CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI – Teatro Coccia Novara 10 maggio 2024

CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI – Teatro Coccia Novara 10 maggio 2024
I sentimenti umani: quante reazioni, accettazioni, rifiuti, adattamenti e ribellioni scaturiscono dall’animo umano ferito, vilipeso, tradito! Il caso è proprio questo…il binomio della tragedia in lirica, ovvero Cavalleria e Pagliacci: diverse storie e stessi sentimenti ed epilogo!   CAVALLERIA RUSTICANA e PAGLIACCI – Teatro Coccia Novara 10 maggio 2024 Musica di PIETRO MASCAGNI/RUGGERO LEONCAVALLO Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci/Ruggero Leoncavallo Direttore Fabrizio Maria Carminati Regia Matteo Mazzoni Scene Matteo Capobianco Costumi Roberta Fratini Visual Designer Luca Attili Luci Ivan Pastrovicchio Santuzza – Cristina Melis Turiddu – Zizhai Guo Lucia – Giorgia Gazzola Alfio – Marcello Rosiello Lola – Mariangela Marini Nedda- Alessandra Adorno Canio – Gustavo Porta Tonio – Marcello Rosiello Peppe- Enrico Maria Piazza Silvio – Andrea Piazza Orchestra Filarmonica Italiana Schola Cantorum San Gregorio Magno Maestro del Coro -Alberto Sala Coro voci bianche di Novara Maestro del Coro – Paolo Beretta Produzione Fondazione Teatro Carlo Coccia di Novara Il classico binomio di Cavalleria Rusticana e Pagliacci , nella messa in scena al Coccia di Novara è realizzato con un solo impianto scenico, tratteggiato da caratterizzazioni sceniche per ognuna delle due storie a forte valenza sociale e ben inserite nel momento storico in cui avvengono, ispirate a fatti di cronaca realmente accaduti. La scelta delle proiezioni in 3d è sempre vincente: aumentano gli spazi e restando dentro alla narrazione qui rappresentata in modo classico, che ben fotografa la dura realtà delle campagne, della terra e l’immersione totale nell’acqua! Risulta anche interessante la proiezione del siparietto con Arlecchino e Colombina ai lati: la classicità incontra il contemporaneo senza invadenze, ma con rispetto della storia e della partitura. Apprezzabili il Visual designer Luca Attilii, e lo scenografo Matteo Capobianco, con una doverosa evidenza per il regista Matteo Mazzoni che ha curato dettagli quali il pulirsi la bocca di Santuzza dopo aver urlato ‘A te la mala Pasqua’ o Mamma Lucia che presagisce la morte di Turiddo e lo segue verso l’orto del duello per arrestarsi conscia dell’inevitabile. Quale cronaca contemporanea non mancano scene di violenza all’interno della coppia. Il ‘Verismo’ in scena nell’abbinamento delle due opere, risale al 22 dicembre 1893 al Metropolitan di NewYork dove per la prima volta le commoventi arie di Mascagni e Leoncavallo si alternarono in un susseguirsi di emozioni. E’ realmente difficile non commuoversi all’Intermezzo di Cavalleria o ‘Mamma quel vino è generoso’ preludio alla tragedia, così come in ‘Pagliaccio non son’ in Pagliacci con l’atteso ‘Prologo’ per poi ultimare con la beffarda battuta ‘La Commedia è finita’. Venendo alle voci interpretative di questa edizione novarese si può globalmente apprezzare il cast, il Coro della Schola Cantorum Gregorio Magno sempre eccellente sotto alla direzione di Alberto Sala quanto le voci bianche dirette da Paolo Beretta. Santuzza incontra Cristina Melis che interpreta con passione e bei colori; Zizhai Guo sale sul palco nel ruolo di Turiddo e si fa apprezzare per l’indubbia duttilità. Lucia Gazzola, contralto ben timbrato e molto accorata. Marcello Rosiello lo troviamo convincente prima in Alfio e poi in Tonio sia musicalmente che attorialmente. Mariangela Marini è accattivante e ‘fedelmente’ sprezzante in Lola e Alessandra Adorno ben si trova in Nedda che interpreta con agilità. Gustavo Porta sa travalicare abilmente la realtà che prevarica la finzione e vocalmente è assolutamente credibile con bei toni. Andrea Piazza è appassionatamente un brillante Silvio. I costumi di Roberta Fratini caratterizzano bene i vari personaggi e sempre interessanti le luci di Ivan Pastrovicchio. Fabrizio Maria Carminati, ben conosciuto direttore, tiene l’Orchestra Filarmonica Italiana con un...

