TEATRO CARLO FELICE AL TEMPO DE LOCKDOWV 2020

TEATRO CARLO FELICE AL TEMPO DE LOCKDOWV 2020
In questo periodo di Lockdown, i teatri stanno facendo salti mortali e si stanno inventando di tutto, pur di mantenere vivo il rapporto con il proprio pubblico; in particolare i teatri d’opera hanno ideato piattaforme digitali, streaming e mille altre iniziative finalizzate a tenere vivo anche il teatro e l’opera! Dal Teatro Carlo Felice di Genova, ad esempio mi giunge questo comunicato, riferito alla loro iniziativa  musicalmenteinsieme.   COMUNICATO STAMPA La Tosca di Puccini, andata in scena al Teatro Carlo Felice nel dicembre 2014 con l’applauditissima regia “cinematografica” di Davide Livermore. Martedì 28 aprile, alle ore 20:00, sui canali social del Teatro Carlo Felice Tosca di Puccini, un titolo su cui Davide Livermore lavora da molto prima dello spettacolo che ha inaugurato la Scala lo scorso 7 dicembre. Più di cinque anni fa, infatti, il 20 dicembre 2014, andò in scena al Teatro Carlo Felice una Tosca di cui Livermore firmava regia, scene e luci. Uno spettacolo molto diverso da quello recente milanese, ma apparentato almeno in un aspetto: il taglio cinematografico. Non c’è da stupirsi, dato cheTosca, per Livemore,è“una proto-sceneggiatura cinematografica, dove armonia e poesia creano un flusso narrativo degno di un classico thriller hollywoodiano.” La Tosca genovese di Livermore, a suo tempo molto applaudita e lodata dalla critica, si potrà rivedere martedì 28 aprile, alle ore 20:00, sui canali social del Teatro Carlo Felice, nel consueto appuntamento settimanale del ciclo #musicalmenteinsieme, l’iniziativa in streaming con cui la Fondazione lirico-sinfonica genovese tiene vivo il rapporto con il proprio pubblico fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus. Una scenografia che modifica lo spazio creando angolazioni, campi, controcampi e piani sequenza. Allusioni cinematografiche presenti un po’ ovunque: la Roma di Magni e Fellini, la suspense di Nodo alla gola di Hitchcock, l’angelo de Il cielo sopra Berlino di Wenders. I costumi diGianluca Falaschi che rendono visibile sul corpo stesso dei protagonisti lo scontro ideologico tra lo Stato Pontificio e la modernità illuminista. Queste le caratteristiche principali di una Tosca da rivedere o da vedere per la prima volta per chi l’avesse persa nel 2014. E da ascoltare, grazie a un cast di prim’ordine. Sul podio, il Maestro Stefano Ranzanidirigeva l’Orchestra, il Coro (preparato dal Maestro Pablo Assante)e il Coro di Voci Bianche (preparato dal Maestro Gino Tanasini) del Teatro Carlo Felice. Protagonisti: Maria Guleghina (Floria Tosca), Roberto Aronica (Mario Cavaradossi), Carlos Álvarez (Il barone Scarpia), Giovanni Battista Parodi (Cesare Angelotti), Armando Gabba (Il Sagrestano), Enrico Salsi (Spoletta), Davide Mura (Sciarrone), Cristian Saitta (Un carceriere), Filippo Bogdanovic (Un pastorello). Nelle Note di Regia pubblicate nel programma, Livermore scriveva parole oggi ancora più attuali: “L’Opera è arte, è bellezza, quella che attraverso la grazia espressa in questi giorni dallo straordinario lavoro di oltre 200 anime (tecnici e artisti del Teatro Carlo Felice) scandaglia la vertiginosa profondità della vita, raccontandone i bagliori e gl’inferi.”   Su: https://www.streamingcarlofelice.com/ https://www.facebook.com/TeatroCarloFelice/ https://www.facebook.com/TeatroCarloFelice/ https://www.youtube.com/user/TeatroCarloFelice     Genova, 27aprile 2020, L’Ufficio Stampa   La Musica vince sempre Comunicato riportato da Renzo Bellardone 27 aprile...

