626 Gemma Bertagnolli soprano Dolce&Tempesta                                                Elisa Citterio e Monica Toch, violini                                                Gianni Maraldi, viola                                                Marco Testori, violoncello                                                Vanni Moretto, contrabbasso                                                Craig Marchitelli, liuto  Stefano Demicheli clavicembalo Dopo un repertorio tutto italiano, il concerto si è chiuso con divagazioni europee (Haendel –Trionfo del tempo: ‘Tu del ciel ministro eletto’, Purcell da Dido and Eneas :‘When I’m laid in earth’), per ritornare al tema della serata, ovvero Vivaldi con ‘La speranza verdeggiante’ da ‘Orlando finto pazzo….’ Il leitmotiv della serata però non è stato solo Vivaldi, ma anche il ‘furore’ ovvero l’impeto della vita che in una certa letteratura musicale ha contrassegnato l’epocale momento.   Stefano Demicheli, in questo caso clavicembalista, continuista e direttore dell’ensemble da lui stesso creato,   ‘Dolce e Tempesta’ (piano e forte),  sa offrire un suono di tutta eccellenza pur in un contesto di non superba acustica. Il piccolo ensemble vanta degli strumentisti abili ed efficaci che  in armonica sinergia contribuiscono alla ricerca del ‘miglior suono’. Alternativamente preponderanti, i vari strumenti sono voce solista o diventano accompagnatori, riuscendo ad esprimere la derivazione liturgica piuttosto che l’evocazione del fuoco irruente. Con la tipicità del ‘continuo’ si crea un incessante vortice elicoidale senza fine: fuoco e fuga. Ogni concerto vanta una  sua perla e quella del concerto in questione porta il nome dell’affermata    soprano Gemma Bertagnolli che ancora un volta canta con la voce, gli occhi, il corpo e tutto il suo essere in un tutt’uno con la musica ed il personaggio che di volta in volta  vive e  propone. Partecipativa e coinvolta non si estranea un attimo e con profondo e luminoso sentimento fa vibrare all’unisono la sua voce, la terra e la vita che da questa scaturisce. Spontaneità e coinvolgimento, allegrezza e vivacità sono le sensazioni che si creano all’ascolto. Non di meno l’orchestra si profonde in  sottolineature ritmate e danzanti a proporre pagine che inevitabilmente hanno segnato la storia della musica italiana nel mondo. Un mix di qualità all’insegna della luce, della vita, delle vibrazioni e del furoreggiante coinvolgimento emotivo, che vagheggia un Vivaldi fantasiosamente rock. Latinità e virtuosismo si confondono in un paesaggio che va oltre i confini cartografici, ma si proiettano in un tempo indefinito dentro spazi illimitati. La Musica vince sempre. Renzo...

MIDSUMMER JAZZ CONCERTS – Stresa Festival 2012

MIDSUMMER JAZZ CONCERTS  – Stresa Festival 2012
Foto: StresaFestival 2012. Renzo Bellardone Lungolago La Palazzola – Stresa Venerdì 20 luglio Jan Garbarek Group festuring Trilok Gurtu Jan Garbarek-sassofoni. Rainer Brűnighaus-pianoforte tastiere. Yuri Daniel-basso Trilok Gurtu-percussioni Sabato 21 luglio. Brad Mehldau Trio. Brad Mehldau –pianoforte. Larry Grenadier-contrabbasso. Jeff Ballard-batteria Domenica 22 luglio. Abdullah Ibrahim-pianoforte La modernità sta nel momento, ovvero nel presente!!! L’atteso Midsummer Jazz Concerts proposto dallo Stresafestival 2012 alla sua 51ma edizione veste i panni dell’elegante ambientazione lungo le rive del Lago Maggiore in un favoloso parco che assurge a scenografia naturale e dove il movimento creato dal vento pare muovere le fronde ritmicamente con la musica. Questa sensazione è prevalente soprattutto nella prima serata con Jan Garbarek Group featuring Trilok Gurtu, seppur contrastata da incessante pioggia. La grande vela sullo sfondo del palco varia di colori e di intensità con i colori e le intensità della modernissima proposta: fruscii, percussioni inusuali e di ricerca intelligente, tastiere con gamma dinamica straordinaria e virtuosistici sassofoni. Concerto molto emozionante e coinvolgente in un atmosfera surreale tra i suoni del vento, delle profondità marine per poi librarsi nell’etere più impalpabile. La seconda serata il palco ha ospitato Brad Mehldau Trio che indubbiamente di bravura ha proposto un jazz ritmicamente più conosciuto e se vogliamo ‘di consuetudine’; ritmicamente e timbricamente interessanti anche forse in virtù del fatto che Brad Mehldau ha fatto più volte rivedere l’emissione audio. Abdullah Ibrahim piace o non piace !!!! Non esistono vie di mezzo così come è senza via di mezzo la ricerca e la qualità dell’interpretazione. Senza necessità di far scorrere velocemente le mani sulla tastiera o esibizionistica gestualità propone una musica dolce, intima, quasi da camera !!!! Con movimenti che rimandano a Debussy piuttosto che Liszt è consequenziale che si percepiscano voci infantili e narrazioni di vite e di mondi, in una ampia gamma di riflessi di colore che illuminano l’atmosfera sospesa in cui i suoni si espandono. Professionista di altissima qualità, neppure ai ringraziamenti si scosta dall’eleganza del suo essere artista !!!! La Musica vince...