AVI AVITAL – ENSEMBLE CAMERATA DUCALE | VIOTTI FESTIVAL – 4 maggio 2024

AVI AVITAL – ENSEMBLE CAMERATA DUCALE | VIOTTI FESTIVAL – 4 maggio 2024
Le ricorrenze vanno celebrate e per i 200 anni dalla morte del grande compositore vercellese Gian Battista Viotti, La‘Camerata Ducale’ ha calendarizzato una serie di concerti celebrativi, raccolti nelle ventiseiesima edizione del ‘Viotti Festival’ nel cuore pulsante di Vercelli, il Teatro Civico. AVI AVITAL – ENSEMBLE CAMERATA DUCALE | VIOTTI FESTIVAL D. Bruce, S. Tsintsadze, A. Piazzolla, B. Bartók, A.Avital Sabato 4 maggio 2024 ore 21.00 Teatro Civico | Via Monte di Pietà, 15, Vercelli Avi Avital mandolino Giulia Rimonda violino Alexander Goldberg violino Lorenzo Lombardo viola Giorgio Lucchini violoncello Tommaso Fiorini contrabbasso Amir Wahba percussioni Il VIOTTI FESTIVAL è la stagione concertistica della Camerata Ducale che dal 1998 rappresenta una delle più interessanti realtà musicali del panorama nazionale ed internazionale. La rassegna “Viotti Festival” nasce da un’idea dei fondatori dell’Associazione Camerata Ducale, il Maestro Guido Rimonda direttore musicale e la moglie Cristina Canziani direttrice artistica, con l’obiettivo di far riemergere dall’oblio le composizioni di Giovan Battista Viotti e altri celebri autori vissuti a cavallo tra il Settecento e l’Ottocento. Il solista ospite della serata è l’eclettico e carismatico mandolinista Avi Avital primo solista di mandolino che sia stato nominato per un Grammy Award per la musica classica e ritenuto il più bravo mandolinista al mondo. Il New Yor Times lo ha definito appassionato ed “esplosivamente carismatico” ed effettivamente coinvolge il pubblico accalappiandolo emotivamente con umiltà e maestria. Avi Avital ha studiato mandolino all’Accademia Musicale di Gerusalemme e al Conservatorio Cesare Pollini di Padova e suona su un mandolino del liutaio israeliano Arik Kerman esaltando le sue esplorazioni tra i vari generi musicali. Il concerto presentato al “26 Viotti festival” è preceduto da un incontro al Ridotto del Civico condotto dalla direttrice artistica Cristina Canziani e dallo stesso Avi Avital che con la semplicità dei grandi ha raccontato alcuni particolari sulla musica che si andrà poi a sentire. La Musica è esplosiva e colorata per farsi poi intima e meditativa con la vitalità delle musiche dei Balcani e con il sentimento più struggente di popoli provati… e così le festose risate nei cortili e nei prati si dileguano miti in malinconici sguardi: Piazzolla e Bartok, stasera superbamente interpretati, esprimono esattamente tutto l’arcobaleno dei sentimenti e delle sensazioni. A titolo di citazione non si può ignorare il brano di Bruce in tre movimenti che rappresentano la saga della vita attraverso le immagini dell’alba che scaturisce dal nulla, il mezzogiorno che si espande in colori vitali ed esplosivi e poi il tramonto raccolto e saggio; la scrittura è rilevante e come la vita finisce nel punto da cui si è arrivati, così il brano termina con le stesse note dell’inizio con la sequenza a rovescio per finire in un sussurro impalpabile! Sul palco, nella presentazione del brano, Avital racconta della definizione che l’autore ha dato del suono del mandolino: “il colore dell’oro… del sole” e non si può che comprenderne tutta la motivazione. L’ultimo brano del programma è Avi’s song, composta dallo stesso Avital e per il bis Danze rumene di Bartok. Il metro sensibile del “mi piace” o “non mi piace” qui vede vincente il “mi piace”! Avital è caparbiamente bravo, eclettico e virtuoso e le sue abilità rafforzate da quelle della Camerata Ducale Ensemble, esplodono nei duetti con Giulia Rimonda, sensibile interprete di avvolgente dolcezza, e con Amir Wahba mai invasivo con le percussioni che restano ritmicamente discrete. La Musica vince sempre Renzo...

IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara – 1 ottobre 2023

IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara  – 1 ottobre 2023
Arte, Opera, Sinfonica….certo son grandi cose, ma anche il puro divertimento , seppur ben contestualizzato socialmente, è piacevole da vivere e condividere !! IL PAESE DEI CAMPANELLI – Teatro Coccia Novara – 1 ottobre 2023 Musica di CARLO LOMBARDO e VIRGILIO RANZATO Operetta in tre atti su libretto di Carlo Lombardo Bombon Maritina Tampakopoulos Nela Francesca Sassu Ethel Silvia Regazzo Pomerània Federico Vazzola Hans Norman Reinhardt La Gaffe Francesco Tuppo Attanasio Prot Stefano Bresciani Tarquinio Brut Fabio Rossini Basilio Blum Pasquale Buonarota Tom Leonardo Alberto Moreno Direttore Roberto Gianola Regia Alessandro Talevi Scene e costumi Anna Bonomelli Coreografie Anna Maria Bruzzese Maestro del coro Massimo Fiocchi Malaspina Coro AsLiCo Orchestra Filarmonica Italia Fondazione Paolo Grassi – 49° Festival della Valle d’Itria Il 23 novembre del 1923, quindi 100 anni fa, andava in scena al Lirico di Milano, nientemeno che “Il Paese dei campanelli”, un’operetta in tre atti di Carlo Lombardo! La tranquilla atmosfera di un piccolo paese forse olandese, ma comunque di fantasia e che vive delle sue credenze e delle sue tradizioni, viene scompigliato dall’irruzione di marinai in forzata permanenza, ma che approfittano dei desideri repressi delle donne e mogli del paesello per trovare il modo di non annoiarsi e vivere quel forzato arresto nel modo più eroticamente possibile. La regia di Alessandro Talevi non trascura certo questo aspetto erotico, quando in quadri a fondo scena si vedono chiaramente gli atti sessuali dei marinai con le mogli “fedeli” del villaggio. Ma neppure gli uomini-mariti saranno fedeli quando le mogli dei marinai verranno a cercare i propri mariti! Esilarante! E’ da rilevare che il quadretto rappresentato è in verità il “quadro” della società benpensante del “si fa, ma non si dice” di quei tempi, che per strani versi può applicarsi ancora oggi. La narrazione descrive un’epoca e la regia e scenografia trasportata sul ponte di un transatlantico accentua il “senza tempo” di certe situazioni che si perpetuano a dispetto dell’evoluzione e del progresso. «Duetti con sgambettamenti e molta pornografia sparsa nei dialoghi e nell’intreccio del libretto». Così bollava il genere operettistico il “Giornale del teatro” nel 1918. Non andava meglio nel 1926 in piena era fascista quando su “Il Giornale d’Italia” si potevano leggere questa parole: «Guasto prodotto industriale che non ha nulla a che vedere con l’arte […] Musica fox-trotteggiante che sa di cocaina lontano un miglio […] Apoteosi della negromusicomania». L’operetta italiana, insomma, non si voleva conformare a quella “italianizzazione” propugnata dal regime, si rifiutava di risalire «alle fonti della nostra sana comunità, immortalata in opere che sono il vanto della nostra letteratura nazionale, ripetere i motivi di quella che fu la gloriosa opera buffa italiana». Ma al pubblico poco importava e si lasciava trasportare da quelle storie assurde piene di musica accattivante. Le arie sono celeberrime e in questa edizione pure interpretate da voci liriche di tutto rispetto, privilegiando forse le voci femminili a quelle maschili sono infatti ben apprezzabili le interpretazioni di Maritina Tampakopoulos nel ruolo di Bonbon decisamente brillante ed ammiccante, di Francesca Sassu in Nela e di Silvia Regazzo in Ethel. Un cenno molto particolare va a Federico Vazzola che “en travesti” interpreta con misurata ironia il ruolo di Pomerania portandola a protagonista indiscussa. L’Orchesta Filamonica Italiana è stata diretta con grande equilibrio e liricità da Roberto Gianola che ha saputo trarre dei bei momenti musicali esaltando i ben noti duetti ed arie. Divertenti i costumi, gli animali fantastici come la zebra che danza e simpatica l’ambientazione; Realizzazione coprodotta con 49^ edizione Festival...

