Amandine Beyer – Stresa Festival 2022- Palazzo Congressi 1 settembre

Amandine Beyer – Stresa Festival 2022- Palazzo Congressi 1 settembre
Non sempre si riescono a realizzare tutti i progetti, infatti delle due serate con la dolcissima ed espertissima violinista Amandine Beyer, sono riuscito a goderne solo di una, in seconda serata. Amandine Beyer – Stresa Festival 2022- Palazzo Congressi 1 settembre JOHANN SEBASTIAN BACH Sonate e Partite per violino solo (II) Partita per violino solo n. 2 in re minore BWV 1004 Sonata per violino solo n. 3 in do maggiore BWV 1005 Partita per violino solo n. 3 in mi maggiore BWV 1006 Al termine del concerto Momento diVino con l’azienda vinicola Cascina Baricchi di Neviglie (CN) Bach nel 1720 scrisse le Sei Sonate e Partite per violino solo, ovvero delle splendide sinfonie per un solo strumento; sono trascorsi 302 anni ed il profumo della modernità avvolge il nostro ascolto; sarà per le dissonanze, sarà per il culto del suono nuovo, sarà perché Bach era geniale, ma è così: Bach è ogni volta scrittura contemporanea, almeno a me fa sempre questo effetto, interessando tutta la mia sensorialità. Amandine Beyer è la raffinata interprete cui è stata affidata l’interpretazione dallo Stresa Festival di questa 61ma edizione. Causa previsioni meteorologiche avverse, il concerto è stato trasferito da previste locations all’aperto, al Palazzo dei Congressi di Stresa, ma un’intuizione geniale ha trasferito il pubblico sul palcoscenico a corona della violinista, che quasi in clima di privatezza ha offerto la sua simpatia e la usa tecnica consolidata. La Beyer, profonda conoscitrice del periodo barocco, ha interpretato con il sorriso che ha saputo trasferire nella musica e negli ascoltatori. Inutile sottolineare la grande sicurezza interpretativa, necessario invece evidenziare quanta caratterialità ha saputo infondere al suono. La Musica vince sempre. Renzo...

Olivier Latry – Chiesa di S. Ambrogio – Stresa festival 2022 – 30 agosto

Olivier Latry – Chiesa di S. Ambrogio – Stresa festival 2022 – 30 agosto
Martedì 30 agosto 2022 nella chiesa di S. Ambrogio a Stresa è il momento della serata di organo e l’ organista in calendario per lo Stresa Festival è nientemeno che Olivier Latry, che a soli 23 anni divenne uno dei tre organisti titolari della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Olivier Latry – Chiesa di S. Ambrogio – Stresa festival 2022 – 30 agosto J.S. Bach, Fantasia e fuga in do min. BWV 537; Corale “O Mensch, bewein’ dein’ Sünde Groß” BWV 622; Fantasia in sol magg. (Pièce d’orgue) BWV 572 L. Vierne, Pièces en style libre op. 31: Légende; Scherzetto C. Franck, Pastorale op. 19; Troisième Choral in la min. O. Latry, Improvisation Come anticipato in incipit l’organista francese Latry è uno dei più celebri e abili organisti a livello internazionale, anzi è da molti ritento il più grande organista! Il suo percorso ormai quarantennale, vanta importanti esibizioni, incisioni e prime mondiali. Talentuoso e profondo studioso oltre che interprete è anche compositore e proprio stasera abbiamo avuto modo di apprezzarne il valore. Il programma che abbiamo ascoltato è da considerasi molto vario e rivolto a pubblico eterogeneo, dal rigoroso ascolto di Bach a composizioni di Vierne ed in particolare di César Frank in omaggio ai duecento anni dalla nascita, ma il brano che più mi ha entusiasmato è proprio l’Improvvisation dello stesso Olivier Latry. Con l’interpretazione di ogni autore ha avuto modo di esternare tutte le sue abilità di creare entusiasmo, le agilità e la grande tecnica consolidatasi ormai nel tempo, ma con l’Iprovvisation ha genialmente offerto un brano contemporaneo ricco di “musica” interpretata con virtuosismo, rapidità e grande precisione per l’offerta di un suono molto pulito ed attrattivo. La Musica vince sempre Renzo...