MATILDE di SHABRAN – Rossini Opera Festival – Pesaro

MATILDE di SHABRAN – Rossini Opera Festival – Pesaro
Foto Studio Amati Bacciardi ROSSINI  OPERA FESTIVAL  2012 Adriatic Arena -Venerdì 17 agosto MATILDE DI SHABRAN. Direttore- Michele Mariotti. Regia- Mario Martone. Costumi- Ursula Patzak Scene – Sergio Tramonti. Progetto Luci- Pasquale Mari. Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna. Maestro del Coro- Lorenzo Fratini. Matilde di Shabran- Olga Peretyatko, Edoardo- Anna Goryachova. Raimondo López-Marco Filippo Romano Corradino- Juan Diego Florez. Ginardo- Simon Orfila. Aliprando-Nicola Alaimo Isidoro- Paolo Bordogna. Contessa d’Arco- Chiara Chialli. Egoldo- Giorgio Misseri. Rodrigo- Luca Visani Un ambiente buio e tetro,come buia e tetra è  l’atmosfera creata dal padrone di casa,Corradino: la scena si componeessenzialmente di due scale concentriche che ruotando come il soleintorno alla terra nel sistema solare, creando diverse ambientazionie configurazioni che visualizzano l’imponente scala padronale, lavia di fuga, e forse anche una gigantesca  chiave di violino. Sergio Tramonti ha colto nel segno con la sobria eleganza  che il progetto luci di Pasquale Mari ha raffinatamente essenzializzato. Mario Martone ha diretto il palcoscenico con fedele lettura e con occhio ironico. Sul podio, a dirigere l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna il giovane talentuoso Michele Mariotti che con grande ispirazione e ricercaha diretto entusiasmando sia il pubblico che la buca fin dallasinfonia iniziale prima dolcissima e poi ricca di movimenti. Il Coro -sempre del Comunale di Bologna- è stato diretto dal maestro Lorenzo Fratiniche sa ricavare belle atmosfere e gradevoli vocalità. Il cast di tutta eccellenza, già sulla carta crea fremente attesa, immediatamente confermata e superata dalla realtà del palcoscenico. Nel ruolo del titolo Olga Peretyatko, duttile e con colorazioni vivide e fresche che estende in virtuosistiche agilità; ben duetta con il grandeJuan Diego Florez che da un’interpretazione di Corradino stilisticamente ineccepibile con brillantezza di emissione e puntuali colori confermando il suo essere interprete di riferimento. Corradino, burbero da sempre,  lascia che  il suo cuor di ferro venga tramutato in un cuore innamorato gestito dalle abili scaltrezze femminine, che ricordano l’altro personaggio rossiniano, Rosina…Una Voce poco fa…. Anna Goryachiova è Edoardo: voce piena ed ambrata dai bei riflessi solari. Si muove con piglio deciso, interpretando con sentimento partecipato chiaramente evidenziato attraverso l’emissione. Il basso Simon Orfila è il torriere  Ginardo: presenza scenica e timbro pieno dalle bellerotondità e colorazioni sta molto in scena, creando addirittura unascenetta esilarante col basso Paolo Bordogna: indossate tendedi scena mimeranno con  un girotondo i corteggiamenti di Matilde a Corradino. Bordogna, molto amato al Rof, offre sempre prestazioni dagrande attore buffo e da grande cantante lirico, come in quest’operadove poetastro da quattro soldi-Isidoro- cerca di ingraziarsi iricchi cantando loro le lodi e le gesta in un napoletano colorato:voce robusta  e ben dosata viene modulata con tecnica consolidata edefficace. Marco Filippo Romano è il giovane basso che si sta sempre più affermando per la sua vocepotente, il fraseggio chiaro ed i colori scuri che impreziosiscono il bel timbro qui riservato al personaggio di Raimondo Lopez. Aliprando il dottore,rivive attraverso Nicola Alaimoche vivacemente  arricchiscela scena con imponente presenza ed imponenete voce definita nelregistro  basso ricca di sfumature e colorature. La stizzosa Contessa d’Arco prende vita con la limpida voce di Chiara Chialli  chesi estende in agilità colorate. Apprezzabili  anche le prestazioni di Giorgio Misseri e Luca Visani. La Musica vince sempre. Renzo...