VIOLANTA – Teatro Regio di Torino- 26 gennaio 2020

VIOLANTA – Teatro Regio di Torino- 26 gennaio 2020
Alla vigilia della celebrazione del Giorno della Memoria, il Teatro Regio con elegante sensibilità , prima della rappresentazione sceglie di proporre un intervento condotto dal Sovrintendente  Sebastian Schwarz che intervista il direttore di Violanta, ovvero Pinchas Steinberg. Questi narra di aver scoperto la tragedia dell’olocausto a cinque anni, quando trova la mamma in lacrime e disperazione totale per aver scoperto dopo tempo, che la sua famiglia di cui aveva perso le tracce, era stata completamente distrutta in campo di sterminio, dalla furia nazista. Schwarz invece crea un filo d’unione tra olocausto, foibe e la situazione immigrati di oggi; parla poi di Korngold, l’autore ebreo di Violanta che lasciò la sua terra per sfuggire alle persecuzioni naziste, così come i deportati ed i perseguitati lasciano la loro terra per costrizione. VIOLANTA –Teatro Regio Torino-26 gennaio 2020 Opera in un attoLibretto di Hans MüllerMusica di Erich Wolfgang KorngoldPrima esecuzione in Italia Violanta Annemarie KremerSimone Trovai Michael Kupfer-RadeckyAlfonso Norman ReinhardtGiovanni Bracca Peter SonnBice Soula ParassidisBarbara Anna Maria ChiuriMatteo Joan FolquéPrimo soldato Cristiano OlivieriSecondo soldato Gabriel Alexander WernickPrima ancella Eugenia BraynovaSeconda ancella Claudia De Pian Orchestra e Coro del Teatro Regio di TorinoDirettore Pinchas SteinbergMaestro del coro Andrea SecchiRegia, scene e costumi Pier Luigi PizziLuci Andrea AnfossiAssistente alla regia Matteo AnselmiAssistente alle scene Lorenzo MazzolettiAssistente ai costumi Lorena MarinDirettore dell’allestimento Pier Giovanni BormidaNuovo allestimento Teatro Regio TorinoIn occasione del Giorno della MemoriaTorino, 21 gennaio 2020   Un atto unico, intenso sia musicalmente che drammaturgicamente che narra di una scura vicenda durante un carnevale a Venezia nel secolo XV. Tutto parte dal ricordo incombente di Violanta circa la sorella, suicida dopo la seduzione subita dal figlio del Re di Napoli. Le è in bilico tra l’amore per il marito e l’iniziale odio per Alfonso che andrà a tramutarsi in amore assoluto fino a salvarlo dalla spada del marito Simone cui lei, nel tempo dell’odio,  aveva chiesto di uccidere. Erich Wolfgang Korngold compose l’opera a soli diciassette anni su libretto di Hans Müller,   prima di espatriare ad Hollywood e di fatto divenire l’inventore delle musiched a film. In Violanta la musica è immediatamente coinvolgente, fin dall’ouverture dove una sorta di contemporanea solennità diviene incalzante nell’introdurre la vicenda. Alla Prima italiana, l’orchestra del Regio di Torino è diretta magnificamente da Pinchas Steinberg che sottolinea ogni sfumatura ed estrapola colorazioni e toni davvero avvincenti: le emozioni della tragicità avvinghiate a leggerezza sinfonica si dipanano in un evolversi di struggenti immagini e sensazioni. La magistrale regia di Pier Luigi Pizzi, abbandona l’amato colore bianco e sceglie il rosso quasi ad evocare bordelli di lusso anni venti. L’eleganza è innata in Pizzi e la riversa ariosamente anche in questa produzione che vede un enorme oblò a fondo palco da cui si intravedono gondole e si immaginano feste e tragedie ! Annemarie Kremer è superbamente Violanta cui dedica il suo carisma naturale ed imprime  forte carica passionale che si evolve con la vicenda; con un bel fraseggio rende comprensibile il linguaggio tedesco e non si risparmia vocalmente. Il baritono Michael Kupfer-Radecky è il militare ruvidamente sospettoso nei confronti della moglie: bella timbratura e possente interpretazione. “Sterben wollt ich oft”, è l’aria che connota Norman Reinhardt, perfettamente in ruolo anche grazie alla sua notevole presenza scenica. Anna Maria Chiuri, nel breve ruolo della nutrice, espone il noto colore scuro e morbido al tempo stesso. Adeguato sicuramente tutto il cast, di ottimo livello. La Musica vince sempre. Renzo...