FATTI D’ARTE e INTRECCI DELL’ESISTERE 2023 – Palazzo Ferrero – Biella 23 settembre

FATTI D’ARTE e INTRECCI DELL’ESISTERE 2023 – Palazzo Ferrero – Biella 23 settembre
Biella è la città della lana e pochi anni fa ospitava le fabbriche dei più grandi nomi della moda italiana. Ora le situazioni economiche sono cambiate nel mondo intero, ma Biella conserva senza dubbio questo riconoscimento e persegue la celebrazione culturale delle sue peculiarità territoriali. FATTI D’ARTE e INTRECCI DELL’ESISTERE 2023 – Palazzo Ferrero – Biella 23 settembre Una passeggiata nel Borgo del Piazzo, nella parte alta di Biella è senza dubbio un cammino attraverso la propria anima tra i ricordi e le sensazioni di serenità e pace. Questo luogo è ricco di palazzi e dimore che celebrano le vestigia del passato, mantenendo vivo il ricordo con lo sguardo ben centrato al presente ed al futuro, infatti queste non sono abbandonate al decadimento o quanto meno al recupero parziale, ma sono edifici mantenuti vivi con l’arte, la musica, la cultura e la convivialità. Tra le iniziative del momento : “Il Giardino dell’Anima” di Elham M. Aghili, inserita nella rassegna “Intrecci dell’Esistere”, è la sezione particolare che “Fatti ad Arte” dedica agli artisti che usano le fibre (fibre tessili/lana) per realizzare le loro opere . Direi che l’installazione di Elham Aghili è la colorata, allegra e intima rappresentazione del giardino dell’anima, ripercorrendo le tradizione delle due… L’atmosfera meditativa e nel contempo di grande bellezza dei giardini persiani chiamati Pairdis, parola da cui ha avuto origini il termine Paradiso, ha ispirato profondamente la poetica di Elham Aghili…”, la quale coglie con poesia e colore i dettagli della natura espandendoli con visione poetica e sensibile lasciando spazio all’immersione individuale per espandersi fino al ‘Paradiso’. Nelle note di sala si legge “…Ed è la lana che Elham in prevalenza sceglie per creare, questa fibra che accompagna l’umanità da millenni, protettrice e materna, morbida e avvolgente che diventa selva e foresta, che ci invita ad esserne parte…” Nella sala attigua si incontrano, in un’atmosfera rarefatta e delicata, le opere di Lucio Bubacco, ovvero “Il respiro lieve del vetro”. Murano, è sicuramente il centro del mondo per l’arte di lavorare il vetro e Lucio Bubacco davvero rappresenta un “unicum”, riuscendo a concentrare armonia, forma e movimento nei suoi lavori ovviamente statici, ma che nell’occhio di chi osserva si trasformano in movimento elegante e raffinato. Il Maestro utilizza l’antica tecnica a lume con abilità artistica ed artigiana al punto da divenire uno degli artisti più apprezzati al mondo. Difficilmente ci si puo’ ritrovare immersi nei colori delle trasparenze che trasportano in mondi temporalmente lontani e fanno rivivere emozioni antiche con il fiato sospeso, quasi il solo sguardo potesse infrangere tanta bellezza. Poche parole non sono sicuramente esaustive, ma ci si augura che le immagini fotografiche riescano anche solo in minima parte a trasferire l’emozione di intimità che le opere per di sé fragili sanno trasmettere… “La Bellezza salverà il mondo”, o almeno chi sarà in grado di riconoscerla, apprezzarla e viverla in ogni suo momento…. Renzo...