CANADIAN BRASS – StresaFestival 2012

CANADIAN BRASS – StresaFestival 2012
Stresa Festival 2012 – Canadian Brass Foto: Stresa Festival Renzo Bellardone Isola Madre – Loggia del Casmere – 28 agosto . CANADIAN BRASS Christofer Coletti, Brandon Ridenour- trombe, Achille Liarmakopoulos- trombone, Eric Reed- corno, Chuck Daellenbach- tuba. Claudio Monteverdi – da Orfeo, W.A.Mozart – da Le Nozzze di Figaro, Ave Verum, Il Flauto magico, George Gershwin – Suite da porgy and Bess, G. Rossini – Largo al Factotum da Il Barbiere di Siviglia, George Bizet – da Carmen. Ricco della presenza di uno dei fondatori della formazione, ovvero Chuck Daellenbach, l’ensemble più scanzonato del mondo si propone con i giovanissimi quanto abili professionisti strumentisti dell’attuale gruppo. Per ‘inconvenienza teatrale’ iniziano il concerto con un paio di bis…..che dissemineranno durante l’intera serata e tra questi, degni assolutamente di rilievo il celebre ‘When the Saints go marching on…’ implementato di colte contaminazioni dall’Alleluia di Haendel….ed un ‘Volo del Calabrone’ entusiasmante. Venendo ai brani in locandina danno prova di tecnica qualificata con i brani dall’Orfeo di Monteverdi e con il Tributo a Mozart trascritti per una formazione inconsueta rispetto alla stesura originale; brillanti e coinvolgenti trascinano il pubblico fino alle performances teatralizzate con il Barbiere di Siviglia ed ancor più con la Suite da Carmen di Bizet, dove ognuno degli ottoni da singolarmente voce ad ognuno dei personaggi dell’opera, con la scherzosa aggiunta del toro cui da vita Daellenbach con tanto di corna in testa e coda. Vezzosimme Carmen e Michaela (le trombe) con tanto di parrucche….. Serata divertente e di buona piacevolezza. La Musica vince...

BUDAPEST FESTIVAL ORCHESTRA – Stresa Festival 2012

BUDAPEST FESTIVAL ORCHESTRA – Stresa Festival 2012
STRESA FESTIVAL 2012 Stresa – Palazzo dei Congressi, 25 agosto. BudapestFestival Orchestra – Fischer. Barnabás Kelemen, violino. Iván Fischer, direttore. Béla Bartok –Canti Contadini ungheresi Sz100, concerto violino n. 1 Sz 36.Gustav Mahler – Sinfonia n. 5 La Budapest Festival Orchestra è senza ombra di smentita una delle formazioni più compatte ed affiatate nel panorama musicale europeo e larga parte del riconosciuto merito va al direttore Ivan Fischer. Alla serata inaugurale dello Stresa Festival con brillante presenza di spirito, Fischer inizia con un fuori programma – la Czarda di Monti- dedicandola al Primo Ministro del Governo italiano –Mario Monti- presente in sala. Con polso vigoroso ed appassionato trasporto Fischer dirige i Canti Ungheresi che culminano con il concerto per violino ed orchestra N. 1 che vede sul palco il virtuosistico, quanto sensibile Barnabás Kelemen al violino. L’abilità del direttore sta nel pennellare i colori popolari con la migliore tecnica evocativa che conduce alla riscoperta di ricordi e tradizioni dai contorni inizialmente lirici, per culminare nella gaiezza.. Il secondo brano ovvero la Quinta di Mahler attanaglia la platea dalla Trauermarsc al Rondò finale in un emozionante alternarsi di sensazioni e sentimenti come in attraversamento di una intera vita. La Musica vince sempre! Renzo...