La primavera ed estate 2024 del nord Italia, saranno ricordate per un meteo strano che limita le azioni e le realizzazioni. Anche per la rassegna operistica -dal 2023 ideata nello storico Anfiteatro della ‘Passione’ a Sordevolo- la Direzione e maestranze del Teatro Coccia di Novara, produttore e realizzatore del progetto, in corsa ha dovuto di trasferire la recita verso lo storico Teatro di Novara, appunto per avverse previsioni meteo. AIDA – SORDEVOLO. L’OPERA, CHE PASSIONE! Anfiteatro Giovanni Paolo II, Sordevolo (Biella) Musica di GIUSEPPE VERDI Libretto di Antonio Ghislanzoni Direttore Marco Alibrando Regia Alberto Jona Scene Matteo Capobianco Visual Designer Luca Attilii Immaginario di teatro d’ombra Controluce Teatro d’Ombre Luci Ivan Pastrovicchio e Alberto Jona Costumi Silvia Lumes Coreografo e danzatoreGérad Diby Aida – Serena Farnocchia Radamès – Jason Kim Amneris – Veronica Simeoni Amonasro – Gustavo Castillo Ramfis – Stefano Paradiso Il Re d’Egitto Luca Park Una sacerdotessa Elena Malakhovskaya Un messaggero Davide Lando Orchestra Filarmonica Italiana Schola Cantorum San Gregorio Magno Maestro del Coro Alberto Sala Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara Pur trasportando l’opera dagli ampi spazi dell’Anfiteatro di Sordevolo e rinunciando alla naturale ambientazione en plein air, posso serenamente affermare e confortato da unanimi pareri, AIDA non ha sofferto, ma con un attento e certosino lavoro di riduzione e contenimento, il teatro ha saputo offrire agli spettatori uno spettacolo di livello e molto coinvolgente! Se vogliamo subito parlare di meriti credo sia difficile individuare chi ne merita di più. L’Equipe Coccia sotto la direzione di Corinne Baroni, funziona e funziona bene! Il progetto Sordevolo, Opera che passione, è nato solo nel 2023 proprio grazie all’intuizione della direttrìce Baroni e va ad intersecare gli interpreti e figuranti della Passione con il Coro e l’ensemble scenico operistico. Inaugurata con Nabucco, prosegue quest’anno con Aida che ha accettato le avverse previsioni metereologiche, ma non ha rinunciato ad essere vissuta dagli spettatori. Per la messa in scena, il regista Alberto Jona ha avuto l’intuizione di servirsi di una coincidenza storico logistica per inserimenti rivitalizzanti l’opera. Jona rileva che Ernesto Schiapparelli, “sommo egittologo che diresse dal 1894 alla morte nel 1928 il Museo Egizio di Torino” era nato a Occhieppo Inferiore, cioè a 3 chilometri da Sordevolo, nel 1856. Questo legame fa riaffiorare in modo prepotente tutta una serie di elementi che vanno ad intersecarsi con le ragioni della commissione dell’opera a Verdi e con il racconto di Auguste Mariette, egittologo di fama a sua volta, che fornì il soggetto di Aida: esotismo ma anche colonialismo, contornano la vicenda di Aida che abiterà una sorta di Wunderkammer tardo-ottocentesca, fatta di reperti, statue, sarcofaghi e papiri pronti per essere “trasportati” verso l’Europa. (Come si evince dalle stesse note di regia). Alla direzione d’orchestra il trentasettenne messinese Marco Alibrando abilmente miscela le conoscenze acquisite al temperamento giovanile, ma estremamente equilibrato trae sonorità di dolcezza infinita alternate all’impeto caratterizzante la composizione verdiana. Dirige l’Orchestra italiana con un bel gesto attento a tutti ed i professori nel golfo mistico sono veramente da applaudire per le belle sonorità mai sovrastanti il canto, ma all’unisono con esso. Le scene di Matteo Capobianco, che credo in teatro siano state ridotte all’osso, risultano sufficienti per ambientare l’opera nelle stanze dei reperti; molto interessanti le proiezioni di Luca Attili che hanno veramente permesso all’Opera di vivere scenicamente, complici le luci disegnate da Ivan Pastrovicchio in collaborazione con lo stesso regista. I costumi che abbiamo potuto vedere sul palco alcuni erano veramente d’effetto ed aiutavano nella costruzione del personaggio, in...
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