IL MATRIMONIO SEGRETO – Teatro Regio di Torino – 18 novembre 2020

IL MATRIMONIO SEGRETO – Teatro Regio di Torino – 18 novembre 2020
Per i melomani curiosi come me, è sempre importante, nel totale rispetto del libretto e della partitura, innovare ed attualizzare le ambientazioni di opere che …  triste a dirsi sono ormai un po’ polverose e nella versione originale, non attirerebbero certo un pubblico nuovo, indispensabile per il ricambio, per il bene dei teatri, per il bene della cultura e quindi della società.  Il matrimonio segreto –Teatro Regio Torino 18 gennaio 2020  Di Domenico Cimarosa Carolina Soprano                 Carolina Lippo Geronimo Basso                   Marco Filippo Romano Paolino Tenore                      Alasdair Kent Il conte Robinson Baritono   Markus Werba Fidalma Mezzosoprano          Monica Bacelli Elisetta Soprano                    Eleonora Bellocci    Nikolas Nägele direttore d’orchestra Pier Luigi Pizzi regia, scene e costumi Andrea Anfossi luci Matteo Anselmi assistente alla regia Serena Rocco assistente alle scene Carlo Caputo maestro al fortepiano Orchestra Teatro Regio Torino Allestimento Teatro Regio Torino Produzione originale Festival della Valle d’Itria – Martina Franca Edizione critica a cura di Franco DonatoniEditore musicale Casa Ricordi, Milano L’opera compiuta da Pier Luigi Pizzi per la realizzazione di questo Matrimonio Segreto è per me encomiabile; con l’elegante colore bianco che contraddistingue la raffinatezza di Pizzi, spaccato dal metallo, dal giallo e dal rosso, ha realizzato tre ambienti comunicanti fra di loro che diventano un tutt’uno della scena. Ogni personaggio ha una sua porta da cui entrare, così com’è nelle abitazioni della realtà: ognuno ha la sua camera! Non è la prima volta che il Maestro si cimenta con l’ironico ed il comico, sfruttando appieno la sua vis comica. Imprime notevole movimento e non concede un attimo si tregua nell’azione; i costumi disegnati dallo stesso Pizzi sono vivaci e decisamente improntati a far divertite il pubblico. Caratterizza ogni personaggio dando una vera e propria personalità: Carolina, interpretata da Carolina Lippo con brio e verve non comuni è affettuosa e capricciosa: la sua interpretazione è brillante e dimostra un buon utilizzo dello strumento. La sorella Elisetta incontra la buona vocalità, facile negli acuti ed una buona interpretazione di Eleonora Bellocci.  Il favoloso personaggio di Fidalma è affidato alla super star Monica Bacelli che avvezza ad ogni ruolo rende meravigliosamente  e comicamente il personaggio: circa la voce ogni commento è superfluo, in quanto anche in questo caso ha fornito una prova eccellente. Venendo alla parte maschile del cast ho ascoltato per la prima volta Alasdair Kent che nel ruolo di Paolino è risultato atletico, prestante, ma soprattutto ha esposto con finezza e chiarezza. Markus Verba ben conosciuto al pubblico torinese, ha ricoperto brillantemente il ruolo del conte Robinson con temperamento, bel colore ed il solito taglio elegante. IL personaggio comico per eccellenza dell’opera è Geronimo, affidato al collaudato Marco Filippo Romano che ha reso con brio, simpatia e vivacità esprimendo il solito tono possente e ben timbrato. L’orchestra del Teatro Regio ha dato il meglio di se sotto la bacchetta del giovane Nicolas Nägele che fin dall’inizio ha tenuto in pugno la partitura infondendo vigore, tempistica e soprattutto colori vivaci e brillanti. Apprezzabile la moderazione nell’utilizzo delle luci ed un plauso a Carlo Caputo, maestro al fortepiano. La Musica vince sempre Renzo...