Banda Osiris – Sporting Lesa- Stresa festival 2022 – 27 agosto

Banda Osiris – Sporting Lesa- Stresa festival 2022 – 27 agosto
Il campo centrale dello Sporting di Lesa si trasforma per un pomeriggio da campo di tennis in luogo di divertissement e musica a cura di “mostri da palcoscenico” quali la Banda Osiris Banda Osiris – Sporting Lesa- Stresa festival 2022 – 27 agosto Do re mi fa sol la set – Le dolenti note Sandro Berti (mandolino, trombone) Gianluigi Carlone (voce, sax)  Roberto Carlone (trombone, tastiere)   Giancarlo Macrì (batteria, bassotuba) Le note del programma recitano: “Cosa ci fanno quattro musicisti su di un campo da tennis? Giocano. Giocano con la musica. In un susseguirsi di rimpalli musicali i quattro si scatenano in una girandola di gag vorticose da lasciare senza fiato. E’ un gioco vario ed imprevedibile il loro. Colpi da maestro travestiti da ingenuità da dilettanti. Una vera partita (non solo musicale) giocata con la profondità e l’entusiasmo di giocatori-musicisti carichi di esperienza. E diventa un viaggio musical-teatrale ai confini della realtà.” E leggendo queste note, sinceramente si intuisce tutto, ma proprio tutto, meno… il divertimento coinvolgente dell’assurdo che diviene realtà, restando assurdo! Ripercorrono le strade dei diversi generi musicali, citando musicalmente Fred Buscaglione, i Beatles, Gianni Morandie Mozart ipotizzandone la nascita a Lesa e poi ancora :”Era più alto Mozart o Lady Gaga” una delle domande nel auiz proposto al pubblico? Narrano della bimba che trova un rospo parlante che non bacia per trasformarlo in principe, considerata la maggior convenienza economica di possedere un rospo parlante… per ipotizzare poi una variazione sul tema dei Beatles ad opera di prete locale “Hei Giuda”, oppure dei poteri di tortura del flauto dolce che è in grado di emettere “un” suono e troppo spesso impiegato nei saggi scolastici di fine anno !!!! E poi le situazioni tratte dal loro libro, vero inno alla Musica, ma con l’ironico compiangimento dei musicisti !! Le parodie del circo e della morte del cigno del celebre balletto e il mimo del cigno morente con gli strumenti che diventano gambe ed ali…è semplicemente spassoso….. Un pomeriggio di sano divertimento guadando il campo da tennis dove il tabellone riportava il nome di due contendenti “la banda” e “Osiris”… Ironia con classe, senza alcuna caduta di stile e musica ottima travestita da musica per principianti! La Musica vince sempre Renzo...

Vision String Quartet Isola Bella Stresa festival 2022, 24 agosto

Vision String Quartet Isola Bella Stresa festival 2022, 24 agosto
La nuova stanza per la musica di Stresa Festival si chiama Catapulta. È la camera acustica tutta in legno, disegnata da Michele De Lucchi. Questa realizzazione è uno scrigno trasportabile di suono prezioso, a contatto con la natura e la bellezza del territorio e questa sera è sull’Isola Bella, incastonato nel paesaggio lacustre al tramonto e poi di notte: emozioni in libertà Vision String Quartet Isola Bella Stresa festival 2022, 24 agosto Vision String Quartet Florian Willeitner, violino Daniel Stoll, violino Sander Stuart, viola Leonard Disselhorst, violoncello programma: E. Bloch, Prélude B. 63 F. Mendelssohn, Quartetto n. 2 in la min. op. 13 A. Dvořák, Quartetto per archi in sol magg. op. 106 Il programma è stato decisamente interessante ed il Vision String Quartet è sicuramente una garanzia di qualità, vivacità e grande serietà interpretativa. Ma inconsuetamente partiamo dal finale ovvero dai due bis concessi, brani scritti dal quartetto ed a tema folk jazz, con una carica di ritmo e temperamento decisamente brioso e trascinanti come lo sono certe danze irlandesi. Il resto del programma ha previsto Prelude di Bloch, brano breve ma molto coinvolgente per passare poi al Quartetto in la minore di F. Mendelssohn. L’esplosione di agilità performante, originalità interpretativa e carica emotiva ha raggiunto l’apice con il quartetto d’archi di A. Dvořák che seppur scevro da evidenti rimandi alla danze boeme ed al ricordo dell’esperienza americana, si palesa come una scrittura successiva all’approccio al Nuovo Mondo, che gli ha lasciato una impronta definita. L’interpretazione è vivacissima e partecipata che riesce a catturare il pubblico travolgendolo con i dialoghi tra i pizzicati ed i mastellati. Ormai attivo da una decina di anni il quartetto ed esattamente un anno dopo la loro esibizione allo stresa festival all’Isola Madre tornano ad affascinare con eleganza un pubblico entusiasta! La Musica vince sempre Renzo...