LA JUIVE – Teatro Regio Torino 24 settembre 2023

LA JUIVE – Teatro Regio Torino 24 settembre 2023
Un titolo decisamente non così usuale ed impegnativo apre la stagione del Teatro Regio di Torino 2023/2024. Una vicenda intricata ed intrigante, Musica molto…molto bella ed allestimento spettacolare rendono questa produzione unica e di tutto rilievo nel panorama dei cartelloni operistici nazionali. La Juive| Fromental Halévy – Teatro Regio Torino 24 sett.2023 La juive (l’ebrea) è una delle opere più rappresentative del “Grand Opéra à la française” ed il libretto molto bello è di Eugène Scribe. L’azione si dipana in cinque atti che presentano situazioni spettacolari e che nella produzione del Teatro Regio superano ogni aspettativa. La messa in scena è talmente complessa ed articolata che non riesco a ricordare molti particolari e dettagli, anche in virtù delle quattro ore di musica e della straordinarietà dello spettacolo. La direzione è affidata a Daniel Oren, già apprezzato nel 2007 all’Opera Bastille di Parigi, nella conduzione della stessa opera. Oren è sicuramente uno dei più affermati direttori sulle scene teatrali del mondo, il quale dirige con passione, misura ed inevitabile coinvolgimento. Trae tutto il vigore e tutta l’intimità della narrazione musicale seguendo orchestra e cantanti con partecipazione ed attenzione. Il cast da qualche critico è stato definito ‘stellare’ e dopo averlo sentito non si può che concordare! Tutti quanti all’altezza del ruolo e in sintonia tra di loro, per cui il palco è risultato omogeneo e, tanto per ripetersi, davvero stellare. E’ la prima volta che sentivo e vedevo Mariangela Sicilia e mi ha vocalmente stupito nel ruolo di protagonista per l’estensione vocale e la naturalezza interpretativa ricca di espressività: decisamente coinvolta nel ruolo del titolo. Parimenti Martina Russomanno ha dato prova di agilità e fraseggio che hanno tratteggiato il ruolo della sensuale principessa. Applausi a scena aperta per tutti, ma Gregory Kunde ha estasiato per potenza, duttilità, fraseggio ed interpretazione, riuscendo a disegnare ogni aspetto ed ogni sentimento del suo Eléazar (dal podio anche D.Oren non ha trattenuto un applauso dedicato). Iohan Hotea ha reso Leopold con voce chiara ed armoniosa e Riccardo Zanellato con bel timbro e colore ha interpretato il cardinale facendo emergere tutta la caratterialità del personaggio. Bravi anche tutti gli altri interpreti: Gordon Bitner, Daniele Terenzi, Rocco Lia, Leopoldo Lo Sciuto, Lorenzo Battagion e Roberto Calamo. Regia, scene, costumi, coreografia e luci sono realizzate dall’affermatissimo Stefano Poda, con il collaboratore Paolo Giani Cei. La messa in scena di Poda è davvero la differenza tra un allestimento bello e curato ed un allestimento anche preciso e visionario. Poda conosce la musica, quindi ogni luce, ombra, passo o gesto è perfettamente aderente alla nota suonata in quel momento e questo non è decisamente un elemento scontato quindi di tutto rilievo; emerge anche lo studio dell’opera e del periodo storico in cui è ambientata (in questo caso il Concilio di Costanza del 1414) e del carattere intimo ed in evidenza dei vari personaggi, riuscendo a narrare la vicenda esponendola in raffronto a problemi che si ripetono ai giorni nostri. Poda è spettacolare e riesce addirittura difficile raccontarlo, talmente tanti sono i messaggi che lancia e le situazioni che evidenzia: “…quando la religione diviene idolatria …è sicuramente pericolosa..” ed aggiungo che sovente è pretesto per guerre, deportazioni, crimini e miserie. Le luci le usa in modo raffinato ed elegante; i costumi intendono contrapporre le identità di cristiani ed ebrei (1414). Usa piani di palco diversi per disegnari i vari scenari ed i diversi punti di osservazione e le differenze di ogni genere. Realizzazione colta e raffinata. La Musica vince sempre....