CARMEN -Teatro Regio Torino-22 dicembre 2019

CARMEN -Teatro Regio Torino-22 dicembre 2019
Bizet non avrebbe mai immaginato che con la sua ultima opera, peraltro non apprezzata alla Prima, stesse costruendo una pietra miliare, una linea di demarcazione nel mondo dell’Opera. Carmen è senza dubbio un capolavoro ed in questo periodo natalizio è stato un grande dono ed una grande fortuna aver potuto vivere l’emozione e la commozione che inevitabilmente scaturisce dalle meravigliose note di Bizet!             CARMEN – Teatro Regio Torino 21 dicembre 2019 Carmen              Martina Belli Don José            Peter Berger Micaëla              Giuliana Gianfaldoni Escamillo           Andrei Kymach Frasquita           Sarah Baratta Mercédès           Alessandra Della Croce Il Dancaïre         Gabriel Alexander Wernick Il Remendado     Cristiano Olivieri Moralès              Costantino Finucci Zuniga               Gianluca Breda Lillas Pastia       Aldo Dovo Andrès               Marcello Spinetta Una guida          Giulio Cavallini   Giacomo Sagripanti direttore d’orchestra Stephen Medcalf regia Jamie Vartan scene e costumi Maxine Braham coreografia Simon Corder luci John Bishop ripresa luci Nicole Figini assistente alle scene Claudio Fenoglio maestro del coro di voci bianche Orchestra e Coro Teatro Regio Torino Andrea Secchi maestro del coro Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Allestimento Teatro Lirico di Cagliari Sul libretto di presentazione delle opere in cartellone del Teatro Regio, alla pagina su Carmen, si legge che sia Nietzsche che Čajkovskij dopo aver ascoltato l’ultima composizione di Bizet ne rimasero affascinati ed il primo asserì che ‘ascoltando quel capolavoro si diventa noi stessi un capolavoro’ ed è esattamente la sensazione di stupore, affascinamento ipnotico, quello che si è vissuto al Regio in questa recita Si sa l’opera è tutto, ma qui c’è di più, a partire dalla misurata, accorta e sensibile direzione di Giacomo Sagripanti per la prima volta sul podio del Regio di Torino; direzione colta e davvero attenta alle sfumature ed alle evocazioni ora di furore e rabbia, ora di tenerezze ed accoratezza, insomma sa estrapolare tutti i sentimenti di cui la composizione è ricca e traslarli all’ascoltatore ipnotizzandolo. A proposito di ipnosi ottima ipnotizzatrice è  Martina Belli, di cui non si può che esaltarne l’interpretazione, Inconfutabilmente nel ruolo, sia per fisicità che vocalità e temperamento,  è rigorosa, volubile, sensuale, carnale e diventa tenera per ritrovare la crudeltà  tessendo un capolavoro interpretativo di altissimo livello. Don Josè in questa versione è veramente il ragazzotto di paese che si porta appresso tutta la moralità  della allora cattolicissima Spagna e vive il retaggio dei limiti della provincia, ma che appena una donna sangue e passione lo invita, anzi lo incita all’amore carnale prima si perde in una infinità di titubanze per poi perde se stesso e tutto il suo trascorso. Peter Berger in Don Josè inizia non convincendo, ma man mano che la narrazione musicale si srotola diviene sempre più partecipativo ed anche vocalmente riflette un timbro migliore con buona estensione, dando in sostanza una prova apprezzata. Lo stesso vale anche per   Andrei Kymach in Escamillo che dopo un’apparizione poco carismatica si è evoluto in caratterialità, esponendo un colore ed un timbro decisamente consoni al ruolo. L’innalzamento degli applausi al proscenio di Micaëla , ovvero Giuliana Gianfaldoni, ben evidenzia quanto il pubblico abbia amato il personaggio, ma ancor più l’interpretazione, accorata e virtuosistica trasportata sulle ali dell’amore. La scenografia di Jamie Vartan, che crea anche i bei costumi è decisamente moderna, ma al tempo stessa classica, con pareti mobili che laddove necessario focalizzano  cinematograficamente la scena, costringendo lo spettatore all’attenzione; belli i colori e l’evocazione della plaza de toros, piuttosto che la manifattura tabacchi che si vede nell’interno. La regia di Stephen Medcalf è particolare e seppur con rimandi a regie...