Petite messe solennelle- Stresafestival 2022 – Palacogressi Stresa 23 agosto

Petite messe solennelle- Stresafestival 2022 – Palacogressi Stresa 23 agosto
Allo Stresa Festival viene proposta una composizione rossiniana e del periodo meno giocoso del compositore. Al Palazzo dei Congressi è stata migliorata l’acustica e quindi si è potuto apprezzare le raffinatezze dei suoni dei pianoforti storici e dell’Harmonium, oltre che dell’insieme offerto. Petite messe solennelle- Stresafestival 2022 – Palacogressi Stresa 23 agosto Gabrielle Philliponet , soprano José Maria Lo Monaco, alto Edgardo Rocha, tenore Christian Senn, basso Francesco Corti, Maria Shabashova, pianoforti Deniel Perer, harmonium Coro Ghislieri Soprani: Argentieri Valentina, Mara Corazza, Son Jiyeong, Anna Piroli. Alti: Giulia Beatini, Camilla Biraga, Isabella di Pietro, Maria Chiara Gallo. Tenori: Raffaele Giordani, Massimo Lombardi, Matteo Magistrali, Simone Milesi. Bassi: Matteo Bellotto, Renato Cadel, Sergio Ladu, Filippo Tuccimei. Giulio Prandi, direttore Durante la villeggiatura a Passy nel 1863 Rossini, abbandonata la scrittura di opere liriche e dopo il trionfale successo del Guglielmo Tell, si dedica alla composizione di musica sacra, celebri lo Stabat Mater ed appunto la Petite Messe solennelle oltre ai Peccati di vecchiaia. Con queste composizioni anticipa notevolmente il gusto e la scrittura che verrà. A proposito della Petite Messe Solennelle, ascoltata al Palazzo dei Congressi di Stresa, rileviamo la proposta nella versione originale per due pianoforti e harmonium con interpreti di portata internazionale e l’eccellente Coro Ghisleri, diretto da Giulio Prandi. La composizione considerata il testamento spirituale e musicale di Rossini si rifà a Bach ed alla scrittura contrappuntistica. Di tutto rilievo la presenza di strumenti storici: un Pleyel del 1855, tra i preferiti di Rossini, e un Erard del 1838, suonati dal duo d’eccezione: Francesco Corti e Maria Shabashova. I due pianisti sono stati davvero bravi ed in particolare da rilevare il ruolo di Corti, unitamente a Deniel Perer all’Harmonium. Il Coro Ghisleri già ascoltato in altre occasione è sempre di tutto rispetto e la direzione di Giulio Prandi è misurata, attenta e meticolosa. Per quanto riguarda le voci si può dire di essere soddisfatti: il soprano Gabrielle Philliponet, entrata in cast in sostituzione dell’ultimo momento, l’ho ascoltata per la prima volta in questa occasione e sono rimasto colpito dalla purezza della voce, dalla limpidezza e dalla sicurezza interpretativa. Gli altri cantanti sono nomi conosciuti e già ascoltati in diverse altre occasioni: José Maria Lo Monaco ha un bellissimo colore dai toni profondi e arrotondati; Edgardo Rocha espone un gradevole timbro e facilità all’emissione, mentre per Christian Senn si può solo dire che sia sempre una garanzia di equilibrio e interpretazione più che gradevole (Sentito anche nella Passione secondo Matteo di Bach in apertura di Festival). La Musica vince sempre Renzo...