Stresa festival 2023 – BartolomeyBittmann – Logistica Herno – 6 settembre

Stresa festival 2023 – BartolomeyBittmann – Logistica Herno – 6 settembre
I luoghi più impensati ed incredibili possono diventare luogo per “fare musica” ed ecco che la logistica Herno a Lesa ospita il penultimo concerto della stagione… Stresa festival 2023 – BartolomeyBittmann – Logistica Herno – 6 settembre Matthias Bartolomey, violoncello Klemens Bittmann, violino e mandola Il duo Matthias Bartolomey, violoncello e Klemens Bittmann, violino e mandola sono a dir poco eccezionalmente trascinanti, grazie alle loro evoluzioni sonore che passano dal più poetico sentimento al rock imprevedibile con sferzate all’aria con l’archetto del violino. Questo concerto di ampio respiro è ospitato dalla logistica Herno a Lesa e tra le griglie ed i pacchi pronti per la spedizione, la musica esplode dalle corde dei due acrobati del suono. Davvero alla ricerca delle sonorità più particolari ed insolite, ci riescono benissimo ottenendo consensi calorosi e spontanei come il loro modo di approcciarsi al concerto ed al pubblico: improvvisano ed utilizzano strumenti d’elezione per la musica classica per creare movimenti forti ed arguti. La Musica vince sempre Renzo...