Porgy and Bess – Prova generale del 30 giugno 2019

Porgy and Bess – Prova generale del 30 giugno 2019
In una afosa giornata di luglio, quasi in simbiosi percettiva, ho scelto Porgy & Bess: una calda, anzi rovente storia di ribellione, uccisioni e polvere d’angelo tra gli usi e costumi dei discendenti degli schiavi delle piantagioni di cotone, narrati dalla stupenda musica di Gershwin.     Porgy and Bess – Prova generale del 30 giugno 2019di George Gershwin, DuBose e Dorothy Heyward, Ira Gershwin   New York Harlem Theatre℠ Produzione William Barkhymer direttore artistico e musicale Baayork Lee regia Michael Scott scene Reinhard Traub luci Christina Giannini costumi Richard Cordova direttore d’orchestra associato e maestro del coro Dan Saunders assistente del direttore d’orchestra Orchestra del Teatro Regio Solisti e Coro del New York Harlem Theatre℠ Musica di George Gershwin Libretto di DuBose e Dorothy Heyward e Ira Gershwin Prima rappresentazione assoluta: Boston, Colonial Theatre, 01/01/1935   Si spengono le luci, arriva William Barkhymer il direttore artistico e musicale e come per incanto è subito ritmo…e che ritmo! Dalle trasparenze del sipario in un preciso gioco di luci affiorano i personaggi che iniziano a danzare e poi altri a far ‘girare i dadi’ in un turbinio di sound ricercato ed evoluto che descrive la vita a Catfish Row, bolla spaziale di micro mondo. La prima song  è cantata da Clara la moglie del pescatore Jake, la quale cullando tra le braccia il bimbo, intona la celebre ninna nanna Summertime! La storia è quella dello storpio Porgy che innamorato della donna più bella e ‘disinvolta’ del villaggio, ovvero Bess riesce finalmente ad averla come ‘sua donna’ dopo che questa è stata abbandonata da Crown, fuggito dopo aver ucciso Robbins; da qui un evolversi di situazioni tra polvere d’angelo, ritrovamenti ed innamoramenti, pesche fortunate e picnic, fino a quando Porgy, rilasciato dalla polizia, si mette in viaggio alla ricerca dell’amata Bess fuggita con Sporting Life nella fantasmagorica  New York. Una dettagliata descrizione della messa in scena richiederebbe troppe parole, quindi mi limito ad alcuni spunti: interessantissimo il clima e la preghiera quasi esoterica per invocare la guarigione di Bess, cosi come i duetti sono di splendore musicale e raffinata ricercatezza. Gli insieme con il coro sono di un livello altissimo e vengono esaltati da carica interpretativa non comune  con la contestualizzazione dei costumi, una bella scenografia e luci ben disegnate. La direzione è di grande qualità e tenendo il giusto volume dell’orchestra, fa si che questa non sovrasti mai il canto espresso con forti momenti di passionale liricità. Alvy Powell esprime il personaggio di Porgy con veemente passione carica dei toni scuri del bass-baritone che coinvolgono emotivamente; Bess ha diversi volti: da quello della carnalità a quello di donna buona e forse anche innamorata, per poi rifugiarsi nella cocaina: Morenike Fadayomi è bel soprano dai toni lirici che incanta con il suo Summertime. Sporting Life  è interpretato da Chauncey Packer con voce tenorile buona e ben governata anche nelle situazioni vocalmente   ispide. Mary-yan Pringle sovrasta per colore e vigore dando al suo personaggio Serena una impronta indelebile, così come Marjorie Wharton rende la corpulenta Maria con un caricaturalità  eccelente e con interpretazione da manuale !   Sinceramente uno spettacolo di grande qualità in ogni suo aspetto, con un plauso ai solisti ed al coro per canto, danza e movimento scenico e coreografico! Una globale cifra stilistica viene espressa attraverso codici espressivi di intensità. Il 1 gennaio del 1935 al Colonial Theater di Boston andava in scena la prima rappresentazione assoluta di questo capolavoro e viene da pensare che dall’America all’Europa il periodo era uno dei più fervidi e produttivi; il pensiero in automatico...