PASSIONE SECONDO MATTEO – BACH- Stresa festival Palacongressi 20.8.2022

PASSIONE SECONDO MATTEO – BACH- Stresa festival Palacongressi 20.8.2022
«Certamente il punto di inizio di ogni composizione bachiana è già altissimo. E tutto il resto non dovrà che mantenersi alla medesima altezza. Quindi, se vorremo scegliere un’immagine per la direzione della sua musica non credo ci sia nulla di più adatto che una retta orizzontale […] Quindi l’ascoltatore ritrova in sé, prevedendolo punto per punto, il cammino che percorrerà la musica fino alla sua conclusione, di solito necessarissima. Questa è arte, anzi, sarei tentato a dire, Natura». Pier Paolo Pasolini Passione secondo Matteo Stresa Festival 2022-Convention Center 20 agosto Vincenzo Capezzuto, Evangelista Christian Senn, Jesus Isabella De Massis, Testis 1 Carlotta Colombo, soprano Isabella De Massis, alto Massimo Lombardi, tenore  Giacomo Nanni, basso Roberto Ardigò, direttore del coro Ars Cantica Choir Marco Berrini, maestro del coro Accademia dell’Annunciata Riccardo Doni, cembalo e direzione musicale Bella l’idea di far precedere il Concerto da una conversazione di Luca Mosca, certamente uno degli esperti più accreditati di Bach. L’incontro è risultato molto piacevole e divertente infatti Mosca è riuscito a traslare argomenti importanti e non sempre facili con grande semplicità e di facile accesso anche per l’ascoltatore più sprovveduto; il relatore ha suonato il pianoforte, ha cantato, ha imitato, interpretato ed esposto le sue convinzioni sulla musica canzonettistica moderna raffrontata alla genialità di Bach espressa anche in questa Passione secondo Matteo che aveva ispirato Pasolini ed a cui è ispirata parte del Festival ed anche la Passione. La composizione bachiana è sempre uguale, in quanto sempre altissima e ricca di innovazione e di ‘colpi di scena musicali’ L’ascolto porta sempre ad immedesimarsi in una sconvolgente contemporaneità nonostante sia stata eseguita a Lipsia per la prima volte nel 1727. Venendo allo strepitoso successo della Passione eseguito nel rinnovato Palazzo dei Congressi per l’inaugurazione della seconda parte dello Stresa Festival, possiamo dire che tradizione e ricerca trovano un connubio ideale per celebrare la tradizione in chiave moderna e nel ricordo di Pasolini; la neo produzione si ispira infatti al primo film di Pasolini ovvero Accattone, dove l’autore riporta le sue precedenti esperienze di scrittore e di vita vissuta e conosciuta. La narrazione di Accattone si conclude con un piccolo furto che porta il protagonista a fuggire in moto, ma il destino scritto fin dall’inizio si compie e Accattone muore: “Ora sto bene” sono le ultime sue parole. Bach secondo un aforisma è la dimostrazione dell’esistenza di Dio e anche Pasolini aveva scelto la sua musica appunto per Accattone. Inevitabile la similitudine con la narrazione del vangelo secondo Matteo dove il destino si compie come come le scritture dei profeti avevano previsto. Il narratore/Evangelista a piedi scalzi si muove su una piccola scalinata a piedi nudi, come un accattone ed entra in scena a luci spente in una corsia parallela a quella in cui entra in contemporanea Gesù: il narratore e il protagonista sacrificale entrano insieme, in parallelo, ma con la distanza evidente tra chi racconta e chi vive la tragedia salvifica. Ognuno degli interpreti è in ruolo e tratteggia il personaggio o i vari personaggi affidati con caratterizzazione e determinazione e riescono nella non facile impresa di trasformare la composizione in una quasi Opera semiscenica; la linearità dei movimenti, studiati a significare i vari momenti della drammaturgia sono amplificati da vocalità interessanti. Il coro è dominante e crea l’atmosfera di attesa e di dolore con colori ed emozioni di forte impatto. Si potrebbero citare uno ad uno i vari attori della realizzazione, ma il mio sentire mi ha portato a cogliere l’insieme, la...