Stresa Festival 2023 – Angela Hewitt – 5 settembre

Stresa Festival 2023 – Angela Hewitt – 5 settembre
La Musica è tante cose, dalla matematica alle emozioni, ma sopratutto sa creare una tale magia che forse a nessuna altra arte riesce così bene ! Stresa Festival 2023 – Angela Hewitt – 5 settembre J.S. Bach, Preludi e Fughe dal Libro I del Clavicembalo Ben Temperato 1. Preludio e fuga in do maggiore – BWV 846 2. Preludio e fuga in do minore – BWV 847 3. Preludio e fuga in do diesis maggiore – BWV 848 4. Preludio e fuga in do diesis minore – BWV 849 5. Preludio e fuga in re maggiore – BWV 850 6. Preludio e fuga in re minore – BWV 851 7. Preludio e fuga in mi bemolle maggiore – BWV 852 8. Preludio e fuga in re diesis minore – BWV 853 9. Preludio e fuga in mi maggiore – BWV 854 10. Preludio e fuga in mi minore – BWV 855 11. Preludio e fuga in fa maggiore – BWV 856 12. Preludio e fuga in fa minore – BWV 857 R. Schumann, Sonata n. 1 in fa diesis min. per pianoforte op. 11 Angela Hewitt è sicuramente una delle più importanti ed acclamate pianiste del mondo e sa coniugare perfettamente altissima tecnica a profonda partecipazione e questo mix esplosivo tratteggia le sue interpretazioni ricche di sentimento. Bach lo sappiamo, è monumentale in ogni sua creazione ed Hewitt lo porge all’ascoltatore con raffinata semplicità da far apparire quasi spontanea e naturale ogni nota, frutto invece di minuziosa ricerca. La sua interpretazione di J.S. Bach, del quale questa sera sono in programma preludi e fughe dal primo libro del Clavicembalo ben temperato, l’hanno consacrata come una delle massime interpreti del compositore tedesco   La pianista canadese a solo vent’anni vince il concorso internazionale di musica Gian Battista Viotti a Vercelli, per giungere nel 1994 ad incidere tutta la musica per strumenti a tastiera composta da Bach. Nella serata allo Stresa Festival offre anche l’interpretazione della Sonata n. 1 di Schumann con una brezza di romanticismo e di grande comunicatività. Per i bis sceglie Morgen di Strauss e un brano dalle variazioni Goldberg, riscuotendo apprezzamento e simpatia dalla sala. La Musica vince sempre. Renzo...

Stresa festival 2023 – Romeo, Giulietta e… Petruška -IsolaBella 30 agosto

Stresa festival 2023 – Romeo, Giulietta e… Petruška -IsolaBella 30 agosto
Credo che se si sommano Prokofe’v, Stravinskij, il tramonto sul lago maggiore e l’incanto delle Isole Borromee…forse il gioco è fatto e la magia suggestiva incanta ed incatena tutti! Stresa festival 2023 – Romeo, Giulietta e… Petruška -IsolaBella 30 agosto S. Prokof’ev, Romeo e Giulietta (1935, trascrizione di Fabrice Pierre, 2022) I. Stravinskij, Petruška (1911, trascrizione di Yuval Shapiro, 2020) Andrea Oliva, flauto Alessandro Carbonare, clarinetto Fabrice Pierre, arpa Mauro Loguercio, violino Francesco Pepicelli, violoncello Angelo Pepicelli, pianoforte In una sola incantevole serata, le due suite per balletto più conosciute e amate nella produzione novecentesca vengono eseguite in una sola sera Petruška con trascrizione del maestro israeliano Yuval Shapiro e Romeo e Giulietta con trascrizione di Fabrie Pierre; entrambi hanno saputo coniugare diversi elementi per ricreare un’atmosfera magica per i sei strumenti. «Il mio primo ricordo di Romeo e Giulietta di Prokof’ev è l’ascolto di un concerto negli anni settanta dell’Orchestra Nazionale della Radio a Parigi diretta da Sergiu Celibidache. Ero rimasto commosso dalla bellezza di questa musica, dai colori dell’orchestrazione, e naturalmente dalla bella trasposizione in musica della storia universale di Shakespeare. […] Il fatto che due strumenti a fiato, due ad arco e due “tastiere” mi sembrano come una piccola orchestra mi ha dato il desiderio di scrivere questa trascrizione per avere il piacere di suonarlo con i miei amici» (dal diario di Fabrice Pierre). I favolosi musicisti della serata hanno avuto la capacità di cogliere tutti gli elementi della scrittura di Prokof’ev intrisa di nostalgia e di desiderio di progresso sempre con un sorriso ironico; Il compositore ebbe l’occasione di conoscere l’altro autore della serata ovvero Straninskij “il rivoluzionario” della musica: tra i due scorreva una certa rivalità, ma nel concerto all’Isola non solo non è stata percepita, ma è stata vissuta come continuità. La Musica vince sempre. Renzo...